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La leggenda di Artù nella storia, I personaggi alla corte di artù

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La leggenda di Artù nella storia



La leggenda della tavola rotonda è composta da dei gruppi di racconti chiamati "ciclo bretone" o "ciclo arturiano".

Questi testi trattano delle vicende che circondano Artù e i suoi cavalieri; secondo la tradizione questi erano soliti riunirsi ad un tavolo di forma circolare per far sì che non sorgessero tra di loro differenze ed invidie, mettendosi così in una posizione identica per tutti, rispetto al loro re.

Queste storie si diffusero in Europa tra il V ed il VI secolo, probabilmente introdotte dai Celti stanziatisi in Bretagna, ed è così che la mitologia celtica s'intrecciò con delle tradizioni successive, fino a collocare il tutto su delle basi storiche.


I primi riferimenti al personaggio di Artù si trovano in testi d'origine gallese: il poema Y Goddodin (VII secolo), alcune storie scritte in lingua latina nel IX e X secolo e i racconti dell'antologia Mabinogion (XII) in cui compaiono anche la moglie di Artù Ginevra, e i cavalieri Kay, Bedivere e Gawain.




La prima raccolta di narrative arturiane è l'"Historia Rerum Brittaniae" di Geoffrey da Monmouth, dove Artù è presentato come una ura romantica, anche se il condottiero militare gallese del VI secolo, potrebbe rifarsi ad un modello storico.

Nella leggenda Artù è lio Uther Pendragon, nato a Tintagel nella Cornovaglia, divenne re a 15 anni e fu reso famoso per un gran numero di vittorie in battaglia.

Sposò Ginevra e fu capo di una corte a Caerleon (o, in altre versioni, a Camelot).Coinvolto in una guerra nei territori romani, lasciò per un certo periodo il potere in mano al nipote Modred, che però lo tradì e rapì Ginevra.Allora tornò in Brittania, uccise Modred ma si provocò anch'egli una ferita mortale.

Fu allora portato via sull'isola di Avalon (paradiso celtico).

Autori successivi ampliarono il racconto con una gran quantità di dettagli, introducendo così nuovi personaggi, nuove tematiche ed episodi.

Wace introdusse la tavola rotonda, che divenne poi simbolo di Artù e i suoi cavalieri, aggiungendo anche l'antica tradizione che un giorno Artù sarebbe tornato in soccorso del popolo brittanico nel caso che si fosse presentata una grave minaccia.

Layamon aggiunse elementi magici alla storia, mentre, autori francesi del XII secolo, seguendo come esempio Cretien de Troyes, narrarono le gesta di singoli eroi, come Lancillotto, Perceval, Gawain e Galahad.

Infatti, con il tempo Artù divenne quasi una ura secondaria, poiché i testi ora s'incentravano su argomenti come la ricerca del sacro Graal, l'amore segreto tra Lancilloto e Ginevra, ed altri episodi.

Altri personaggi ben conosciuti sono Merlino e Morgan le Fay (sorella di Artù).

L'opera "Morte d'Arthur" è definita il culmine della tradizione medievale sulle imprese di re Artù e gli altri personaggi che lo circondavano, ma questo mito ha continuato ad ispirare autori come Tennyson che scrisse nel 1842 Idylls of the king, e T.H. White che nel 1958 pubblicò The once and the future king.



I personaggi alla corte di artù



Lancillotto nella leggenda arturiana è un cavaliere della tavola rotonda, lio del re Ban e della regina Helaine da Benoic.

Da bambino fu rapito dalla signora del lago (the Lady of the Lake), che lo educò e poi lo spedì alla corte di Artù.

Fu un eroe celebrato ma fallì la conquista del sacro Graal a causa della sua tresca amorosa con Ginevra.


Ginevra, sposa di Artù e amante di Lancillotto, viene rappresentata in diversi romanzi medievali.

Malory nel Morte d'Arthur descrive il suo rapimento per mano di Mordred, e la storia d'amore con Lancillotto, che provocò il declino della società cavalleresca di re Artù.





Merlino fu l'assistente di Artù e di suo padre, Uther Pendragon.

S'incontrano molte citazioni su Merlino nell'opera di Geoffrey Monmouth, e in quelle di autori più tardi.Si sa che aiutò Uther a scongere sua moglie Igraine, costruì (o meglio formò) la tavola rotonda, ebbe cura di Artù quando era ancora bambino e diede, o creò i presupposti per far avere la spada excalibur ad Artù.

In vecchiaia s'innamorò di Nimue, che poi lo giocò chiudendolo con una magia dentro un albero cavo (o forse era una caverna), lasciandolo lì per l'eternità.


Perceval, eroe della tavola rotonda, diede un contributo in portante nella ricerca del sacro Graal.

Nell'opera romantica "Conte du Graal" di Cretien de Troyes, e in "Parzival" di Wolfram von Eschenbach, riuscì a superare la prova del sacro Graal mentre, in romanzi più tardi Galahad è l'unico dei cavalieri di Artù a riuscirvi.







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