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Parafrasi de 'Il cinque maggio'

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Parafrasi de 'Il cinque maggio'

Napoleone è morto. Come il suo corpo è immobile dopo aver esalato l'ultimo respiro, così è immobile ed attonita tutta la terra alla notizia della morte di un uomo così potente e resta muta, pensando all'ultima ora dell'uomo che è stato così importante e non sa quando nascerà un altro uomo di tale calibro e che ha sparso tanto sangue
Il mio genio poetico (cioè io stesso) lo ha visto folgorante, vincitore ed in auge, ma ha taciuto e così ha continuato a tacere anche quando, con alterne è caduto ad è ritornato potente e non ha unito la sua voce a quella di altri poeti che lo osannavano o lo condannavano.
Così Manzoni dice che il suo spirito poetico pulito e limpido sia da  servili lodi, che da vigliacchi oltraggi e solo ora, commosso per la repentina morte, scrive un'ode su quest' uomo così importante che forse resisterà nel tempo.
Ricorda le rapidissime camne di Napoleone, come un fulmine, che coinvolsero tutta l'Europa fino all'Egitto, dall'uno all'altro mare.
Fu vera gloria? Lasciamo ai posteri la difficile sentenza, mentre noi chiniamo il capo al divino valore che volle in Napoleone, dar un segno più grande del suo sfinito creatore.
La tempestosa e trepida gloria di un grandissimo disegno, l'ansia di un cuore che serve impaziente pensando di divenire re e poi vi giunge e ottiene un premio che sarebbe stato una follia sperare.
Egli provò tutto: la più grande gloria dopo il pericolo la fuga e la vittoria; provò ad essere re e anche l'esilio fu due volte sconfitto nella polvere e due volte vincitore.
Egli si diede nome: due secoli così diversi tra loro si rivolsero a lui docili, come aspettando il loro destino; egli fece silenzio e si sedette tra loro come arbitro.
Nonostante tanta grandezza, improvvisamente sve e finì la sua vita in ozio, prigioniero in una piccola isola ed egli suscita ancora grande invidia e profonda pietà, grande odio e grande amore.
Come sul capo del naufragio si rovescia e pesa l'onda dove poco prima scorreva la vista del naufragio a cercare terre lontane, così sull'anima di Napoleone è sceso il peso delle memorie.
Oh , quante volte ha iniziato a scrivere le sue memorie! E quante volte su quelle ine cadde la sua stanca mano! Quante volte al tramonto stette con gli occhi bassi e le braccia conserte e lo assalì la malinconia e il ricordo del passato!
E allora ripensò agli accampamenti sempre spostati da un posto all'altro, alle trincee, lo scintillare delle armi e l'avanzare della cavalleria e i suoi secchi comandi e come questi venivano soddisfatti rapidamente.
Ah, forse a tanto dolore cadde il suo spirito e si disperò, ma valido venne l'aiuto di Dio, che lo trasportò pietroso in un'aria più respirabile.
E lo guidò per i floridi sentieri delle speranze verso i campi eterni, lo guidò verso la beatitudine eterna, che supera qualunque desiderio umano, lo guidò verso quel luogo dove la gloria terrena non vale nulla.
Bella, immortale, benefica fede, così solita a trionfare.
Scrivi anche questo tuo trionfo, rallegrati perché nessuna personalità più grande si è mai chinata davanti alla croce.
Tu, o fede, allontana dalle stanche spoglie di quest'uomo ogni parola malvagia: il Dio che può tutto, che ci dà i dolori e ci consola si è posato accanto a lui, per consolarlo nel momento della sua morte.







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