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Recensione del libro: ''IL GATTOPARDO'' di Giovanni Tomasi Di Lampedusa



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Recensione del libro:    

''IL GATTOPARDO''

di Giovanni Tomasi Di Lampedusa



La storia ha inizio nel maggio 1860, ad un mese dai moti del 4 Aprile, nei pressi di Palermo e più precisamente nella villa dei Salina, una ricca e nobile famiglia siciliana; il Principe Fabrizio Corbera un uomo robusto e possente, amante delle scienze esatte ed in particolare dell'astronomia e in buoni rapporti con il re borbonico, lascia, per andare da una prostituta, la cena cui erano riuniti la moglie Stella, d'origine tedesca, Padre Pirrone, un Gesuita confessore di tutta la famiglia, e alcuni dei sette li: fra cui il primogenito Paolo, Francesco Paolo di 16 anni e le tre sorelle Caterina, Carolina e Concetta.



La mattina seguente riceve la visita del nipote Tancredi Falconieri, suo pupillo, amato più di un lio, intelligente, coraggioso e affascinante, il quale gli comunica la propria intenzione di unirsi ai rivoltosi che attendono lo sbarco di Garibaldi per far sì che ''tutto cambi, cosicché tutto possa restare uguale'', evitando che ''quelli combinino la repubblica'', e poter così mantenere tutti gli agi ed i vantaggi della propria famiglia.

Ad Agosto si trasferiscono nella residenza estiva di Donnafugata dove li attende Tancredi reduce dalle vittorie ottenute con le camicie rosse, le quali si erano dimostrate profondamente rispettose nei confronti del principe e delle sue proprietà; la sera alla cena cui sono state invitate tutte le più importanti personalità del paese, il ragazzo, dal quale è attratta Concetta, conosce Angelica, la bellissima lia di don Calogero Sedarà, il sindaco del comune diventato ricchissimo, e se ne innamora.

Partito Tancredi da circa un mese per Caserta, in Ottobre, don Fabrizio riceve una lettera del giovane nipote che lo prega di chiedere al sindaco la mano della signorina Angelica, cosa che fa anche se di controvoglia per il torto che fa alla lia e per il legame che andava a creare tra la propria nobile famiglia e quella plebea (anche se ricca come la sua) dell'odiato don Calogero.

Il 21 si tiene la votazione per il Plebiscito-farsa che proclama l'annessione della Sicilia al Regno di Sardegna; inizia intanto il fidanzamento a distanza durante il quale entrambe i ragazzi pensano ai suoi vantaggi carnali ed economici (amore? . non scherziamo!) e il 10 di Novembre vi è il ritorno di Tancredi, tenente della cavalleria piemontese, insieme al sottotenente Caviraghi, innamorato di Concetta.

Inizia per i due fidanzati un periodo di sensuali inseguimenti ed erotiche escursioni nei meandri più nascosti del castello, che si concludono con la nuova partenza dei due soldati; poco dopo il Principe riceve la visita di un segretario della Prefettura che gli offre la candidatura al Senato che però lui rifiuta reputandosi non utile al nascente Regno d'Italia, dilungandosi sull'indole insulare che porta ogni siciliano a credersi superiore agli altri e d'avere come unico desiderio il sonno e la tranquillità, attribuendo la colpa alle colonizzazioni che anno caratterizzato quella terra per venticinque secoli, sotto lo sguardo attonito del giovane burocrate ancora convinto dei propri ideali. Due anni dopo le famiglie dei due promessi sposi si recano al ''ballo più importante della stagione'' per presentare alla società Angelica che, ballando con don Fabrizio, gli fa vivere uno dei momenti più belli della sua vita distogliendolo per un attimo dai pensieri di morte che lo attanagliavano.

Un giorno di Luglio del 1883 al ritorno da Napoli muore tra le braccia di Tancredi, lui l'ultimo dei Salina, sotto le stelle a lui tanto care e fedeli; prima di egli erano morti il lio Paolo, disarcionato da un cavallo e la moglie Stella dilaniata dalla cancrena e dal diabete.

Nel 1910, morto Tancredi, la casa è rimasta sola in mano delle tre sorelle e in balia delle scorrerie di Angelica.

Il racconto ha come protagonista, oltre a don Fabrizio, la realtà socio economica della seconda metà del diciannovesimo secolo, e in particolare la condizione di determinate classi sociali quali: l'aristocrazia, sfarzosa, potente e 'grassoccia', il clero, la nuova e ricca borghesia, e gli umili, come i contadini; il narratore di tipo esterno-eterodiegetico, adotta alternativamente il proprio punto di vista (focalizzazione zero) o quello del Principe.



Nel testo sono affrontate con particolare attenzione critica alcune tematiche:

_I cambiamenti politici e territoriali, che stavano nuovamente sconvolgendo la Sicilia e l'Italia, dallo sbarco di Garibaldi alla formazione del Regno d'Italia dei Savoia, giudicati come inevitabili ma reputati inutili per il miglioramento della condizione dei ceti sociali meno abbienti;

_L'ottusità e il servilismo della Chiesa in quel periodo;

_L'erotismo e la carnalità, visti come unici valori, oltre la convenienza economica, all'interno del matrimonio, perché secondo il narratore questi per un breve periodo possono durare, mentre l'amore (se esiste!), non va oltre il tempo di innamorarsi;

_L'indole della popolazione siciliana, sonnolenta, rassegnata e contraria ad ogni cambiamento, incapace di migliorare la propria condizione perché convinta di essere superiore a chiunque altro; di ciò il narratore incolpa i venticinque secoli di dominazione da parte di popolazioni e civiltà sviluppatesi altrove e giunte sull'isola già all apice della propria evoluzione; in oltre vi sono accenni alle diversità tra le varie regioni della penisola e alle usanze ed i modi di vivere siciliani.

La fabula e l'intreccio sono generalmente coincidenti, il che rende il libro di abbastanza facile lettura, tuttavia compaiono nel testo alcuni flashback o analessi e soprattutto diverse anticipazioni o prolessi che hanno lo scopo di evidenziare a posteriori alcune certezze e pensieri di quel tempo per dimostrare cosi una volta di più come fossero fragili e sbagliate; ne riporto due che mi hanno colpito in modo particolare:

sectiunea200 -'(i nobili) si credevano eterni: una bomba fabbricata a Pittsburgh,Penn. Doveva nel 1943   provare loro il contrario.

.209 _delle camicie rosse non si parla più, ma se ne riparlerà. Quando saranno sse queste ne verranno altre di diverso colore(camicie nere fasciste); e poi di nuovo rosse.

Per concludere, e facendo un accostamento col libro Madame Bovary, un aspetto positivo de 'il gattopardo' è la tendenza del narratore a lasciar intuire le caratteristiche dei vari personaggi al lettore attraverso le vicende e le 'parole' degli altri attori, al contrario di Flaubert il quale si soffermava in lunghe e noiose digressioni descrittive.

L'unico particolare che mi ha colpito negativamente è stato il titolo, a mio parere non molto significativo in quanto rappresenta solo lo stemma della famiglia Salina, e e poche volte nel testo in maniera che può quasi sembrare forzata.






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