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Recensione del libro di Arthur Conan Doyle: Il mastino dei Baskerville



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Recensione del libro di Arthur Conan Doyle: Il mastino dei Baskerville


Autore:

Arthur Conan Doyle

Titolo:

Il mastino di Baskerville

Genere:

Giallo

Personaggi:




Sherlock Holmes è un esperto investigatore. Egli è molto serio, sempre calato nel suo lavoro. Inoltre non trascura nessun dettaglio anche se poco rilevante.


Sir Henry Baskerville è un uomo giovane, è piuttosto emotivo, è l' erede del castello nel Devonshire perché lontano nipote dello zio Charles morto.


Watson è l'aiutante di Sherlock Holmes nelle indagini, è un dottore ed inoltre è prezioso in alcune conclusioni, anche se non sono quasi mai di sostanziale importanza.


Laura Lyons è una donna che è stata convinta da Stapleton a dare un appuntamento a Sir Charles davanti al cancello di casa sua. Poi all' ultimo momento l' assassino la persuade a non recarsi dal destinatario della sua lettera, così facendo riesce ad uccidere lo zio del nuovo erede, a cui basta vedere il mastino per cadere a terra privo di vita in seguito ad un infarto. A lei rimane un gran senso di colpa perché pensa che se non gli avesse scritto, o se almeno avesse potuto avvisarlo del suo contrattempo, non sarebbe perito, ma non ha neppure il minimo sospetto su chi possa essere stato a provocare la morte del buon Baskerville.


Il dottor Mortimer è una persona molto buona, colta e simpatica. E' lui che mette al corrente Sherlock della leggenda del mastino. L' uomo era inoltre amico e medico di sir Charles e in seguito lo è diventato del giovane baronetto. Conosce tutti gli abitanti residenti vicino al maniero fra cui anche Stapleton ma non si immagina che dietro quella ura ci sia una così terribile persona.


Stapleton è l' antagonista. Lui ha comprato il cane e per farlo apparire più mostruoso lo dipinge con del fosforo; inoltre non è il fratello di Beryl ma suo marito. Questo uomo è deciso ad assassinare tutti i membri della famiglia Baskerville in questo modo il castello finirebbe nelle sue mani.


In quale epoca:

Seconda metà del 1800.

Da quale punto di vista viene raccontata la vicenda:

La vicenda viene raccontata dal punto di vista di Holmes.


Breve sintesi in macro sequenze:

Nella brughiera del Devonshire c'è un edificio chiamato Baskerville Hall. Questa è la residenza della famiglia Baskerville, sulla quale grava una strana maledizione legata ad una leggenda che racconta di un cane che assassinò un antenato, Hugo Baskerville. Sir Charles, viveva solo a Baskerville Hall e, ultimamente, era terrorizzato dalla leggenda. Una notte, mentre aspettava qualcuno sulla porta della sua casa, fu trovato morto con il volto deformato dal terrore. Poco distanti dal cadavere c'erano le impronte gigantesche di un cane. Il dottor Mortimer, essendo esecutore testamentario, avrebbe il compito di condurre l'erede sir Henry a Baskerville Hall ma egli ha il sospetto che la leggenda del cane sia fondata, quindi decide di recarsi da Sherlock Holmes, che gli consiglia di ritornare il giorno successivo con l'erede.

A sir Henry Baskerville, durante la sua permanenza a Londra, gli viene recapitata una lettera minatoria, scritta ritagliando le parole del Times, in cui lo si avverte di restare lontano dalla brughiera.

Nella brughiera si aggira anche un evaso dalla prigione vicina. Si tratta di un assassino cui la polizia sta dando la caccia da tempo. Holmes scopre che è il cognato del maggiordomo di Baskerville Hall. Barrymore (il maggiordomo) gli lascia tutte le sere del cibo e dei vestiti di fronte al cancello della casa.

Una notte Watson e Holmes sentono delle grida e dei latrati di cane. Quando si recano sul posto scoprono il cadavere di un uomo che indossa gli stessi vestiti di sir Henry. Si tratta di Selden, l'assassino evaso. Lì accanto, trovano anche le impronte di un cane gigantesco. Mentre stanno trasportando il cadavere verso Baskerville Hall incontrano Stapleton. Vistosi così scoperto, Sherlock Holmes si reca a Baskerville Hall. Durante la cena, osservando i ritratti di famiglia, Holmes si rende conto che Selden è molto somigliante all'antenato Hugo Baskerville. Dopo alcune indagini l'investigatore scopre così che Stapleton è un lontano parente dei Baskerville e che Beryl è, in realtà, sua moglie. Decidono così di tendere una trappola all'uomo, ritenendolo ormai l'assassino. Comunicano a sir Henry che il giorno dopo sarebbero andati a Londra, sapendo che era invitato per cena a casa degli Stapleton. La notte, invece, si appostano fuori dalla casa del naturalista per aspettare sir Henry. Quando l'erede arriva, di corsa, è inseguito da un cane enorme dall'aria demoniaca. La bestia viene uccisa da Holmes e scoprono così che era cosparsa da del fosforo che gli dava quell'aspetto spaventoso. Vanno di corsa a casa di Stapleton, ma l'uomo non c'è più. Trovano, legata in soffitta, la moglie Beryl. Lei racconta a loro che il marito si sarebbe probabilmente rifugiato al centro della palude di Grimpen, dove aveva preparato un rifugio per sé e dove di solito teneva il cane. Il mattino dopo, però, Holmes e Watson si rendono conto che l'assassino, considerata la notte di nebbia e le numerose tracce, non era riuscito ad orientarsi e doveva essere caduto nell'acquitrino.


Rispetto alla vicenda manifesta il suo giudizio:

No


Valutazione complessiva:

Questo libro l'ho trovato molto interessante in quanto ricco di descrizioni e colpi di scena. E' un ottimo giallo, a mio avviso. Il linguaggio è abbastanza scorrevole in quanto l'autore lo arricchisce di descrizioni di paesaggi e delle persone. L'ambiente dove è ambientata la storia è cupo e inquietante, e grazie all'abilità descrittiva dell'autore è facile immedesimarsi nella storia.








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