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SIMBOLISMO

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SIMBOLISMO



La tendenza più significativa della letteratura di fine secolo, destinata ad un'ampia fortuna anche nel Novecento, fu il Simbolismo; un insieme di propensioni letterarie congiunte a un'idea radicalmente mutata dei fatti espressivi. I poeti simbolisti (il movimento ebbe origine in Francia), riconobbero il loro maestro in Baudelaire e più tardi in Verlaine, Rimbaud, Mallarmé che di questa tendenza rappresentarono l'espressione più alta. Il nome del movimento deriva da un'idea del mondo come una rete di simboli, mediante le quali il poeta evoca una realtà più profonda, ricostruendola su una trama di analogie e di corrispondenze. Questa visione del mondo produce nell'arte una rivoluzione totale, del contenuto e delle forme. Ammessa l'impossibilità di conoscere la realtà mediante l'esperienza, la ragione, la scienza, si pensa che soltanto la poesia, per il suo carattere d'intuizione arazionale e immediata, possa attingere il mistero, esprimere le rivelazioni dell'ignoto. Essa diviene quindi la più alta forma di conoscenza, l'atto vitale più importante: coglie le arcane analogie che legano le cose, scopre la realtà che si nasconde dietro le loro apparenze esteriori, esprime i presentimenti e i trasalimenti che affiorano al fondo dell'animo. Per questo è concepita come pura illuminazione, messaggio che giunge da una zona remota, opposta all'esperienza usuale: come espressione, appunto simbolica. Non rappresenta più immagini o sentimenti concreti, rinuncia al racconto, alla proclamazione di ideali; la parola non è più usata come elemento del discorso logico, ma per la sua virtù evocativa e suggestiva. La struttura espressiva e il senso dell'euritmia, propri della tradizione classica, vengono infranti, insieme con ogni forma di costruzione intellettuale e sintattica. Nascono la poesia del frammento illuminante, denso, spesso, di una molteplicità di significati simbolici, e una nuova metrica, sciolta dagli schemi della tradizione, intesa a rendere il ritmo della vita interiore, il suo fluire libero. La nuova poesia non si rivolge all'intelletto o al sentimento del lettore, ma alla profondità del suo inconscio, lo invita non a una lettura, ma ad una partecipazione vitale. La vera novità di questa poetica si verifica a livello di linguaggio e di espressione. Si prediligono le metafore dense, che alludano alla complessità del mondo e ne riflettano la cangiante metamorfosi, le analogie fra le cose come manifestazione d'una profonda e riposta unità. La poesia appare pertanto una creazione del mondo attraverso il linguaggio, una riprova della creatività dell'io; un modo per il poeta, di isolarsi dalla tribù degli altri uomini, dal loro modo di conoscere e di esprimersi.






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