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Testo argomentativo contro le tesi sostenute dal Parini nella lettera del 4 Dicembre de 'Le ultime lettere di Jacopo Ortis'

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Testo argomentativo contro le tesi sostenute dal Parini nella lettera del 4 Dicembre de 'Le ultime lettere di Jacopo Ortis'



Argomenti contrastati:

La fama degli eroi non è esente da macchie.

2.La tentazione del potere assoluto trasforma il liberatore in tiranno.

3.In politica non si può agire onestamente senza subire calunnie o strumentalizzazioni.


Spesso mi domando se ci possano ancora essere degli eroi e se ci siano mai stati, intendo eroi veri, puri, perfetti, senza macchia, eroi che possano testimoniare con la propria vita ed il proprio impegno civile, politico o sociale la possibilità di smentire le tesi di coloro che sulla scia di Machiavelli o di Foscolo sostengono che la fama di ogni eroe non sia esente da macchie, o delitti, e che prima o poi ogni eroe liberatore sia destinato a diventare un tiranno, preso e ubriacato dal desiderio di potere assoluto.

Effettivamente, non è prova facile riuscire a rintracciare esempi di grandi uomini nella storia che siano in grado di testimoniare la non veridicità assoluta di tali tesi, ma credo, che ogni tanto, qualche santo nasca, per fortuna.

Sto pensando infatti al Mahatma Gandhi, che dedicò tutta la propria vita alla lotta per l'indipendenza nazionale dell'India, per l'eliminazione del sistema delle caste, per una società fondata sull'uguaglianza anche in India, e tutto questo senza commettere omicidi, misfatti, violenze, ma al contrario facendo della non-violenza il mezzo della propria lotta.

Egli stesso disse: ' Il senso della vita consiste nello stabilire il regno di Dio sulla terra, cioè nel preparare la sostituzione di una vita egoistica, astiosa violenta e irragionevole con una vita di amore, di fraternità, di libertà e di ragione'.

Gandhi fece la guerra combattendo con l'amore, la pietà e la ragione appunto, e pur essendo una persona appassionata nel proprio impegno sociale e politico, riuscì a portare avanti i propri ideali senza diventare lo strumento o l'ordigno del fazioso o la vittima del potente. Dopo aver studiato Legge in Inghilterra ed aver conosciuto la storia di quella potenza imperialista decise di identificarsi col proprio popolo, esserne parte, assumere l'impegno di liberarlo, sia dall'occupazione dello straniero sia dalle strutture proprie del popolo stesso, ovvero dal sistema chiuso delle caste. Sicuramente la sua lotta spesso, anzi sempre, fu ostacolata anche da elementi della società stessa che egli desiderava liberare, e per questo aspetto bisogna ammettere che Foscolo aveva ragione a far dire al Parini che non si può agire sempre onestamente senza subire danni o calunnie; mi riferisco a certi monaci indù strettamente osservanti che sostenevano che la sua lotta per l'abolizione del sistema delle caste avrebbe portato ad uno stravolgimento della religiosità tradizionale e la perdità di identità dello stesso popolo indù.



Gandhi quindi riuscì a liberare l'India capovolgendo completamente quella che era sempre stata e lo è tuttora la prassi della lotta politica condotta con la violenza o con l'inganno, facendo della propria vita la dimostrazione che non esiste nessun rimedio ai mali del mondo se non quello della non-violenza, senza naturalmente diventare mai un tiranno, ma fondendosi con i più umili, sempre convinto che ' nessuno ha il diritto di costringere gli altri ad agire secondo la propria nozione della verità.'

Questa noiosa quanto scontata apologia di Gandhi basti a provare che la possibilità di compiere un'azione politica nel rispetto dell'uomo e secondo i principi dell'amore esiste, il fatto poi che sia la più difficile da attuare e realizzare . è un altro discorso.





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