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I METODI DELLA PSICOLOGIA - scientifico è basato sull'osservazione



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I Metodi della Psicologia



Il Metodo Scientifico


Per acquisire conoscenze attendibili gli psicologi ricorrono al metodo scientifico, e più precisamente al metodo sperimentale.

Tale metodo si basa su ciò che è osservabile.

Essi tengono sotto controllo quel che accade e registrano accuratamente sia quel che è avvenuto sia le circostanze nelle quali è avvenuto.

Inoltre possono modificare le suddette circostanze a loro piacimento e osservare in che modo ne è influenzato l'evento cui si sono interessati.

Il metodo sperimentale consiste essenzialmente in questo.



Pertanto tre sono gli aspetti fondamentali che lo determinano:


OGGETTIVITÀ

VARIABILE

CONTROLLO


Analizziamoli singolarmente:


Oggettività

Consiste nell'osservare gli atteggiamenti, i gesti, le azioni dell'uomo, e nel ricavare in base a ciò, i sentimenti, gli stimoli, i fenomeni psichici che stanno dietro quelle reazioni e le provocano.

L'oggettività è anche strettamente legata all'introspezione, ovvero all'osservazione il soggetto fa su se stesso per cogliere direttamente i fenomeni psichici (percezione, immagini, ricordi). Solo per esperienze interna diretta possiamo renderci conto di fenomeni analoghi che si verificano anche negli altri.


Variabile

Nel mondo si verificano numerosi eventi che possono essere classificati come categorie (es. il sesso). All'interno delle stesse ci sono valori diversi (nel caso del sesso alla natura maschile e quella femminile). Sono proprio le suddette categorie a prendere il nome di variabili.


eventi CATEGORIE VALORI M F


VARIABILE es. SESSO


Pertanto tutti gli eventi che cadono sotto la nostra osservazione e a cui sono attribuiti valori differenti, sono potenzialmente delle variabili.

Le variabili possono essere di due tipi:


Indipendenti: controllate e manipolate dallo studioso, sono considerate come lo stimolo scatenante le risposte che il soggetto dà ad una determinata situazione

Dipendente: dipende dalla Variabile Indipendente. Al variare della V. Indipendente si produce una modificazione della Variabile Dipendente.


Per un ulteriore chiarimenti citiamo l'esperimento che gli studiosi hanno fatto al riguardo e che dà una conferma a quanto già detto in precedenza.

Nel caso della somministrazione di un farmaco, è la Variabile Indipendente a produrre un determinato effetto nel comportamento del soggetto e lo dimostriamo con il seguente esempio:

GRUPPO   somministrazione di un farmaco


Effetto 

Riduzione Stress

Sì vuole testare se un farmaco ha un determinato effetto in quel gruppo. L'effetto può essere la riduzione dello stress. In questo caso il farmaco è Indipendente (lo si somministra e si vede l'effetto che provoca).

Per verificare il loro grado di stress, prima del trattamento i soggetti venivano sottoposti a dei test.

Dopo un certo periodo di tempo in seguito all'assunzione del farmaco, veniva loro riproposto un nuovo test: l'analisi finale rivelava una riduzione del grado di stress.


FARMACO    Indipendente


LIVELLO STRESS Dipendente (dipende dalla somministrazione del farmaco)


A seconda di come lo sperimentatore manipola la Variabile Indipendente, vi è poi una variazione della Variabile Dipendente.

L'individuo è frutto di quella che è l'esperienza del suo passato: contesto familiare, sociale, ambientale nel quale è cresciuto.

Pertanto sono moltissime le variabili che possono spingerlo a comportarsi in un determinato modo e che rientrano sotto la nozione di Errore Statistico: si tratta quindi di variabili non analizzate dallo studioso ma che influiscono comunque del comportamento del soggetto.


Quindi abbiamo le Variabili Intervenienti:


S R


Si pensa che ad una determinata stimolazione dell'organismo faccia subito seguito una risposta.

Con la Variabile Interveniente, dallo stimolo alla risposta possono intervenire tutta una serie di altre cause.

Il rapporto perciò non è diretto.

Tra lo Stimolo e la Risposta viene introdotta la variabile interveniente.


S R


V. Interveniente


Il terzo aspetto fondamentale del metodo sperimentale è il Controllo.


Controllo

Il metodo scientifico è basato sull'osservazione, ovvero su ciò che è controllabile (evento della situazione analizzata). Per fare ciò lo studioso deve eliminare le influenze delle variabili ritenute 'estranee' a quelle studiate, le quali si dividono in:


MATURAZIONE

SISTEMATICHE



V. ESTRANEE   APPRENDIMENTO ASISTEMATICHE



SISTEMATICHE o confondenti (= non individuabili).

L'attenzione ricade su quelle che entrano in gioco prima e dopo il trattamento (introduzione della V. Indip. di un per comprendere in che modo essa influenzato la V. Dipendente):


MATURAZIONE: entra in gioco nell'età evolutiva quando tra la 1a la 2a rilevazione il soggetto va incontro a mutamenti legati a fattori biologici (apprendimento estraneo alla sperimentazione)


APPRENDIMENTO: legato alle modalità di misurazione utilizzate. Si analizza il Prima (= capacità del soggetto di risolvere un determinato problema), e il Dopo (= si verifica il livello di apprendimento da lui raggiunto)

Il fine della scienza è dunque la Previsione.


I dati raccolti sono attendibili se consentono di prevedere cosa accadrà date le determinate situazioni. Ciò può avvenire se determinando una dipendenza causale tra V. Dipend. e V. Indip. i valori di quest'ultimo determinano quelli della V. Dipendente.





















La Misurazione


La misurazione avviene con numeri reali (es. 1, 2, 3, etc.), ai quali possono essere applicate le varie operazioni matematiche.

Durante le operazioni di misurazione alcune proprietà degli eventi vengono messe in relazione con proprietà che appartengono ai numeri reali.

Al riguardo viene preso in considerazione il livello di misurazione di S. Stevens il quale ne propone quattro:


M = 1 sono due

Liv. Nominale es. SESSO entità

F = 2 diverse


La sua caratteristica fondamentale è la Cardinalità.

Non vi è alcuna relazione asimmetrica (tipo > maggiore o < minore).

Le due entità sono differenti: nessuno infatti è in grado di stabilire che F è maggiore di M.

E se si attribuiscono dei numeri ai valori che osserviamo, questi hanno valore solo perché sono diversi gli uni dagli altri (la scelta è casuale, arbitraria).


X =?

Liv. Ordinale es. X > Y

Y =?



Oltre alla differenza tra i valori, vi è una relazione asimmetrica d' ordine (= relazione di > maggiore o < minore). Perciò dati 2 eventi, inizialmente non si conosce il loro valore ma è possibile stabilire un rapporto tra le due variabili (es. > maggiore e < minore). Ciò che invece non è possibile sapere è la grandezza di intervalli (non è infatti definita).


Liv. Intervallo es. 100 °C Ebollizione


Temperatura

0°C     Congelamento

Arbitrario   Dell'Acqua

(casuale)


Impone una definizione della grandezza.

Il livello di intervallo può essere rappresentato dalla temperatura, la cui scala evidenza quello che è il limite. Lo zero è arbitrario, così assegnato dallo sperimentatore. Non è possibile però stabilire un rapporto.


Liv. di Rapporto es. la lunghezza.


Per effettuare delle operazioni di rapporto si ricorre al livello di rapporto, in cui la scala ha un valore non arbitrario e quindi fisso.




Scuola di Specializzazione

PER LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA SECONDARIA








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Tirocinante Docente

Dr. Sebastiana Fancello    prof. Baingio Pinna







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