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LE VALUTAZIONI DELLE QUALITA' AMBIENTALI: FINALITA', METODI, RISULTATI - Kaplan e Kaplan



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LE VALUTAZIONI DELLE QUALITA' AMBIENTALI: FINALITA', METODI, RISULTATI


Pur nella molteplicità dei contributi che lo compongono, il vasto settore che si occupa della valutazione e conoscenza ambientale dimostra l'interesse crescente della psicologia ambientale verso l'analisi del ruolo che le persone giocano nella definizione qualitativa degli ambienti con cui si trovano ad interagire. L'obiettivo prioritario è quello di accertare in che modo i vari aspetti e qualità ambientali si correlano con la soddisfazione ed il benessere dei propri fruitori.

Il settore che si è occupato del problema della valutazione ambientale l'ha sempre affrontato considerandola in termini di qualità percepita, focalizzando l'attenzione più sugli esiti finali che non sulle modalità e i percorsi che le persone seguono nel valutare le caratteristiche ambientali.



Questo settore di indagine si sviluppa in relazione alla distinzione tra:

preferenza: tipica espressione delle specificità individuali

valutazione: operazione di accertamento delle qualità possedute o no dall'ambiente, ossia studi di stima ambientale attraverso un approccio più oggettivo sulle proprietà dell'ambiente.

Aspetto metodologico: Craick individua 5 tipi di caratteristiche ambientali misurabili:

proprietà fisico-spaziali

tipi e quantità di artefatti presenti nell'ambiente

tratti tipici dei vari tipi di ambiente

aspetti funzionali degli assetti ambientali

aspetti istituzionali del clima sociale

Per quanto riguarda la valutazione Ka e Ka hanno messo in luce i processi coinvolti nella definizione delle preferenze ambientali che assegnano un ruolo attivo alla persona/osservatore e un ruolo altrettanto centrale all'ambiente. Secondo i Ka (ricordando che per essi hanno una notevole importanza i concetti di familiarità dell'ambiente e di esperienza in esso), le preferenze delle persone sono riconducibili alle qualità ambientali che offrono una promessa di essere coinvolgenti e produttrici di senso:

coerenza: maggior o minor facilità di organizzazione cognitiva della scena

complessità: capacità dell'ambiente a mantenere attiva una persona

leggibilità: ambiente facilmente esplorabile

mistero: proprietà di richiamo a scoprire l'ambiente e interagire con esso

La percezione positiva o negativa dell'ambiente dipende da queste 4 caratteristiche.

Sul versante degli studi della valutazione assume importanza:

la componente affettivo-emotiva studiata nelle sue connessioni, 2. con la componente cognitiva.

Emergono così 2 posizioni:

Gli studi di Mehrabian e Russel sulle risposte emozionali all'ambiente assegnano alla componente affettiva un ruolo di mediazione tra l'ambiente molare e personalità e comportamento dall'altra; tali studi hanno rilevato che per descrivere le qualità affettive degli ambienti è necessario far riferimento a due dimensioni bipolari: piacevole/spiacevole e sollecitante/non-sollecitante; il soggetto si lega all'ambiente in base alla percezione emotiva di queste due dimensioni.

I Ka affrontano il problema secondo un'ottica maggiormente cognitiva ed in questo modo le preferenze ambientali fanno riferimento ai processi cognitivi della categorizzazione e dell'inferenza. Così la valutazione ambientale diventa l'esito di un controllo cognitivo dell'ambiente e della selezione delle informazioni che esso fornisce.

Lo studio delle valutazioni ambientali affrontato parallelamente dalla prospettiva affettiva e cognitiva, risponde all'esigenza di un approccio più molare e quindi più attento a cogliere le caratteristiche d'insieme. Tali riflessioni portano alla concettualizzazione dell'ambiente in termini di luogo. Il concetto di luogo sviluppato in Canter, propone un'unità complessa derivante dall'interazione tra tre fattori principali:



attributi fisici dell'ambiente

attività svolte in esso

rappresentazioni cognitive che le persone si fanno delle precedenti componenti.

In  particolare, la valutazione ambientale diventa espressione del grado in cui i luoghi risultano facilitare il raggiungimento degli obiettivi rilevanti per le persone. Per questo motivo Canter parla di referenti fisici e sociali co-presenti in un luogo e aventi gradi di rilevanza differenti in riferimento agli scopi. I referenti fisici sono: l'accesso spaziale, l'utilità, il comfort dell'ambiente. I referenti sociali sono: la sicurezza e l'interazione sociale.


PLACE-IDENTITY[1] E ATTACCAMENTO DI LUOGO NEL CICLO DI VITA


La crescente importanza attribuita alle componenti cognitive, affettive e motivazionali all'interno del rapporto tra persona e ambiente, ha fatto si che tale rapporto venisse considerato in termini di assoluta "interdipendenza". In particolare può essere importante ricordare a tal proposito, oltre al contributo di Canter e del suo costrutto di luogo ideale per cogliere le interrelazioni tra cognizioni e azioni umane e attributi dell'ambiente, il lavoro di Proshansky che assegna particolare attenzione al senso di appartenenza che caratterizza il rapporto tra individuo e ambiente sociofisico. Grazie al costrutto di identità di luogo (place-identity) si pone enfasi sul ruolo che l'ambiente fisico e le sue proprietà possono svolgere nei processi di formazione dell'"identità personale". In effetti, sostiene Proshansky, i processi attraverso cui una persona definisce se stesso all'interno di una società, non passa solo attraverso le relazioni che si instaurano con gli altri, ma anche in base alle relazioni tra gli spazi e i luoghi in cui queste sono collocate. Considerato quindi che i luoghi assolvono un ruolo fondamentale nella soddisfazione dei bisogni biologici, psicologici e sociali, gli stessi luoghi assumono una funzione significativa nei processi di definizione dell'identità. Il costrutto di identità di luogo richiama anche il concetto di "attaccamento personale" o "radicamento" a luoghi che si identificano con una precisa realtà geografica e le persone provano un senso di appartenenza in relazione a tale attaccamento. Secondo Proshansky l'identità di luogo si definisce pensando ai e parlando dei luoghi, attraverso un processo di presa di distanza che permette la riflessione e la valutazione soprattutto della possibilità di percepire e conoscere la specifica componente del sé che si definisce attraverso il rapporto con l'ambiente fisico (la stessa componente che Neisser definisce più tardi come "sé ecologico"). Viene presa in considerazione una prospettiva cognitiva per cui le cognizioni si sviluppano attraverso le esperienze di relazioni della persona con il suo ambiente; infatti nel praticare il rapporto con i luoghi, l'individuo non si limita a registrare le caratteristiche oggettive degli ambienti, ma percepisce l'ambiente in base a quelli che sono i suoi valori, atteggiamenti, credenze. Proshansky considera anche il passato ambientale intendendo con ciò tutti i luoghi che sono stati significativi per la persona nel corso della sua vita, luoghi o spazi che hanno meglio contribuito alla soddisfazione dei bisogni della persona stessa.

Vi è però anche una dimensione sociale di luogo in quanto un individuo in un ambiente non intrattiene solo rapporti con l'ambiente fisico, ma bisogna considerare l'ambiente nel complesso prendendo in considerazione gli aspetti sociali e di conseguenza i valori, le credenze sociali. Viene quindi assegnato un ruolo importante alle definizioni sociali di setting che consistono in norme e prescrizioni riguardanti l'uso dei luoghi. La dimensione del sociale entra quindi a far parte dell'identità di luogo e vengono presi in considerazione i processi di sviluppo e socializzazione attraverso i quali le persone arrivano a definire l'identità del sé. In questa direzione possiamo trovare l'analisi di Proshansky e Fabian incentrata fondamentalmente sullo sviluppo dell'identità di luogo nella fase infantile. Ma partendo dal più generale interesse per gli oggetti materiali e per i significati che questi possono assumere nella vita delle persone, altri autori hanno posto enfasi sul ruolo che tali oggetti possono svolgere nella definizione dell'identità. Indagando così su un campione di famiglie statunitensi è stato possibile ricostruire empiricamente gerarchie di importanza attribuita agli oggetti della vita quotidiana. Pur risultando differenziate per generazioni (bambini, genitori, anziani) tali gerarchie assegnano un ruolo di primaria importanza al luogo-casa attribuendo a questo sicurezza (componente fondamentale per la definizione dell'identità personale). Per quanto riguarda in particolare l'ambiente urbano, la Bonnes ha dedicato attenzione alla relazione tra i significati che il luogo casa può assumere e i significati dell'ambiente complessivo a seconda di differenti categorie sociali. (per età, sesso, occupazioni professionali). Potremo concludere il discorso sul concetto di identità di luogo sottolineando come al suo intento si possa trovare l'esigenza di chiarire i rapporti psicologici che mediano il rapporto che si instaura e si evolve nel tempo tra persone e ambiente socio-fisico.




Identita' di luogo


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