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L'INFLUENZA SOCIALE -IL MODELLO GENETICO DELL'INFLUENZA SOCIALE



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CAPITOLO 9 - L'INFLUENZA SOCIALE


Per molto tempo gli studiosi hanno considerato i processi di influenza determinati in modo esclusivo dall'esercizio del potere e si dava per scontato che l'influenza sociale conducesse necessariamente al conformismo.

Attualmente, invece, si distingue fra l'influenza esercitata da una maggioranza (numerica o di potere) e quella esercitata da minoranze che adottano stili di comportamento coerenti: la prima genera conformismo, la seconda può innescare processi di innovazione.


  1. CONFORMISMO E FORZA DELLA MAGGIORANZA

Il giudizio degli individui (e la norma che ne deriva) è diverso dalla norma che il gruppo si dà.

Nelle situazioni individuali il soggetto elabora un proprio campo di giudizio, mentre nella situazione di gruppo i soggetti tendono a convergere nei loro giudizi verso una norma comune principalmente perché colui che diverge si sente incerto ed insicuro, nella posizione deviante.

Asch ha condotto alcune ricerche per affermare radicalmente la tesi secondo cui sono fattori razionali quelli che fanno elaborare ai soggetti di un gruppo, di fronte ad un compito comune, risposte che tendono a convergere.



L'influenza sociale è data dalle pressioni esercitate sulle persone per farle agire in modo contrario alle loro convinzioni e ai loro valori.

L'individuo o, più generalmente, la minoranza, appare sia come colui che resiste al gruppo, sia come colui che devia.

in quanto resiste, l'individuo si sottrae alla pressione sociale quando in essa viene espresso un giudizio che diverge dal suo e contrario a ciò che ognuno vede e pensa; questo individuo giunge così a ridurre l'effetto di conformismo e ad evitare l'errore collettivo;

in quanto devia, l'individuo si allontana dai giudizi e dagli scopi del gruppo costituendo un ostacolo all'adattamento del gruppo stesso: gli altri membri del gruppo tendono a far pressione su di lui per riavvicinarlo alla norma comune, o ad escluderlo dal gruppo se la pressione fallisce; può derivare da ciò un eccesso di conformismo.


  1. IL MODELLO GENETICO DELL'INFLUENZA SOCIALE

Secondo il modello genetico, tutti i membri di un gruppo possono sia subire che portare influenza: è infatti scorretto dare per scontato che l'influenza vada necessariamente dalla maggioranza alla minoranza.

Per Moscovici, lo scopo dell'influenza è il cambiamento sociale e non il conformismo, tanto più che, se lo scopo di ogni entità sociale maggioritaria è quello di esercitare un controllo sociale, le minoranze hanno interesse ad innovare, cioè cambiare le norme maggioritarie e sostituirle con altre più rispondenti alla loro prospettiva.

Il negoziato è la caratteristica che distingue il processo di influenza minoritario da quello maggioritario: infatti, l'influenza maggioritaria può realizzarsi nel quadro di una almeno apparente collaborazione fra chi riceve influenza e chi la esprime; invece una minoranza, per esercitare influenza, deve definire una propria posizione antagonista ed alternativa a quella della maggioranza. Tale antagonismo provoca un conflitto fra le due parti in causa che può essere regolato tramite un negoziato.

La maggioranza e la minoranza sono entità maggioritarie o minoritarie non in senso esclusivamente quantitativo: un gruppo è definito minoritario se si batte per norme in contrasto con quelle maggioritarie, mentre maggioritario è il gruppo che assume e diffonde le norme e l'ideologia dominanti.

Anche un'entità sociale priva di potere può, sul piano teorico, esercitare un'influenza, perché ciò che è importante non sono i contenuti delle proposte alternative ma l'organizzazione e la struttura di questi contenuti.

Percui lo stile di comportamento svolge un ruolo decisivo in tale processo poiché può dare ad un individuo o ad un gruppo un particolare prestigio che attrae e suscita ammirazione quindi influenza.

Importantissimo risulta quindi anche lo stile di negoziato, che può  essere:

rigido, quando la minoranza è intransigente in modo estremo e rifiuta ogni compromesso; in quanto percepita come estremista e chiusa in se stessa, fatica moltissimo ad esercitare un'influenza anche minima;

flessibile, quando c'è la disponibilità a fare alcune concessioni.

Quindi, la tesi minoritaria ottiene un'influenza rilevante e diretta quando adotta uno stile flessibile mentre posizioni estreme come quelle rigide tendono a creare un conflitto profondissimo.

La naturalizzazione della minoranza è uno dei meccanismi con cui il sistema sociale si immunizza contro i devianti, svuotando di significato la loro credibilità: consiste nel considerare come causa di comportamenti o di discorsi devianti delle proprietà personali stabili (donna, tarato, carattere, intelligenza limitata, comunista, politico).

L'innovazione indotta da una minoranza attiva non va confusa con la devianza pura e semplice, perché:

la devianza è la trasgressione delle norme senza mettere in discussione la loro validità e il contesto che le sostiene;

l'innovazione perseguita da una minoranza attiva, invece, mette in discussione una o più norme per trovare un nuovo rapporto tra sistema sociale e norme.



  1. CONDISCENDENZA E CONVERSIONE

Se si parla di maggioranza, il meccanismo dell'influenza dev'essere spiegato tramite lo stile di comportamento dell'entità sociale (gruppo o individuo) portatore potenziale di influenza.

Esistono due livelli di risposta con cui viene espresso il cambiamento prodotto:

risposte manifeste (o sociali);

risposte latenti (o a livello del codice percettivo).

Fra le forme d'influenza maggioritaria minoritaria si possono evidenziare delle differenze che appaiono a livello delle risposte:

se la minoranza è percepita come rigida non ha quasi nessuna influenza rilevante a livello diretto, ma un impatto rilevante a livello indiretto (relativamente a contenuti non espliciti ma correlati al messaggio); invece, i mutamenti prodotti dalle minoranze consistenti e attive possono non sempre essere immediatamente evidenti a livello sociale, ma nascosti e più solidi;

i mutamenti prodotti dalle maggioranze consistenti sono evidenti a livello sociale, ma più superficiali perché non radicati nei soggetti.

La conversione (o comportamento di conversione) è l'effetto prodotto, frequentemente in modo latente o indiretto, dall'influenza minoritaria e consiste in un cambiamento di giudizio che tocca i livelli profondi (e non solo quelli superficiali) dell'esperienza psicologica del soggetto.


Il conflitto nel processo di influenza


Di fronte ad una maggioranza consistente che invia un messaggio in contrasto con le opinioni fino a quel momento condivise, gli individui, o i membri di un gruppo, si sentono spinti a considerare il messaggio come vero poiché legittimato dal prestigio, o dal potere, o dalla numerosità della fonte.

Chi si pone in contrasto con tale messaggio si sente immediatamente deviante, perciò avverte l'esigenza di adeguare la propria risposta a quella maggioritaria per non essere più diverso.

Quindi il soggetto inizia un'attività di confronto sociale con la maggioranza e:

si adegua alla definizione di realtà da essa sostenuta, tanto più se non ha alcuna ragione per differenziarsene;

se ha invece ragioni rilevanti per resistere ma si adegua, si realizza una situazione di condiscendenza;

se tiene duro ed esprime il proprio dissenso andrà incontro a tutte le pressioni che la maggioranza è in grado di esercitare.

Quando invece la fonte d'influenza è minoritaria, l'informazione espressa è considerata falsa, illegittima, sbagliata: la fonte stessa appare deviante in quanto i soggetti si identificano con la norma maggioritaria; dunque la risposta è di rifiuto immediato.

Se la minoranza però è consistente, il conflitto continua, ancor più se la minoranza non cede di fronte alle pressioni della maggioranza: in questo caso, lascia pensare di avere una qualche ragione per agire e pensare in quel modo.

La maggioranza è così costretta a focalizzare la propria attenzione sull'oggetto della disputa, cercando di cogliere meglio il punto di vista minoritario.

Quando e una tesi minoritaria, il gruppo maggioritario cercano di rinsaldare la coesione (in quanto minacciata) fra i suoi membri.

Il processo di validazione del punto di vista minoritario si attiva nei soggetti che si confrontano con una minoranza consistente e risulta da un'attività cognitiva di elaborazione attraverso la quale si può giungere al riconoscimento delle ragioni della minoranza (validazione) e all'esternazione, almeno parziale, dell'accettazione delle sue tesi.

In conclusione, è possibile che punti di vista minoritari riescano a diffondersi ed estendersi nel tessuto sociale, sormontando i rifiuti e le discriminazioni iniziali.







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