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CHARLES - ADOUARD JEANNERET - LE CORBUSIER

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CHARLES - ADOUARD JEANNERET - LE CORBUSIER


Temperamento da orologio svizzero e, insieme pittore astratto; categorico assertore di schemi, ansioso di primeggiare, più che per eccellenza dei risultati poetici, per geniale chiarezza metodologica; scontroso, egocentrico, sarcastico e lirico, sensibile ai temi sociali non tanto per reale partecipazione, quanto per l'esigenza di racchiudere i comportamenti umani entro sistemi algebrici.

Per capire l'opera di Le Corbusier occorre considerare le condizioni economiche e culturali della Francia negli anni vicini alla prima guerra mondiale. L'equilibrio demografico conferisce all'economia francese una speciale stabilità: mancano i gravi problemi quantitativi connessi con l'aumento della popolazione, ed anche i problemi dei movimenti interni dall'agricoltura all'industria, dalla camna alla città sono meno presenti che altrove.

In questo clima, nel primo decennio del '900, mentre altrove si svolge la vicenda dell'art nouveau, la Francia partecipa alla polemica internazionale con un audace rinnovamento nella linea medesima della tradizione: Perret e Garnier fanno l'estremo tentativo di ampliare la poetica del classicismo disancorandola dalle formule accademiche e venendo incontro alle esigenze della società moderna.



Un ulteriore progresso su questa linea appare ormai impossibile; questa situazione può essere rotta solo da un'iniziativa individuale. Le Corbusier ha saputo assumersi questo compito e prendere di petto le tradizioni del suo paese, tenendo i collegamenti col movimento internazionale.

Il grande merito di Le Corbusier è stato di impegnare il suo inabile talento sul terreno della ragione e della comunicazione generale. Egli non si è mai contentato che le sue invenzioni fossero interessanti e suggestive, ma utili e applicabili universalmente, e non ha voluto imporre, ma dimostrare le sue tesi.

Nato in Svizzera a La Chaux de Fond, Charles Edouard Jeanneret abbandona per tempo la scuola, lavora dal 1908 allo studio di Perret e poi di Beherens, viaggia in Europa ed in Oriente.

Nel '29 assieme al pittore Ozenfant fonda il movimento purista e dirige la rivista "L'Esprit nouveau". Il purismo stabilisce, come anche il neo - plasticismo, alcune regole formali: l'uso delle forme semplici, l'armonia fra i processi dell'arte e quelli della natura, che si possono applicare indifferentemente in pittura, in scultura e in architettura; ma a differenza delle regole neo - plastiche che conducono a negare l'autonomia delle arti urative e ad assorbirle senza residui nell'architettura, le regole puriste formano piuttosto un sistema a priori, come il "disegno" nella cultura umanistica, da cui dipendono le tre arti maggiori. Le Corbusier resta per tutta la vita fedele a questa abitudine e alterna pittura, scultura e architettura.

Nel '22 si associa al cugino Pierre Jeaneret e apre il famoso studio di rue de Sevres; nel '23 raccoglie le sue meditazioni teoriche nel volumetto Vers une Architecture, che subito a larga diffusione.

Anch'egli come Gropius si propone di superare il contrasto tra progresso tecnico e involuzione artistica, tra risultati quantitativi e qualitativi, ma in accordo con la tradizione francese definisce tecnica e arte come due valori paralleli: " L'ingegnere, ispirato alla legge dell'economia e condotto dal calcolo, ci mette d'accordo con le leggi dell'universo; l'architetto, per la disposizione che imprime alle forme, realizza un ordine che è pura creazione del suo spirito".

Ecco dunque i temi del discorso che Le Corbusier rivolge ai suoi lettori: " tre suggerimenti ai signori architetti": volumi semplici, superfici definite mediante le linee direttrici dei volumi, la pianta come principio generatore;

L'architettura deve essere sottomessa al controllo dei tracciati geometrici regolatori;

Gli elementi della nuova architettura si possono già riconoscere nei prodotto industriali: le navi, gli aeroi, le automobili;

I mezzi della nuova architettura sono i rapporti che nobilitano i materiali bruti, l'esterno come proiezione dell'interno, la modanatura come pura creazione spirituale;

La casa deve essere costruita in serie come una macchina;

I mutamenti nei presupposti economici e tecnici comportano necessariamente una rivoluzione architettonica.

Dal 1914 si sforza di ideare cellula - METABOLISMO, LA RESPIRAZIONE, RESPIRAZIONE AEROBICA DELLA SOSTANZA ORGANICA" class="text">la cellula d'abitazione economica da ripetere in gran serie: la maison Domino del 1914, la "maison en gros beton" del 1919, la maison Monol del 1920, la maison Citrohan del 1920; ma le applicazioni sono di tutt'altro tipo, case isolate e piuttosto costose per clienti d'avanguardia: villa a Vaucresson del 1922, e casa studio per Ozenfant a Parigi dello stesso anno.

Nel '22 Le Corbusier prepara il primo progetto di città ideale: une ville contemporaine  di tre milioni d'abitanti, che è esposta in quell'anno al Salon d'Automne. Gli edifici sono di tre tipi: grandi grattacieli cruciformi al centro, case di sei piani à redents nella zona intermedia e immeuble-villas alla periferia. Il piano è rigorosamente simmetrico, con strade ortogonali e diagonali secondo i modelli accademici.

Nel 1926 Le Corbusier e P: Jeanneret pubblicano un documento, dove alcune idee messe a punto negli anni precedenti sono esposte in forma sistematica e s'intitolano '"i cinque punti di una nuova architettura":


  1. I "pilotis".

La casa su pilotis! La casa si approfondiva nel terreno: locali oscuri e sovente umidi. Il cemento armato rende possibili i pilotis. La casa e nell'aria, lontano dal terreno; il giardino passa sotto la casa, il giardino e anche sopra la casa, sul tetto.


  1. I tetti-giardino.

Da secoli un tetto a spioventi tradizionale sopporta normalmente l'inverno col suo manto di neve, mentre la casa e riscaldata con le stufe.

Da quando è installato il riscaldamento centrale, il tetto tradizionale non conviene più. Il tetto non deve essere spiovente ma incavato. Deve raccogliere l'acqua all'interno, non più all'esterno.

Il cemento armato è il nuovo mezzo che permette la realizzazione delle coperture omogeneee. Il cemento armato si dilata fortemente. La dilatazione fa spaccare la struttura nelle ore di improvviso ritiro. Invece di cercare di evacuare rapidamente le acque piovane, bisogna cercare al contrario di mantenere un'umidità costante sul cemento della terrazza. Misura particolare di protezione: sabbia ricoperta di lastre spesse di cemento, a giunti sfalsati. Questi giunti sono seminati di erba. Sabbia e radici non lasciano filtrare l'acqua che lentamente. I giardini-terrazze diventano opulenti; fiori, arbusti e alberi, prato.

  1. La pianta libera.

Finora: muri portanti. Partendo dal sottosuolo, si sovrappongono formando il pianterreno e gli altri piani, fino al tetto. La pianta è schiava dei muri portanti. Il cemento armato porta nelle case la pianta libera! I piani non devono essere più ricalcati gli uni sugli altri. Sono liberi. Grande economia di volume costruito, impiego rigoroso di ogni centimetro. Grande risparmio di denaro. Razionalità agevole della nuova pianta.


  1. La finestra in lunghezza

La finestra è uno degli elementi essenziali della casa. Il progresso porta una liberazione. Il cemento armato rivoluziona la storia della finestra. Le finestre possono correre da un bordo all'altro della facciata. La finestra è l'elemento meccanico-tipo della casa.


  1. La facciata libera.

I pilastri arretrati rispetto alle facciate, verso l'interno della casa. Il solaio prosegue in falso, verso l'esterno. Le facciate sono solo membrane leggere, di muri isolati o di finestre.

La facciata è libera; le finestre, senza essere interrotte, possono correre da un bordo all'altro della facciata.


Nella villa di Garches del '27 Le Corbusier può finalmente lavorare con relativa larghezza di mezzi, su un terreno ampio e privo di vincoli, la villa è un prisma perfetto, ed è portato da sottili pilastri a distanza regolare; dentro questo reticolo elementare sono sistemate liberamente le piante e i prospetti. Tutte le parti murarie sono intonacate in bianco mentre gli infissi metallici hanno i contorni neri,  formando un'astratta contrapposizione che mette in evidenza i valori geometrici.

In questo caso una manutenzione attenta ha impedito la rovina precoce dell'edificio, tuttavia non è riuscita a mascherare numerosi errori e difficoltà d'attacchi, conseguenza inevitabile dell'isolamento in cui ha lavorato Le Corbusier e dei contatti saltuari con l'industria.

La villa di Garches vale quindi piuttosto come manifesto che come concreta opera di architettura; non regge il confronto con le splendide opere contemporanee di Oud, di Dudok e neppure con gli edifici sperimentali di Mies van der Rohe e di Gropius.

Nel capolavoro di questo periodo, la villa Savoye a Poissy del 1929-l931, la matematica si fa incanto. Posata in un parco a trenta chilometri da Parigi, si offre al visitatore di scorcio. Pianta: virtualmente un quadrato, radicale elementarità. Struttura: maglia quadra di esili tubi e solai in cemento armato, la Dom-Ino in edizione standard. Volume: una scatola perfetta ravvolta da superfici diafane e sospesa su pilotis. Nastri continui, vitrei e panoramici. E in questa unicità di elementi non poteva mancare il tetto-giardino. La villa Savoye è l'espressione più evidente dei cinque punti di Le Corbusier.

L'Unità di Abitazione a Marsiglia, viene eretta nel 1945-52, ma si rifà al pensiero socio-urbanistico tra le due guerre. Trecentotrentasette alloggi duplex, di ventitre tagli diversi; diciassette piani, poi il grandioso tetto-piazza-giardino e la piscina; sette strade interne, attrezzate con negozi a vari livelli. Utopia incarnata, efficientissima e meravigliosa. Scrive il ministro Claudius Petit: " l'opera è là, sorta senza regolamenti, anzi contro disastrosi regolamenti. Fatta per gli uomini, a misura umana, nella robustezza delle tecniche moderne manifestalo splendore del cemento armato.".

A questo punto termina l'itinerario razionalista; l'ultimo quindicennio della creatività corbusieriana lo contesta, dandosi carico degli smarrimenti e delle crisi del secondo dopoguerra. Solo tra i maestri del periodo, Le Corbusier ha il supremo coraggio di registrare il crollo d'ogni speranza di riscattare il mondo con la ragione. I campi di sterminio nazisti, gli orrori bellici, le viltà politiche e civili, la prostrazione dei popoli sotto la dittatura, i crimini e le infamie non consentono più illusioni.

Le Corbusier, di fronte a questa situazione, si rifiuta di bendarsi gli occhi, seguitando a disegnare come se nulla fosse accaduto, e l'inconcepibile tragedia prende coscienza nell'urlo della Chapelle de Notre-Dame du Haut a Ronchamp. Liquida i "cinque punti" i "tre richiami agli architetti" e gli immacolati volumi, smentisce gli idoli classicisti e crea uno "spazio indicibile" compresso, schiacciato dal tetto incombente, poi dilatato nelle cappelle e risucchiato da fiabeschi condotti verticali di luce. Contro i vecchi pilotis, un masso straripante e squarciato; contro la "facciata indipendente" e le "finestre a nastro", muraglie da fortificazioni trafitte da flussi arcani di colore.

Ronchamp comunica il delirio delle idee razionalistiche e illuministiche, ma nello stesso tempo forse la condanna del destino umano, lo spavento e una fede disperata.

Tutto questo a dimostrazione che la storia dell'architettura europea, e in realtà del mondo ad eccezione dell'area wrightiana, è un discorso di relazioni rispetto a Le Corbusier, il quale scandisce le tappe del secolo in una ricognizione così calzante e incisiva delle contrastanti intemperie da renderlo un interlocutore permanente.





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