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COMMEDIA - LA COMMEDIA IN GRECIA, LA COMMEDIA PRESSO I ROMANI

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COMMEDIA

Con la tragedia, il dramma e la farsa è uno dei generi della letteratura drammatica. Le sue origini si collocano nella Grecia antica, e in un primo momento fu uno dei due opposti modi d'essere del teatro: la tragedia e per l'appunto la commedia. Quando questi due elementari forme si ampliarono al fine di poter ospitare vere e proprie storie, la tragedia adottò i grandi miti

del patrimonio religioso e gli eventi cruciali della storia della patria, la commedia prese per argomento i casi della realtà, l'osservazione dei contemporanei, la vita quotidiana con intenti di svago, divertimento e satira.


LA COMMEDIA IN GRECIA

Nel teatro Greco la commedia non fu inferiore alla tragedia ne per la qualità letteraria ne per l'impegno educativo e civile: da Aristofane a Menandro, essa

si propose lo scopo di stimolare gli uomini a constatare le conseguenze dei propri difetti, a riderne, a vergognarsene e quindi anche a correggersi; essa fu portata a vedere il lato comico delle cose che nella scala di importanza della vita apparivano ai primi posti -vecchiaia, virtù ecc-.

Per il pubblico era importante vedere quel rovesciamento delle situazioni anche in campo sociale; nell'eterna polemica che divide il popolo dal potere



costituito, proprio con questi capovolgimenti la commedia svolse spesso un'importante funzione di denuncia degli abusi e delle ingiustizie, svelando fatti e formulando accuse che per chiunque sarebbero state impossibili o pericolose in altra sede.


LA COMMEDIA PRESSO I ROMANI

Presso gli antichi Romani la commedia non godette di stima come quella ottenuta in Grecia; la tragedia era pressoché inesistente e la commedia, i cui massimi esponenti erano Plauto e Terenzio, si limitò ad una imitazione della commedia Greca. Il pubblico romano si affezionò di più a spettacoli cruenti e rudi nella loro violenza -come i circhi-.

Il teatro fu in seguito ritenuto attività indegna e immorale rimanendo in piedi solo il teatro comico sostenuto dai giullari, dai buffoni di corte e dalle povere famiglie che a costo di avere un poco di elemosina inscenavano piccole scenette comiche in strada.




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