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GIANCARLO DE CARLO

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GIANCARLO DE CARLO


Giancarlo De Carlo, il quale esordisce nella professione subito dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, si era formato come architetto nell'ambiente del razionalismo milanese, sotto l'influenza delle opere realizzate negli anni venti e trenta, tra gli altri, da Giuseppe ano, Gino Pollini, Luigi ini e Giuseppe Terragni.

Egli, tuttavia, come non pochi altri rappresentanti della sua generazione in Europa, dimostra quasi fin dall'inizio di non voler accogliere in maniera rigorosa e dogmatica quelli che vengono giudicati come i canoni imprescindibili dettati dai maestri delle precedenti generazioni, e, primo fra tutti, naturalmente, dall'amato-odiato Le Corbusier.

È interessante, a questo proposito, vedere qual è il pensiero di Giancarlo De Carlo nel 1946.

Egli scrive: "l'architetura moderna attraversa oggi una crisi profonda. Già negli anni precedenti i sintomi di questa crisi erano apparsi evidenti . . .Uscita dalla fase sperimentale, consumata fino in fondo, l'esperienza oggettiva, non riusciva a sciogliersi da quella rigidezza dottrinaria che le sue stesse formule le avevano conferito.



Giancarlo De Carlo raggiunge la notorietà internazionale quando costruisce, nella prima metà degli anni sessanta, quello che si può ormai considerare il nucleo originario di quella che è divenuta la sua grande "operazione urbinate".

Questo nucleo originario è costituito dal primo settore dei collegi universitari; quando, diversi anni dopo, sarà chiamato ad effettuare un nuovo intervento di residenza studentesca in quell'area, Giancarlo De Carlo darà vita ad una sorta di "struttura urbana" che par quasi voler divenire "l'alternativa moderna" nei confronti dell'antico centro storico di Urbino.

In tal senso, allo scopo, cioè, di raggiungere l'obiettivo di dar vita ad una vera e propria "parte di città", l'architetto decide di optare per una soluzione basata su un complesso composto di una serie interrelata di poli, simulando, quasi, in fase di progetto quella che avrebbe potuto essere la crescita organica di una città.





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