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HENRY HOBSON RICHARDSON

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HENRY HOBSON RICHARDSON


Aveva trentotto anni e da undici, lavorava a New York. La moda dell'epoca indicava due strade: il gotico vittoriano o il neoclassicismo di timbro francese. Rifiutò l'uno e l'altro.

Nell'architettura romana non vide uno stile da potere contrapporre a quelli dominanti, ma un metodo che concedeva ampio margine all'interpretazione e favoriva l'utilizzo di diversi materiali riducendo al minimo l'intervento decorativo. Questo si può notare principalmente nella Trinity Church a Boston, la Sherman House a Newport e ancora di più nella biblioteca Eames a North Easton.

Nella Sever Hall dell'Harvard University a Cambridge, Mass. del 1878, il blocco laterizio si anima e quasi respira nelle finestre a nastro, nei nodi e negli spigoli. Tali qualità risaltano e brillano nelle piccole stazioni ferroviarie, nel complesso rude del tribunale e carcere a Pittsburgh.

Con la sua personalità, Richardson sovverte il costume degli Stati Uniti: signoreggia la clientela, impone le proprie idee, coltiva uno stuolo d'artisti minori.

Le ultime opere, i magazzini Ames a Boston e Marshall Field a Chicago del 1885-87si propongono come pietre miliari della cultura americana. I semplici impianti volumetrici e l'assenza d'ornamentazioni spiegano il cambiamento culturale provocato nella capitale del Middle West.



Fin qui, gli architetti della Costa Atlantica avevano influenzato l'epicentro del continente con gli echi dei loro echi europei; adesso Richardson residente a New York depositava a Chicago un testo la cui modernità minava l'eclettismo inducendo a radicali revisioni. Un solo capolavoro si sviluppa prima di Richardson: il Brooklin Bridge di New York elevato da J. August Washington. Ponte sospeso, travolgente e insieme maestoso nella gettata, drammatico nei piloni e lirico nel panorama dei cavi pensato per il traffico ma anche per il valore inestimabile che assumerà in questa metropoli commerciale quando vecchi e giovani nelle belle giornate vi passeggeranno tranquillamente. Nell'ambiente tradizionalista e moderato di Philadelphia erompe improvvisamente l'astro di Frenk Furnes il quale non utilizza più capitelli e distorce il ruolo di mensole e colonne, minacciando e schernendo il movimento classico. Non a caso Luis Sullivan si ne dichiara discepolo: sostò presso Furnes per alcuni mesi prima di avventurarsi a Chicago.





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