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I COMPLEMENTI - Complementi "necessari" e complementi "non necessari"



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I COMPLEMENTI


I complementi sono elementi della frase che hanno la funzione di completare, a vario titolo e in modi diversi, il significato dello schema di base della frase, costruito dal soggetto e dal predicato:


La mamma legge .

La mamma di Paolo legge un libro .


Il termine complemento ( dal latino complère, "completare") esprime, infatti, in modo chiaro la funzione logica - di complemento - che tali elementi svolgono nella frase .


Complementi "necessari" e complementi "non necessari"




Il "completamento" che i complementi apportano al significato di una frase può essere di due tipi:

NECESSARIO: perché determinante ai fini del significato della frase, e quindi obbligatorio;

NON NECESSARIO: perché volto semplicemente a fornire informazioni aggiuntive alla frase, e quindi facoltativo .


Così, in frasi come "Maria abita in una bella casa" e "I ladri hanno svaligiato la banca", i complementi in una bella casa e la banca non si limitano a dare un'informazione in più, ma apportano una determinazione necessaria al senso della frase . Senza di essi, infatti, le frasi non avrebbero senso .

In frasi invece come "Paolo ha trovato un fungo in giardino" e "Durante la notte i ladri hanno svaligiato la casa", le precisazioni in giardino e durante la notte non sono essenziali per capire il senso di ciascuna frase: ne arricchiscono solo il significato, attraverso un'informazione volta a stabilire dove Paolo ha trovato il fungo e quando i ladri hanno svaligiato la casa . I complementi necessari perché la frase abbia senso sono chiamati anche complementi- determinazione o argomenti obbligatori .

Invece i comlementi che costituiscono un arricchimento non necessario ai fini della completezza dell'informazione sono chiamati complementi- espansione, perché si limitano a espandere il contenuto della frase .

L'analisi logica non fa alcuna distinzione tra i complementi "necessari" e quelli "non necessari", perché si limita a esaminare la funzione dei vari complementi . Sul piano del significato, e quindi ai fini della comunicazione di un messaggio, scritto o orale, però, la distinzione tra i due diversi tipi di complemento è molto importante . Chi parla o scrive, infatti, deve sempre:

Fornire, anche attraverso i complementi, tutte le notizie che ritiene utili per la completezza del suo messaggio;

Valutare quali informazioni sono necessarie e quali non necessarie, anche in rapporto a ciò che chi legge o ascolta ha bisogno di sapere o vuole sapere ai fini della completezza del messaggio;

Evitare di dare, anche attraverso i complementi, notizie superflue o addirittura inutili, che possono appesantire il messaggio a danno della sua comprensibilità .


Caratteristiche generali dei complementi

I complementi, per loro stessa natura, si trovano sempre in posizione di dipendenza rispetto a un altro elemento della frase, cioè all'elemento che completano o determinano . In particolare, possono dipendere tanto da verbi quanto da nomi e da aggettivi e possono completare o determinare qualsiasi elemento della frase: il soggetto, il predicato, l'attributo, l'apposizione o anche un altro complemento .

Classificazione dei complementi

A seconda dell'elemento della frase intorno al quale gravitano, cioè dell'elemento che arricchiscono o determinano, i complementi si distinguono in:


Complementi del gruppo del soggetto, quando completano il significato del soggetto o di un elemento appartenente al gruppo del soggetto: "La casa di Paolo è stata svaligiata";

Complementi del gruppo del predicato, quando completano il significato del predicato o di un elemento appartenente al gruppo del soggetto: "La casa è stata svaligiata dai ladri";

Complementi circostanziali, quando completano il significato dell'intera frase, precisando le circostanze di tempo o di luogo in cui avviene o ha valore ciò che si dice nella frase: "D'estate le giornate sono più lunghe" .


In base alla forma, o meglio al modo in cui si collegano all'elemento da cui dipendono, invece, si distinguono in:


Complementi diretti, quando si uniscono direttamente all'elemento da cui dipendono (per lo più un verbo transitivo), senza l'aiuto di una preposizione: "Paolo legge un libro";

Complementi indiretti, quando sono introdotti nella frase o si uniscono all'elemento da cui dipendono per mezzo di una preposizione, semplice o articolata: "Paolo ha scritto una lettera alla nonna";

Complementi avverbiali, quando sono costituiti da avverbi o da locuzioni avverbiali che completano il significato del verbo, dell'aggettivo, del nome o dell'avverbio a cui si riferiscono precisandolo o modificandolo: "Luca ha salutato gli ospiti gentilmente" .


Il complemento diretto

Il complemento diretto per eccellenza è il complemento oggetto .

Esso, però, non è l'unico complemento diretto, perché anche gli altri complementi si inseriscono direttamente nella frase senza preposizioni che li colleghino al verbo: "Il lio di Maria è diventato un gigante" (=complemento predicativo del soggetto) . "Mio zio è rimasto all'estero per molti anni" (=complemento di tempo) . D'altra parte, il complemento oggetto, quando è costituito da un partitivo, è interrotto dalla preposizione di semplice o articolata: "Ho invitato degli amici" (= alcuni amici) .


Il complemento oggetto

Il complemento oggetto o complemento oggetto diretto è l'elemento della frase (nome o quanlsiasi parola in funzione di nome) che completa il predicato verbale precisando l'oggetto dell'azione espressa dal verbo e unendosi direttamente al verbo, senza l'aiuto di alcuna preposizione:


Il leone afferrò la preda .


Esso è il complemento essenziale e per lo più obbligatorio dei verbi transitivi . Solo i verbi transitivi, infatti, permetto il messaggio diretto (il "transito") dell'azione compiuta dal soggetto su un oggetto:


Il leone afferrò la preda .

I verbi intransitivi, invece, non possono avere il complemento oggetto perché in essi l'azione espressa dal verbo non può passare direttamente su alcun oggetto . Tuttavia, alcuni verbi intransitivi possono reggere un complemento oggetto quando questo è rappresentato da un nome che ha la stessa radice del verbo o esprime un significato affine a quello del verbo: "Il nonno ha vissuto una vita serena"; "Il poveretto pianse lacrime amare" . Questo particolare tipo di complemento oggetto è chiamato complemento dell'oggetto interno, in quanto rappresenta il contenuto stesso dell'azione .


Il complemento oggetto partitivo

Talvolta, il complemento oggetto è introdotto dalla preposizione di (del, dello, della, dei, degli, delle) che funge da articolo partitivo e che dà all'oggetto un senso indefinito o lo porta a indicare una quantità generica:

Ho invitato degli amici (=alcuni amici) .

Paolo ha portato dell'uva (=un po' di uva) .


Questo particolare tipo di complemento oggetto si chiama complemento oggetto partitivo . Esso, nonostante la presenza della proposizione di , non può essere confuso con il complemento di specificazione né con il complemento partitivo . Infatti, a parte la fondamentale differenza di significato, il complemento oggetto dipende sempre e soltanto da un verbo, e il complemento partitivo indica il tutto di cui nome che lo regge indica una parte; "Uno di voi dove uscire a prendere il pane" .


Il predicativo dell'oggetto

Il predicativo dell'oggetto o complemento predicativo dell'oggetto è un oggetto o un nome che serve a completare il significato del verbo, dicendo ("predicando") qualcosa del complemento oggetto:

Questo film

 

Un capolavoro

 


Predicativo dell'oggetto

 

Complemento oggetto

 
I critici considerano  



Complemento oggetto



 

Predicativo dell'oggetto

 

I bambini

 

felici

 
Il tuo regalo ha reso 


Hanno il predicativo dell'oggetto gli stessi verbi che, in forma passiva, reggono il predicativo del soggetto: i verbi appellativi(chiamare, definire); elettivi(eleggere, scegliere, nominare); estimativi(stimare, giudicare, trovare); effettivi(rendere, ridurre, fare) .


I comni hanno eletto Paolo capoclasse .


La costruzione del predicativo dell'oggetto si può avere anche con i verbi che propriamente non rientrano nelle 4 categorie sopra indicate:


Ti vedo stanco - La banca lo ha assunto in qualità di cassiere .


Come appare dagli esempi, il predicativo dell'oggetto, come il predicativo del soggetto, anziché dipendere direttamente dal verbo, può anche essere introdotto da preposizioni o locuzioni preposizionali come per, da, a, come, in qualità di, ecc . . ecc

I complementi indiretti

I complementi diretti sono numerosissimi e vari, come numerose e varie sono le informazioni e le precisazioni con cui possiamo completare arricchire il significato di una frase . Alcuni di essi sono molto usati, perché esprimono determinazioni che, pur nella loro semplicità, servono a stabilire relazioni fondamentali tra le persone e le cose dell'esperienza quotidiana . Altri sono di uso meno frequente, perché esprimono determinazioni o circostanze meno usuali, ma non certo meno importanti ai fini di una precisa articolazione del pensiero .

Il complemento di specificazione

Il complemento di specificazione spiega o precisa il significato generico del nome da cui dipende . E' introdotto dalla preposizione di, semplice o articolata:


L'insegnante di italiano è assente .


Il rapporto di specificazione che questo complemento stabilisce tra il nome da cui dipende e il nome che regge può assumere valori diversi:


Può esprimere possesso o appartenenza: "Siamo venuti con l'auto di Piero";

Può esprimere un rapporto di parentela: "Lo zio di Marco è un ingegnere elettronico"

Può equivalere a un aggettivo dal quale spesso può essere sostituito in funzione di attributo: "Le feste di Natale sono ormai vicine"

In dipendenza di nomi come amore, odio, pietà, desiderio, paura, attesa, nostalgia, il complemento di specificazione può avere due valori: un valore soggettivo e un valore oggettivo .


"La nostalgia di Gianni era sincera e profonda(=Gianni provava nostalgia = specif . soggettiva)"

"La nostalgia di Gianni impediva a Elena di dormire" (Elena sentiva nostalgia di Gianni = specif . Oggettiva)

Il complemento partitivo

Il complemento partitivo indica il tutto di cui la parola che lo regge indica una parte . E' introdotto dalle preposizioni di o tra (fra):


Uno di noi deve uscire . - Pochi dei presenti hanno riso .


Il complemento partitivo per lo più dipende:


Da un nome indicante quantità: "La maggior parte degli insegnanti ha aderito allo sciopero";

Da un numerale: "Quattordici dei consiglieri hanno votato a favore";

Da un aggettivo di grado superlativo relativo: "Paolo è il più alto fra i suoi comni";

Da un pronome interrogativo: "Chi di voi ha parlato?"

Da un pronome indefinito: "Alcuni dei nostri amici sono già partiti";

Da un avverbio di quantità: "Dammi un po' del tuo panino";


Il complemento di denominazione

Il complemento di denominazione determina con un nome specifico - per lo più un nome proprio - il nome generico che lo precede . E' introdotto dalla preposizione di e determina per lo più:


Un nome geografico come città, isola, penisola, regno, repubblica, comune : "La città di Roma"

Un nome generico come nome, cognome, soprannome, pseudonimo, epiteto, titolo : "Il nonno ha ricevuto il titolo di cavaliere";

Il nome mese : "Il mese di febbraio è molto rigido" .


Il complemento di termine

Il complemento di termine indica, l'animale o la cosa a cui si riferisce o in cui ha "termine" l'azione espressa dal verbo . E' introdotto sempre e soltanto dalla preposizione a:


Bisogna mettere delle toppe al maglione .


Il complemento di termine può dipendere:

Da un verbo transitivo o intransitivo, di cui costituisce spesso il completamento necessario: "Quel libro appartiene a Laura" ;

Da un aggettivo come caro , fedele, grato, contrario, uguale, simile ecc . . ecc . . : "Sono grato a te per l'aiuto datomi";

Da un nome derivato da uno degli aggettivi prima elencati: "La fedeltà alle istituzioni è un dovere di tutti i cittadini";


Il complemento d'agente e di causa efficiente

Il complemento d'agente indica l'essere vivente - persona o animale - da cui viene compiuta l'azione espressa da un verbo passivo:


Questo grattacielo è stato costruito dal nonno .


Quando l'azione viene compiuta da un essere inanimato, anziché di complemento d'agente si parla di complemento di causa efficiente:




Il tiro dell'attaccante fu respinto dal palo .


Come si vede dagli esempi, i complementi d'agente e di causa efficiente sono introdotti dalla preposizione da semplice o articolata . Essi possono anche essere costituiti dalla particella pronominale ne(=da esso, da essa, da essi, ecc . . ) : "Ho assistito alla scena e ne sono rimasto sconvolto" .


Il complemento di causa

Il complemento di causa indica il motivo per il quale si fa o si verifica ciò che è espresso dal verbo . E' introdotto dalle preposizioni per, di, a, da, con, o dalle locuzioni preposizionali a causa di, a motivo di, a cagione di, per via di, per motivi di: "Paolo è stato lodato per la sua preparazione . "

Oltre che in dipendenza da verbi, il complemento di causa può trovarsi in dipendenza anche da nomi o da aggettivi di cui determina il significato: "L'ha stroncato la felicità per la recente promozione" .


Il complemento di fine o scopo .

Il complemento di fine o scopo indica l'obiettivo o lo scopo in vista del quale si compie un'azione . E' introdotto dalle preposizioni per e da e anche, più raramente, in, a, di, oppure dalle locuzioni preposizionali allo scopo di, a scopo di, in vista di, al fine di, e simili: "Lavoriamo per l'allestimento della mostra" .

Il complemento di fine o scopo può determinare anche nomi e aggettivi: "L'impegno per la lotta contro il cancro riguarda tutti" . Come determinazione di un nome, il complemento di fine è molto frequente, introdotto dalla preposizione da, per indicare la funzione o lo scopo cui è destinato un oggetto: "occhiali da sole" .


Il complemento di mezzo o strumento .

Il complemento di mezzo indica il mezzo o lo strumento mediante il quale si compie l'azione o avviene il fatto espressi dal verbo . E' introdotto dalle preposizioni con, per, a, in, di, mediante, attraverso oppure dalle locuzioni preposizionali per mezzo di, grazie a, per opera di :"i ladri hanno forzato la finestra con una leva" . Il complemento di mezzo o strumento può anche essere urato: "Mi ha coperto di insulti "




Il complemento di comnia .

Il complemento di comnia indica l'essere animato con cui ci si trova in una certa situazione o con cui si compie o si subisce una determinata azione . E' introdotto dalla preposizioni con o dalle locuzioni preposizionali insieme con, assieme a, in comnia di:


Vado al cinema con Laura .


Il complemento di unione .

Il complemento di unione indica la cosa insieme alla quale si compie l'azione espressa dal verbo o alla quale un'altra cosa è fisicamente collegata o mescolata . E' introdotto dalla preposizione con o dalle locuzioni preposizionali insieme con, insieme a:


Paolo è partito con troppi bagagli .

Vorrei il pollo con le patate .


Sono complementi di unione anche quelli introdotti dalla preposizione a in espressioni come "pasta alle vongole", "shetti ai frutti di mare" . La preposizione a, infatti, in questo caso, indica l'unione tra i due ingredienti della pietanza . Diverso è, invece, il caso di espressioni come "shetti alla carbonara" o "risotto alla marinara" : in questo caso, infatti, la preposizione a indica il modo in cui le pietanze sono cucinate .


Il complemento di modo .

Il complemento di modo indica il modo in cui si svolge un'azione o si verifica una circostanza . E' introdotto dalle preposizioni con, di, a, per, da, secondo, senza, in oppure da locuzioni preposizionali come alla maniera di, al modo di e simili:


Paolo studia con diligenza . L'uomo camminava a passi lenti .


Spesso il complemento di modo è espresso direttamente da un avverbio di modo (bene, male, rapidamente ecc . . ) oppure da una locuzione avverbiale di modo (alla rinfusa, a malincuore ecc . . ) che formano quello che propriamente si chiama un complemento avverbiale di modo: "Il nonno ama mangiare bene" ; "Non riporre gli abiti alla rinfusa" . Lo stesso ocmplemento di modo, del resto, è in genere sostituibile con un avverbio di modo:


Paolo studia con diligenza Paolo studia diligentemente


I complementi di luogo .

I complementi di luogo esprimono le diverse posizioni nello spazio in cui si può collocare un'azione o un essere vivente o una cosa . Generalmente si distinguono quattro tipi di determinazioni di luogo, corrispondenti ad altrettanti complementi di luogo:


Stato in luogo: "Noi abitiamo in città"

Moto a luogo: "Andiamo in città"

Moto da luogo: "Noi veniamo dalla città"

Moto attraverso luogo: "Noi passeremo per la città"


Il complemento di allontanamento .

Il complemento di allontanamento indica la persona, la cosa o il luogo da cui qualcuno o qualcosa si allontana, si separa o è separato, si libera o si distingue, in senso proprio    o in senso urato . E' retto da verbi indicanti allontanamento, separazione, liberazione, distacco, differenziazione, assoluzione e simili e da nomi e aggettivi di significato affine, ed è introdotto dalla preposizione da:


Luigi è stato allontanato dalla scuola .

I miei disegni sono molto diversi dai tuoi .


Il complemento di origine .

Il complemento di origine indica il luogo o la famiglia o la condizione sociale ed economica da cui proviene qualcuno o qualcosa, in senso proprio o in senso urato . E' retto da verbi come nascere, discendere, provenire, derivare, sorgere, essere o da aggettivi di significato affine come nativo, originario, ed è introdotto dalle preposizioni da e di:


Paolo è nato da un illustre famiglia piemontese .

La mia famiglia è originaria della Sicilia .


I complementi di tempo .

I complementi di tempo indicano le diverse circostanze di tempo in cui può svolgersi l'azione o può verificarsi la condizione espressa dal verbo . Tali circostanze sono molteplici e, quindi, molteplici sono le determinazioni che le indicano . Tra tutte, però, se ne individuano due fondamentali, alle quali le altre sono riconducibili, e che sono i complementi:


Di tempo determinato: "Questa estate ho incontrato Mario" ;

Di tempo continuato: "Ho giocato a tennis per tre ore" .


Il complemento di tempo determinato

Il complemento di tempo determinato indica il momento o l'epoca in cui avviene qualcosa o si verifica la situazione espressa dal verbo . E' introdotto dalle preposizioni in, a, di o da locuzioni preposizionali come al tempo di, ma spesso si trova anche senza proposizione:


Prenderò le ferie in settembre . L'anno prossimo andremo al mare .


Quando l'indicazione di tempo è approssimata, si usano le preposizioni verso, circa, su o la locuzione preposizionale intorno a: "Arriverò verso le dieci . " ; "Vediamoci intorno a mezzogiorno . "

Al complemento di tempo determinato sono riconducibili anche le determinazioni temporali, introdotte da varie preposizioni e locuzioni, che rispondono alle domande:


Prima di quale momento? Prima di chi? Prima di che cosa? : "Svegliami prima delle sette" ;

Dopo quale momento? Dopo chi? Dopo che cosa? : "Dopo le quattordici il centralino telefonico non risponde"

Quanto tempo prima? Quanto tempo dopo? : "Paolo era arrivato un'ora prima"



Quanto tempo fa? : "Ci siamo incontrati un anno fa"

Per quando? Entro quando? : "L'arrosto sarà pronto per le otto"

Fra quanto tempo? : "Fra un mese sarà Natale"


Il tempo determinato può essere espresso anche mediante avverbi come ieri, oggi, adesso, presto, tardi, o mediante locuzioni avverbiali come una volta, un tempo . "Oggi non abbiamo lezione di matematica" ; "Una volta tutto era diverso" . In questi casi, si parla di complemento avverbiale di tempo .



Il complemento di tempo continuato .

Il complemento di tempo continuato indica la durata dell'azione, cioè quanto durano nel tempo l'azione o la situazione espresse dal verbo . E' introdotto dalle preposizioni per, che però può anche essere omessa, o, con lievi sfumature di significato, dalle preposizioni in, durante e oltre:


Luca resterà a Roma (per) dieci giorni .


Al complemento di tempo continuato sono riconducibili anche le determinazioni temporali, introdotte da varie preposizioni o locuzioni, che rispondono alle domande:


In quanto tempo? : "Ho cucito questa gonna in tre ore"

Fino a quando? : "Ho studiato fino alle undici"

Da quando? Fin da quando? : "Da due giorni non penso ad altro"

Da quanto tempo? : "Abito in questa città da due anni"


IL complemento di tempo continuato, come il complemento di tempo determinato, può anche essere espresso da un avverbio come sempre, lungamente, e simili, oppure da una locuzione avverbiale come a lungo, da allora, per sempre: "Ti amerò (per) sempre" .


Il complemento di limitazione .

Il complemento di limitazione precisa entro quali limiti o quale ambito ha valore ciò che è detto da un aggettivo, da un sostantivo o da un verbo . Per lo più, è introdotto dalla preposizione di, ma spesso anche dalle preposizioni da, in, per, a :


Mio zio è alto di statura . Il gattino è cieco da un occhio .


Il complemento di limitazione può essere introdotto anche da locuzioni preposizionali di valore chiaramente limitato come rispetto a, relativamente a, in quanto a, limitatamente a, in fatto di, e simili: "In quanto a idee, Luca è un vulcano . "


Il complemento di paragone .

Il complemento di paragone indica il secondo termine di un confronto tra due esseri animati o due cose o tra due qualità di una stessa persona o cosa:


Mio fratello Paolo, è più alto di mio cugino Antonio .


Con i ativi di maggioranza e di minoranza, il complemento di paragone è introdotto da di: "Anna è meno timida di sua sorella . " Quando sono messe a confronto due qualità diverse di una stessa persona o cosa e il paragone avviene tra due aggettivi, il secondo termine è introdotto dalla congiunzione che: "Nel nuoto Antonio è più veloce che resistente . "

Con il ativo di uguaglianza, il complemento di paragone è introdotto dalla congiunzione come o dall'avverbio quanto, spesso in correlazione con tanto : "Il mio appartamento è grande come il tuo . "


Il complemento di età .

Il complemento di età indica l'età di qualcuno o di qualcosa oppure precisa a che età qualcuno ha compiuto una certa azione o si è trovato in una certa situazione . Nel primo caso, dipende da un nome ed è introdotto dalla preposizione di; nel secondo caso, determina un verbo ed è introdotto dalla preposizione a o dalle locuzioni all'età di, in età di e simili:


La nonna di Paolo è una signora di sessant'anni .

Per esprimere l'età approssimativa, si usa la preposizione su: "Ti ha cercato un uomo sulla cinquantina . "


Il complemento di argomento .

Il complemento di argomento indica l'argomento di cui si parla, si scrive o si tratta . E' retto per lo più da verbi come parlare, dire, raccontare, riferire, scrivere, discutere, trattare ecc . . , oppure da nomi di significato corrispondente come libro, articolo, trattato, discussione, convegno, ricerca, consiglio, parere, discorso, ed è introdotto dalle preposizioni di, su, circa, sopra oppure da locuzioni preposizionali come intorno a, a proposito di, riguardo a:


Tutti parlano bene di te . Mio padre e mio fratello discutono di calcio .


Il complemento di qualità .

Il complemento di qualità indica una qualità o una caratteristica, fisica, morale o intellettuale, di qualcuno o di qualcosa . Determina per lo più un nome ed è introdotto dalle preposizioni di e, più raramente, da, a, con:


Ci rivolgeremo ad un avvocato di grande esperienza .


Il complemento di qualità può determinare anche il predicato, quando è costituito da verbi come essere, apparire, sembrare: "Questo tipo di jeans non è più di moda . " ; "La stoffa sembra di ottima qualità . "


Il complemento di materia .

Il complemento odi materia indica il materiale o la sostanza di cui è fatto un determinato oggetto . Determina un nome o, più raramente, un verbo come fare, fabbricare, costruire, ed è retto dalla preposizione di . Nel linguaggio di livello familiare, si usa anche la preposizione in:


Una ringhiera di legno . Un sacchetto di plastica .


Può essere anche usato in senso urato, riferito a esseri viventi o a concetti astratti: "Quell'uomo ha una volontà di ferro" ; "Carla è una ragazza d'oro . "


Il complemento distributivo .

Il complemento distributivo indica in che modo viene distribuita una determinata cosa in rapporto al tempo, al peso, alla quantità o all'ordine . E' introdotto dalle preposizioni per, a, su, ma talora si presenta anche senza preposizione:


Sergio mangia un chilo di mele al giorno .


Il complemento di esclusione .

Il complemento di esclusione indica chi o che cosa resta escluso da quanto espresso dal verbo . Nel suo valore prettamente esclusivo è introdotto dalla preposizione senza ed esprime il contrario dei complementi di comnia e di mezzo:


Paolo è partito senza mio fratello .


In altri casi, invece, è introdotto dalle preposizioni: fuorché, tranne, eccetto, meno, salvo oda locuzioni preposizionali come: all'infuori, a eccezione di, a parte e simili, ha valore più propriamente eccettuativo, perché eccettua, cioè esclude, una persona o una cosa da ciò che si dice: "Mi piacciono tutti gli sport tranne il pugilato" .

















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