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POGGIBONSI - NOTIZIE STORICHE, NOTIZIE ARTISTICHE, NOTIZIE ECONOMICHE, NOTIZIE CULTURALI, NOTIZIE GASTRONOMICHE, NOTIZIE GEOGRAFICHE E STATISTICHE

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POGGIBONSI


NOTIZIE STORICHE


Età Medievale

Poggibonsi nasce nel 1156, anno in cui fu cominciata l'edificazione di Poggiobonizzo, una fortificazione che occupava la zona in cui oggi è possibile osservare la Fortezza di Poggio Imperiale e la Fonte delle Fate (vedi notizie artistiche); ma l'età dei primi insediamenti in questa zona è ignota. All'interno della fortificazione abitarono varie popolazioni locali. Poggiobonizzo fu a lungo contesa da Siena e Firenze, fino al 1176, quando Siena fu costretta a cedere la roccaforte a Firenze, dopo aver subito una dura sconfitta l'anno precedente nei pressi di Asciano.

Nel 1197 nacque la Lega Toscana, alla quale parteciparono Firenze, Siena, Volterra, Lucca, Prato e S. Miniato. All'interno della lega fu riconosciuta l'indipendenza a Poggiobonizzo, grazie anche alla sua grande popolazione (14.700 abitanti, quando Milano ne contava 150.000, Pisa 40.000 e Orvieto 7.500).

Ma attorno al 1208 Poggiobonizzo e Siena si alleano segretamente contro Firenze, alleanza che divenne poi ufficiale nel 1221, nel quale Siena e Poggiobonizzo si giurano amicizia perpetua.



Nel 1229 scoppia nuovamente la guerra tra Siena e Firenze, conflitto che si protrae per sei anni. Scenario principale della battaglia è la Valdelsa. Quando fu stipulata la pace, si stabilì, fra le altre cose, che fosse sciolta l'alleanza tra Siena e Poggiobonizzo e che quest'ultimo tornasse sotto il controllo di Firenze.

Nacque, tuttavia, un problema: il contrasto tra i guelfi (che erano a Firenze) e i ghibellini (che invece erano la maggioranza a Poggiobonizzo). Tra Poggiobonizzo e Siena i contatti si fecero sempre più stretti e, di fatto, la roccaforte valdelsana era di nuovo alleata con Siena.

Nel 1254 si fa pesante l'avanzata di Firenze verso Siena, al punto che vengono distrutte le roccaforti intorno a Poggiobonizzo, che rimane sola a contrastare l'urto dei fiorentini. Tuttavia Firenze risparmiò il comune, legandolo, comunque, politicamente a sé.

Tre anni dopo, però, Siena e Poggiobonizzo stabilirono patti segreti. Firenze, tuttavia, riuscì a sapere di questi fatti e con un espediente entrò in Poggiobonizzo per distruggerla, ma poi, per fortuna del comune, anziché radere tutto al suolo, lasciò lì un podestà e alcune milizie.

Nel settembre del 1260 scoppio la battaglia di Montaperti, nella quale Firenze perde Poggiobonizzo, che torna, per l'ennesima volta sotto Siena.

Nel 1270 la guelfa Firenze, con l'aiuto di truppe angioine, cinse d'assedio la ghibellina Poggiobonizzo. I poggiobonizzesi, dopo una gloriosa resistenza, abbandonarono di nascosto, provati dalla carestia, la fortezza e scesero a Borgo Marturi che, da allora, prese il nome di Poggibonsi, mentre Poggiobonizzo veniva rasa al suolo.

La supremazia di Firenze su Poggibonsi andò pian piano diminuendo a partire dal 1273, quando papa Gregorio X si fermò qui per alcuni giorni: la leggenda vuole che ricevette un miracolo presso la tomba di S. Lucchese (patrono di Poggibonsi) e prese a cuore il destino del nuovo borgo. Gregorio X cercò di placare Firenze, ma non riuscendoci lanciò una scomunica sulla città.

Nel 1280 furono ristabiliti i vecchi confini con Colle con la restituzione di una parte di territorio perso dopo la distruzione del 1270.

Intanto, godendo la Toscana di un periodo di relativa pace, Poggibonsi poté rafforzare le istituzioni comunali. Dalle cronache dell'epoca veniamo a sapere che Poggibonsi aveva un podestà, la prima autorità della cittadina, che veniva eletto ogni sei mesi sotto la supervisione di Firenze; inoltre aveva Avvocati, Giudici, Procuratori ed un Camarlingo, che amministrava le entrate comunali. Ogni parrocchia del comune ed ogni frazione aveva i cosiddetti Sindaci, che rappresentavano il Comune nelle camne. C'era poi una Commissione di Deputati, eletta per le deliberazioni più importanti.

Attorno al 1280 si stabilì, presso S. Miniato, un vicario imperiale, al quale si rivolsero molti comuni che non vedevano di buon occhio la crescita della potenza fiorentina. Tra questi c'era anche Poggibonsi. Nel 1284 fu intimato a Firenze di non molestare i poggibonsesi. Ma Firenze fu sorda ai richiami, tanto che Poggibonsi si rivolse direttamente all'imperatore Rodolfo di Asburgo, che ordinò al suo vicario di prendere sotto la sua protezione il nuovo borgo e di rinnovare i richiami nei confronti di Firenze.

Intanto la ghibellina Poggibonsi decise di stabilire un accordo con i comuni guelfi, dai quali era circondata.

Quando iniziò la "Cattività avignonese" in seguito alla discesa in Italia dell'imperatore Enrico VII, Firenze, naturalmente, si schierò contro l'imperatore, che però trovò il campo adatto a segrete intese in Poggibonsi.

Attorno al 1310 l'imperatore entrava in Poggibonsi. Enrico VII pensò di riedificare l'antica fortezza di Poggiobonizzo, che, una volta terminata, prese il nome di Poggio Imperiale, e tutt'oggi conserva questo nome.

Questa mossa impensierì molto sia Firenze sia Siena.

Nel 1313, però, l'imperatore morì mentre si recava a Pisa per scongere Roberto d'Angiò, che mandava continuamente aiuti ai guelfi in Toscana.

Firenze cercò nuovamente di cingere d'assedio Poggibonsi e il Poggio Imperiale, ma fu più volte respinta. Tentò allora la strada diplomatica, ma, ancora una volta, i poggibonsesi non ne vollero sapere di diventare sudditi di Firenze, tanto che rafforzarono la difesa di Poggio Imperiale.

Tuttavia, dopo che era rimasta l'unica roccaforte imperiale, Poggibonsi si vide costretta a chiedere la mediazione di Roberto d'Angiò. Con la pace, la fortezza di Poggio Imperiale fu occupata dai fiorentini, che vi instaurarono una guarnigione permanente: Poggibonsi perse nuovamente la sua indipendenza.

Nel 1324 Poggibonsi si scontra con San Gimignano a causa dei confini territoriali.

Nel 1348, poi, arrivò una grande epidemia di peste, della quale parla anche Boccaccio nel Decamerone.

Un'altra grave pestilenza scoppiò anche sul finire del secolo, portata dalle comnie di ventura.

Dopo essere stata vittima di scorrerie da parte di soldati, a causa di alcuni scontri che avvennero nei pressi di Siena nel 1405, Poggibonsi conobbe, ancora una volta, la peste, portata dai fiorentini che scappavano dalla propria città, infestata dal terribile morbo (1411).

Per quasi tutto il XV secolo Poggibonsi e Poggio Imperiale furono utilizzati da Firenze come roccaforti contro vari potenziali nemici, che minacciavano il capoluogo toscano. Per fortuna, molte volte lo scontro venne evitato o si spostò in altre zone della Toscana.

Nel 1479, però, Poggio Imperiale e Poggibonsi furono attaccate dal duca di Calabria, che già da un anno stava attaccando la Toscana, cogliendo di sorpresa Firenze che non riuscì a resistere all'attacco; ma Firenze, con la pace firmata nel 1481, riacquistava le roccaforti valdelsane.


Età Moderna


Nel 1550 si riaccendono i contrasti tra Siena e Firenze. Quest'ultima, temendo che Poggibonsi le divenisse ostile, come già aveva fatto in passato, fece demolire gran parte delle mura del comune valdelsano. Al termine degli scontri, anche Siena cade in mano fiorentina: la fortezza di Poggio Imperiale non serviva più a Firenze per difendere i propri confini.

Nel Seicento, Firenze scivola lentamente nella mediocrità che contraddistinse molti Stati italiani a quel tempo.

Con essa si trascinò dietro i suoi territori, Poggibonsi compresa. In questo secolo, infatti, non ci sono fatti di particolare rilievo. L'unico avvenimento da segnalare fu il ritorno della peste nel 1632, che infierì per quasi un anno.

Per circa un secolo, le cronache non ci danno notizie di particolare rilievo storico. Nel 1808, tuttavia, sappiamo che, assieme a tutta la Toscana, Poggibonsi cade in mano francese. La Toscana è divisa in tre dipartimenti: quello del Mediterraneo con sede a Livorno, quello dell'Arno con sede a Firenze e quello dell'Ombrone con sede a Siena. Stranamente Poggibonsi fu annessa al dipartimento del Mediterraneo. I poggibonsesi, però, protestarono a lungo per questa illogica divisione e nel 1811 Poggibonsi passò sotto la prefettura di Siena.

Intanto l'amministrazione napoleonica provvede all'istituzione di vari uffici ed enti amministrativi, nonché alla prima numerazione delle case.

Nel 1860, dopo le guerre d'indipendenza che coinvolgono tutta la penisola, a Poggibonsi viene votato, a suffragio universale, per l'annessione al regno di Vittorio Emanuele II: su 1758 votanti, 1725 votano a favore dell'annessione.

Il 14 ottobre 1849 viene inaugurata la ferrovia Empoli - Siena e Poggibonsi fu uno dei centri di maggiore attività.

Sul piano amministrativo, sul finire del XIX secolo, Poggibonsi edifica una scuola media, istituisce un corpo di pompieri e, primo borgo della Valdelsa, ha il suo impianto d'illuminazione elettrica.


Età contemporanea


Questa è l'età tristemente famosa per i suoi due grandi conflitti bellici.

Nella Prima Guerra Mondiale Poggibonsi non fu tra gli scenari della lotta, che fu combattuta prevalentemente nell'Italia settentrionale, ma contribuì alla guerra con più di mille soldati. Inoltre ospita molti rifugiati di guerra. Nell'immediato dopoguerra era avvertibile la tensione, tanto che, attorno al 1920, scoppiano vari tumulti a Siena, Poggibonsi e nelle zone vicine, nei quali intervenne la polizia.

La Seconda Guerra Mondiale interessò, invece, tutta Italia, Poggibonsi compresa. Il comune valdelsano, oltre ad inviare, come già aveva fatto nel primo conflitto, i suoi soldati a combattere, è più volte bombardato nel 1943.

Il primo attacco fu sferrato alle 20:30 del 9 novembre: aerei americani lanciano i bengala e sei grosse bombe cadono sul colle di Montelonti.

Il secondo bombardamento ci fu alle 12:30 del 27 dicembre, quando circa cinquanta bombe piovono su Poggibonsi.

Ma l'incursione più massiccia e disastrosa avvenne il 29 dicembre dello stesso anno, alle 13:15. Numerose "fortezze volanti", ad ondate successive, sganciarono bombe di grosso calibro. Le vittime furono settantadue, più un numero imprecisato di feriti. Molti edifici, trai quali alcune fabbriche, la caserma dei Vigili del Fuoco e il teatro furono rase al suolo. Da questo giorno cominciò l'esodo dei poggibonsesi verso le camne, per cercare rifugio dalla morte che veniva dal cielo. Ancora oggi tale episodio è vivo nella memoria di molti abitanti, che tutti gli anni, il 29 dicembre, ricordano questo tragico fatto. Ma i bombardamenti per il centro valdelsano non finirono. Si calcola che, prima della fine della guerra ci siano stati, fra bombardamenti e mitragliamenti a bassa quota, circa sessanta incursioni.

Finalmente, nel luglio del 1944, Poggibonsi è liberata dai nazisti per opera degli alleati.

Anche a Poggibonsi, come un po' in tutta Italia, si costituisce un Comitato di Liberazione Nazionale.

Intanto, mentre in alcune parti d'Europa si combatteva ancora contro i tedeschi, i poggibonsesi fecero ritorno nella loro città, che era diventata lo spettro di ciò che era prima. Quasi i tre quarti delle abitazioni erano andate distrutte, mentre la restante parte era gravemente danneggiata. In più, durante la guerra, la popolazione era stata divisa tra partigiani e repubblichini, per cui sembrava lontana la ricostruzione. Invece i poggibonsesi, memori della loro antica unione cancellarono i rancori, si rimboccarono le maniche e cominciarono a ricostruire.

Da alcune fonti di quel periodo apprendiamo che, già alla fine di giugno 1946, a Poggibonsi erano tornati in attività i forni dei panettieri.

Da allora Poggibonsi è stata ampiamente ricostruita e si è ampliata. Le cicatrici della guerra, se non nei ricordi dei cittadini più anziani, non si vedono più.



NOTIZIE ARTISTICHE


Chiesa di S. Lorenzo o Chiesa di Sotto; situata in Piazza Savonarola, la prima edificazione risale al 1300; al suo interno è possibile ammirare il Crocefisso, un'opera in legno della prima metà del '300, attribuita a Giovanni d'Agostino.

Chiesa Collegiata o Chiesa di Sopra, dedicata a S. Maria Assunta; situata nel tratto finale di via della Repubblica (chiamata anche via Maestra), sorge, dall'Ottocento, dove prima sorgeva la chiesa di Borgo Marturi.

Basilica di S. Lucchese; situata su un promontorio poco fuori il centro cittadino, anch'essa appartiene al Trecento; all'interno della basilica sono conservate le spoglie del Santo frate francescano; tra le opere d'arte che si possono ammirare al suo interno vi sono: un affresco del 1515, fedelmente ricostruito dopo un danneggiamento, attribuito a Raffaellino Carli, che rappresenta Gesù in sembianze d'ortolano che appare a Maria Magdala; due affreschi, probabilmente di Bartolo di Fredi, rafuranti il martirio di S. Andrea e l'opera di carità di S. Nicolò Vescovo; in una nicchia sono rafurati la Madonna col Bambino, S. Antonio Abate e S. Cristoforo, attribuiti a Giotto; vi sono poi altre opere (pulpiti, crocefissi, altri dipinti ed affreschi) tutti precedenti il 1600.

Cappella della Magione; anch'essa situata poco fuori Poggibonsi, lungo le rive del torrente Staggia, è chiamata più semplicemente, la Magione, comprendendo anche l'edificio attiguo, che un tempo fu un ospizio dei pellegrini; probabilmente questa costruzione risale all'anno 1000, mentre la cappella è degli ultimi anni del XI sec. o dei primi del XII.

Santuario di Romituzzo; situata in una zona decentrata di Poggibonsi verso sud, risale alla seconda metà del '400.

Chiesa di S. Pietro a Cedda; si trova a qualche chilometro da Poggibonsi, sulla strada Chiantigiana che porta a Castellina in Chianti, risale al secolo XI o XII;

Fonte (o Fontana) delle Fate; situata sulla strada che porta alla Basilica i S. Lucchese, risale ai primi del Duecento ed è opera di Balugano da Crema.

Fortezza di Poggio Imperiale; sorge vicino alla Fonte delle Fate e fu voluta da Lorenzo il Magnifico, riprendendo il progetto di Enrico VII (vedi Notizie storiche), che affidò l'incarico del disegno a Giuliano da Sangallo, mentre i lavori furono eseguiti sotto la direzione di Antonio Picconi, detto, anche lui, da Sangallo; adesso, all'interno della fortezza, è possibile osservare degli scavi archeologici, che hanno portato alla luce antiche abitazioni.

Castello di Badia; posto sul colle di Poggio Marturi, visibile anche dalla fortezza, dalla Fonte delle Fate e dalla Basilica di S. Lucchese, la sua datazione è incerta, ma sicuramente anteriore all'anno 1000.

Castello di Strozzavolpe; posto a qualche chilometro da Poggibonsi, il castello, il quale sembra anch'esso precedente all'anno 1000, domina dal suo colle tutta la città.

Chiesa di S. Andrea a Papaiano detta anche di S. Rocco; sorge su una collina a est di Poggibonsi, ma è ben visibile dalla città; questa costruzione risale al secolo IX, anche se è stata completata in epoche diverse; al suo interno c'è un affresco, che rappresenta Gesù e la Madonna con alcuni Santi, attribuito alla scuola del Ghirlandaio.

Mura di Staggia; situate nella frazione poggibonsese, queste mura, che cingono tutto il paese, risalgono al 1431.

Chiesa di S. Maria Assunta; anch'essa è a Staggia, ed è datata probabilmente XIII secolo; al suo interno si trovano diversi dipinti dell'epoca.

Porta del lavoro; opera moderna dell'artista Calonaci, è posta in via del Colombaio.

Porta d'Europa; altra opera del Calonaci, è situata in loc. Salceto, vicino all'uscita della superstrada Siena - Firenze, venendo da Firenze.

Fontana in Piazza Matteotti; situata davanti al Palazzo Comunale e alla Chiesa Collegiata.


NOTIZIE ECONOMICHE


Per molto tempo, durante il Medioevo, Poggibonsi visse di agricoltura, cercando di far fronte alle carestie che, specie dopo un lungo periodo di guerra, si presentavano.

Sul finire del Cinquecento, si diffuse a Poggibonsi la coltivazione del gelso, le cui foglie servono al nutrimento del baco da seta. Sappiamo anche che, nel 1596, una nuova carestia colpì Poggibonsi.

Ancora nel Settecento, Poggibonsi era un borgo ad economia prevalentemente agricola e le terre erano coltivate con il sistema mezzadrile. Ma già in quel periodo, accanto ai contadini, vivevano a Poggibonsi anche mercanti ed artigiani; inoltre c'erano anche dei ricchi possedenti, ai quali era riservato anche il potere.

L'economia poggibonsese comincia a farsi più variopinta dalla metà dell'Ottocento circa. Infatti, pur continuando l'attività agricola a regime prevalentemente mezzadrile, esistevano già a Poggibonsi concerie, alcuni mulini, qualche telaio, una tipografia, due fabbriche di paste alimentari, fornaci, vetrerie (famosa era quella dell'Ancilli, andata distrutta nella Seconda Guerra Mondiale), ecc.

Oggi Poggibonsi è piuttosto sviluppato dal punto di vista economico: conta, al suo interno, numerose industrie di vario genere.


NOTIZIE CULTURALI


Dal punto di vista folcloristico, a Poggibonsi vengono festeggiati due avvenimenti principalmente.

Il ventotto di aprile, a Poggibonsi, si festeggia San Lucchese, Patrono della città. Tutta la popolazione, molti giovani della zona accorrono per festeggiare. La strada che porta alla Basilica, in quel giorno, è costeggiata da decine di bancarelle, mentre i prati lì vicini sono invasi dai giovani. Quasi tutti, specie, ancora una volta, i più giovani, si trattengono fino a sera, quando, dal Poggio Imperiale, vengono sparati i fuochi artificiali.

Un'altra tradizione di Poggibonsi, meno sentita di quella di S. Lucchese, è la festa per la Madonna di Romituzzo, che avviene la prima domenica di maggio. Anche qui ci sono bancarelle e fuochi artificiali la sera di domenica.

Sotto un aspetto più culturale, Poggibonsi ha una biblioteca abbastanza ben fornita; inoltre la città della Valdelsa, può vantare un artista del calibro del Calonaci, che si sta affermando a livello nazionale, nonché di un attore comico, Novello Novelli, interprete, oltre che di molti film con Francesco Nuti, della divertente pubblicità dell'aperitivo in cui impersonava Galileo Galilei.


NOTIZIE GASTRONOMICHE


Un piatto tipico toscano è certamente la bistecca alla fiorentina: la ricetta originale vorrebbe che la bistecca pesasse 750 grammi e fosse cotta sulla griglia e servita "al sangue"

Altro piatto tipico della zona è la ribollita: essa consiste in una zuppa di pane e fagioli, con altre verdure; una volta pronta la zuppa viene fatta raffreddare. Quando è fredda viene ribollita (da qui il nome) e servita condita con un filo d'olio crudo.

Non bisogna poi dimenticare i famosissimi vini del Chianti, rinomati in tutto il mondo.


NOTIZIE GEOGRAFICHE E STATISTICHE


Poggibonsi è la città maggiormente popolata della provincia di Siena, dopo Siena stessa: conta, infatti, circa 27 mila abitanti, di varie nazionalità (grande, infatti, è stata l'immigrazione negli ultimi tempi). Essa sorge nella Valdelsa, al confine tra la provincia di Siena e quella di Firenze. Da qui passa la Cassia, antica strada romana che collegava Roma ad Arezzo, e la superstrada Siena - Firenze, chiamata anche Auto-Palio.




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