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Persia

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Persia


Nome di uno dei più antichi e potenti imperi del Medio Oriente, che, attraverso varie e talora profonde mutazioni di confini politici, ha conservato fino ai nostri giorni gli elementi di una civiltà e di una cultura originali. Il nucleo attuale dell'antica Persia si chiama dal 1935 Iran.


STORIA

I Persiani appartenevano alla stirpe indo-europea ed erano stanziati nella Perside propriamente detta. Assoggettati, nel VII sec. a.C., dai Medi, si sottrassero al dominio di questi grazie all'opera dell'iniziatore della dinastia degli Achemenidi, Ciro il Vecchio, che sconfisse (550) il loro ultimo re Astiage. Durante il suo regno (558-528) Ciro s'impadronì della Lidia, di tutta l'Asia Minore, delle regioni intorno al Caspio e di Babilonia. Il successore, Cambise (529-522), conquistò l'Egitto (525), mentre sotto Dario I (522-485) l'Impero persiano, che già si estendeva dal Caucaso all'Indo e dal Mar Nero al Mar Mediterraneo e al Mar Rosso, volle affacciarsi all'Europa, intraprendendo senza successo spedizioni contro gli Sciti (516) e contro i Greci (490). A Dario succedette (485-465) il lio Serse, che ritentò l'impresa (481) contro i Greci, uscendone battuto a Salamina e a Platea (v. Guerre persiane). Sotto il principato di Dario III (335-330) avvenne la conquista macedone a opera di Alessandro Magno e cessò di esistere l'Impero degli Achemenidi. Passata successivamente sotto il dominio dei Seleucidi, degli Arsacidi e dei Sassanidi, dopo il 642 d.C. tutta la Persia cadde in potere degli Arabi e in capo a un secolo si giunse alla sua pressoché integrale islamizzazione. Alla dinastia degli Omayyadi si sostituiva, verso la metà dell'VIII sec., quella degli Abbasidi. La mancanza di un centro unitario lasciò, in seguito, la Persia per quasi otto secoli in balia di diversi potentati musulmani. Seguì, nella prima metà del XIII sec., la grande invasione dei Mongoli, i quali, in particolare all'epoca di Gengis Khan, devastarono la Persia. Alla fine del XIV sec. ebbe luogo una seconda invasione mongolica, guidata da Tamerlano, che portò la Persia a far parte di un nuovo immenso impero. Nel XVI sec. la dinastia turca dei Safawidi, con l'unificazione di pressoché tutto l'altopiano iranico, creò le basi essenziali di quello che è ancor oggi lo Stato persiano e permise l'introduzione nel Paese della dottrina eretica sciita. Dal 1794 al 1925 governò la dinastia dei Cagiari. Durante il loro regno si attuò in Persia la duplice penetrazione russa e inglese che, unita alla debolezza degli ultimi sovrani, provocò quel risveglio nazionale da cui nacque il moderno Iran.



LINGUA

Lingua ufficiale dell'Iran, il persiano è la più importante lingua iranica oggi parlata; fuori dall'Iran, è ancora ampiamente diffuso in Afghanistan, Pakistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan. Questa lingua, detta in persiano frs, si è costituita sulla base dell'antico dialetto sudoccidentale della provincia ancor oggi detta Fars, e con l'apporto di elementi dialettali settentrionali e orientali. Il persiano ha una storia plurimillenaria nella quale si possono distinguere tre periodi principali: quello del persiano antico (secc. VI-IV a. C.); quello del mediopersiano (250 a. C.-642 d. C.); quello del neopersiano (dal sec. VIII a oggi).

LETTERATURA

Del periodo che va dal VI sec. a. C. al 651 d. C., anno della conquista araba, poche sono le testimonianze di un'attività letteraria in Persia. Restano iscrizioni monumentali dei re achemenidi Dario, Serse e Artaserse (VI-IV sec. a. C.) e, soprattutto, l'Avesta, il libro che contiene il pensiero del profeta e riformatore Zaratustra. Nei primi due secoli di dominio arabo l'attività letteraria persiana si intensifica e la lingua modifica, contaminandosi con quella araba, fino a dare origine al farsi  (neopersiano). La raffinata ed elegante letteratura neopersiana si esprime nelle forme della lirica amorosa (gazal), della quartina (ruba'i), del poema lungo (masnavi) e della qasidah (simile al gazal, ma di estensione maggiore) di origine araba. Tra i primi protagonisti di questa rinascita emergono, nel IX e nel X sec., Rudaki, Daqiqi e Firdusi, il più grande di tutti. Nel XII sec. ha inizio un'età di splendida fioritura letteraria che trova nel poeta 'Omar Khayyam un rappresentante notissimo e apprezzato anche in Occidente. La prosa raggiunge la maturità con i Quattro articoli di Nizami 'Aruzi. Ai tre secoli che seguono appartengono alcuni tra i maggiori scrittori della Persia Sa'di (1184-l291), autore del Roseto, elegantissima raccolta di racconti brevi, Rumi (1207-l273), che compone nel Poema spirituale splendidi versi mistici, Hafiz (ca. 1319-ca. 1390), al quale si devono i più raffinati gazal dell'intera letteratura islamica. L'epoca classica si conclude verso la fine del '400 con i grandi e armoniosi masnavi di Giami. Col XVI sec. ha inizio un periodo di decadenza causato anche dalle gravi vicende politiche e sociali che travagliano il Paese. Molti poeti si rifugiano in India alla corte del Gran Mogol, dando vita a quel cosiddetto 'stile indiano' che ha il suo massimo rappresentante in Sa'ib di Tabriz (1601-l677). Solo agli inizi del XX sec. si ha una ripresa della vita letteraria. Sotto l'influenza occidentale, gli scrittori persiani abbandonano l'imitazione classica per esprimersi in nuove forme letterarie e in una lingua rinnovata, più adatte ai moderni temi sociali trattati. Nel panorama contemporaneo sono da segnalare il novelliere realista Muhammad 'Al i Gamal-Zada (1895) e Sadeq Hidayat (1903-l951). Nella poesia emergono Farrukhi Yazdi (1888-l938), Abu 'l-Qasim Lahuti (1887-l957), Parvin e 'Tesami (1906-l941) e Mirza Tagi Khan Bahar.

ARTE

Tipica e grandiosa manifestazione dell'arte achemenide sono gli imponenti palazzi reali di Pasargade, Susa e Persepoli, sorgenti su grandi terrazze artificiali e caratterizzati dalla presenza di una sala centrale delle udienze (apadana), con il tetto sorretto da file di colonne slanciate, lisce o scanalate, fiancheggiata da numerosi ambienti minori. Influssi assiro-babilonesi sono chiaramente visibili nei bassorilievi dei portali e dalle lastre che fiancheggiano le scale reali. Di probabile ispirazione egiziana sono invece le tombe rupestri di Naqsh-i Rustam (Persepoli). Strettamente associata alla raffinata vita di corte è la produzione di oggetti in metallo, lavorati a sbalzo o a cesello, di gioielli d'oro o d'argento e di piccole statuette, giunti solo in parte fino a noi. Al periodo ellenistico risalgono bellissime ceramiche a vernici verdi-azzurre e alla dominazione partica la creazione dell'ivan, grande sala a volta aperta sul davanti e chiusa sul retro, divenuta poi tipica dei palazzi sassanidi (secc. III-VII) di Firuzabad, Sarvistan, Ctesifonte e Kish, decorati con bassorilievi d'ispirazione achemenide. Tipici dell'arte sassanide sono le decorazioni urate e ornamentali a stucco, le ceramiche, il vasellame prezioso lavorato a sbalzo o a cesello con scene di caccia e di festino, le pietre dure intagliate e le stoffe di seta urate. Nell'architettura della dominazione araba compaiono il tipo della moschea, costruita in mattone cotto e decorata con stucchi e mosaici di ceramica colorata (moschea maggiore di Esfahan, moschea di Shiraz), e quello del mausoleo, a torre (Damghan) o a cupola (mausoleo di Sangiar). Splendida fioritura raggiunsero anche la miniatura (a Baghdad), la toreutica (a Khorasan), la ceramica (a Kashan) e l'industria dei tappeti. La conquista mongola portò in Persia un'ondata di motivi provenienti dall'Estremo Oriente, prontamente stilizzati e incorporati nel patrimonio di forme persiane. Sotto i Safawidi si ha l'ultima grande fioritura dell'arte persiana che lentamente decade nei secoli successivi. Si costruiscono grandi moschee (moschea reale di Esfahan), raffinatissimi palazzi a forma di padiglione o di chiosco, circondati da parchi, caravanserragli, bazar e ponti; mirabile sviluppo raggiungono l'arte libraria (a Tabriz e a Esfahan), l'arte tessile (sete, broccati d'oro e d'argento, arazzi, velluti e tappeti), la toreutica (armi da parata cesellate in oro) e la ceramica.





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