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Piazza San Marco Storia e relazione con Venezia

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Piazza San Marco Storia e relazione con Venezia


Situata nel Sestiere di San Marco (il Sestiere è un'unità geografico-amministrativo caratteristica di Venezia), dalla quale quest'ultimo deriva il nome, la Piazza San Marco è una delle più celebri piazze del mondo e, indiscutibilmente, la più elaborata area monumentale della città lagunare.


Fin dalla sua nascita è stata teatro d'importanti vicende storiche e politiche della repubblica marinara, ed in essa si situano la Basilica di San Marco che, secondo la tradizione, ospita le spoglie dell'evangelista, e il Palazzo Ducale, sede del potere politico della Serenissima. Inoltre nella piazza venivano svolte svariate attività economiche come i traffici commerciali, intuibile anche dalla presenza di un grande pozzo, ricoperto nel corso del Settecento.




Nel corso dei secoli la piazza accentrò in sé i punti focali del potere religioso e politico; dal VI secolo in poi la chiesa di S.Teodoro, risalente al 560, contribuì notevolmente all'importanza spirituale della piazza, essendo dedicata al culto del santo patrono. Il potere temporale veniva rappresentato nella piazza dal Palazzo Ducale, sede del doge, e, nel suo primo impianto, fu bruciato insieme alla Basilica in seguito a tumulti popolari nel 976.


La piazza, come già detto, deve il suo nome alla Basilica, che contiene le spoglie di San Marco trafugate nell'828 dai due mercanti veneziani Rustico da Torcello e Buono da Malamocco, che le depositarono in una cappella del palazzo ducale, ove rimasero per brevissimo tempo, poiché fu subito edificata dal doge Giustiniano Partecipazio un santuario per il culto del santo che la città aveva scelto come patrono, e occupò il posto della precedente dedicata a San Teodoro. La Basilica di San Marco è il luogo ove più di ogni altro ruotò la vita religiosa e pubblica veneziana, e dove avveniva la consacrazione vescovile. E' da ricordare la prima funzione della Basilica, quella di cappella dogale; solo in seguito divenne una chiesa aperta alla venerazione pubblica come cattedrale di Venezia nel 1807.



Nella complessa struttura della piazza, sotto il cui nome sono comunemente identificati vari elementi di un sistema urbanistico più ampio, legati da stretti rapporti d'interdipendenza funzionale e formale, è necessario discernere tra la piazza propriamente detta (l'unica della città a fregiarsi di questo nome), ove sono collocati il Campanile e la Basilica di San Marco, e nella quale si apre l'ottocentesca Ala Napoleonica, dal 1922 ospitante le collezioni più consistenti del Civico Museo Correr, dalla piazzetta omonima, aggiunta solamente nel XII secolo, adiacente alla maggiore e rivolta sul bacino di San Marco. Nella piazzetta, ottenuta mediante il prosciugamento dell'area adiacente al Palazzo Ducale e al canale che separava quest'ultimo dalla terraferma, si trovano due colonne monolitiche, collocatevi nel 1172, sorreggenti le efi marmoree di San Teodoro, primo patrono della città, e di San Marco, rafurato nella classica iconografia di leone alato recante sotto una delle zampe anteriori un Vangelo aperto. La piazza si estende per 176 m di lunghezza frontalmente a San Marco, ed è larga 80 metri dal lato della basilica, e 60 davanti all'Ala Napoleonica.


La storia della piazza dovette inizialmente essere fortemente condizionata dalla presenza dell'acqua, e secondo alcune fonti si ritiene probabile una pianta originaria molto diversa da come oggi la conosciamo, caratterizzata dalla presenza di una darsena primitiva e dall'assenza come già detto della piazzetta, strappata al mare in un secondo momento. Inoltre la piazza era attraversata dal Canale Batario, che la tagliava nel mezzo, e il Palazzo Ducale era separato dalla Piazza da un ulteriore corso d'acqua, il rio di Palazzo. La piazza era attraversata anche due canali disposti longitudinalmente, alle spalle delle Procuratie Vecchie, l'altro coincidente con le Procuratie Nuove.


La presenza delle forniture idriche, e la completa navigabilità dei canali, ci lasciano presupporre la presenza d'attività commerciali nella piazza, oltre alla vicinanza nei pressi del ponte di Rialto, che, rivestendo una funzione portante nei traffici cittadini, avvalora questa tesi. Nell'area della piazza, come già detto, confluivano i vari percorsi pedonali principali, tra i quali particolarmente degno di nota risulta quello di Rialto.


Nel corso dei secoli dall'impianto originario la Piazza ha subito numerose modifiche e apporti formali, tra cui non si possono evitare di citare l'Ala Napoleonica, sorta nel XIX secolo al posto della chiesa di San Geminiano, o le Procuratie Nuove e Vecchie, le une del XIII secolo, le altre iniziate nel 1582, residenze dei procuratori veneziani, o, inoltre, le numerosissime migliorie apportate alla Basilica di San Marco, riedificata nel 978 per ordine del doge Pietro Orsolo in seguito alla distruzione del 976, e arricchita nel tempo con mosaici, marmi (la struttura originaria era in mattoni) e infine con le caratteristiche cupole a cuspide orientaleggianti di gusto bizantino; la Basilica conta principalmente tre fasi: la prima, la fondazione, risale all'829; la ricostruzione, che avvenne nel 976; l'ultima iniziò nel 1060, sotto il doge Cantarini.


La Basilica giunge al suo completamento nel secolo XV con l'innalzamento delle cupole e la relativa trasformazione a cuspidi, che slanciò ulteriormente le svettanti altezze della chiesa, che doveva ormai competere con le limitrofe costruzioni, tra le quali il Campanile, ultimato nella sua architettura caratteristica nel '500 con la cuspide che fece lievitare l'altezza a circa 100 m, e ulteriori miglioramenti vennero apportati nel XVI secolo, con l'aggiunta al corpo basilicale della chiesa di S. Germiniano, anch'essa ampliata successivamente alle accresciute dimensioni della piazza durante il periodo medievale.


L'impianto basilicale, come l'architettura circostante, sono frutto di una serie di modifiche e d'apporti realizzati ben oltre il 1060, cosicché non è possibile una datazione precisa dell'architettura, come in tutta la città di Venezia, frutto di numerose ricostruzioni con stili differenti e in epoche lontane fra loro.


Apporti molto marcati sono quelli al lato meridionale della piazza, quando nel '500, al fine di completare i progetti di Sansovino, iniziò una fioritura dell'edilizia e dell'architettura, a partire dall'edificazione della Libreria Marciana (o Sansoviniana), fino ad arrivare alla Zecca, alle Procuratie Nuove, iniziate nel 1582 da Scamozzi, e terminate da Longhena. Con questi ultimi apporti la piazza subisce un cambiamento molto più radicale rispetto al precedente, essendo arretrate alcune costruzioni, come l'ospizio Orseolo, che si trovò sulla stessa linea del campanile della chiesa.


In seguito ai vari interventi, protrattisi per metà del secolo XVII a causa delle dimensioni stesse delle progettazioni, e, successivamente, vengono aggiunti alcuni ambienti minori, come la Piazzetta dei Leoni, nella quale venne riedificata la chiesa di San Basso, a partire dal 1676, esistente fin dal IX secolo, ma distrutta da un incendio pochi anni prima, esattamente nel 1671, e successivamente vennero aggiunti i due leoni marmorei dai quali la piazza prese il nome, e le pavimentazioni vennero rifatte su un impianto precedente del 1267 nel 1889.


Nell'Ottocento si chiudono le varie fasi che hanno contribuito all'abbellimento e all'arricchimento formale della piazza, con gli interventi subiti dai Granai di Terranova, demoliti e sostituiti con un giardino, alterando così l'equilibrio terra/acqua che aveva caratterizzato la piazza fino a quel momento, equilibrio giocato interamente sul rapporto tra il Palazzo Ducale e i Granai; la facciata del Palazzo Patriarcale viene sostituita dalla più organica saldatura dell'edilizia che prima mediava il raccordo con il tessuto edilizio minore della città. Possiamo ricordare anche l'apertura del bacino Orseolo sul retro delle Procuratie Vecchie e l'edificazione dell'Ala Napoleonica, che chiude definitivamente la serie di modifiche apportate alla piazza, eccettuati alcuni modesti interventi effettuati nel corso del Novecento, come, per esempio, il campanile, edificato insieme alla chiesa in separata sede e subito ricostruito dopo l'improvviso crollo nel 1902.


Attualmente il ruolo rivestito dalla piazza si conura prevalentemente come turistico-monumentale, permettendo una migliore conoscenza della storia della città, e consente di ammirare delle opere di raro pregio artistico e nonostante non rivesta più un ruolo politico-amministrativo, continua ad essere il cuore della città veneziana.







BIBLIOGRAFIA


AA.VV. "Guida d'Italia" Touring Club Italiano


AA.VV.  "Città in CD-ROM - VENEZIA" De Agostini Multimedia








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