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Scenari da fiction: l'attacco all'America.

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Scenari da fiction: l'attacco all'America.

Nulla, nella storia americana aveva straziato la nazione come la giornata dell'undici settembre scorso. Nessun nemico esterno aveva mai colpito l'America dall'aria e con tanta violenza, scegliendo i più ovvi simboli del suo potere economico e politico.Nessun aggressore era riuscito a paralizzare le reti di comunicazione, i telefoni cellulari, i trasporti aerei, il comando politico e militare, i ministeri, il Pentagono, le banche, le Borse come è facile fare in una società libera e aperta. E invece pochi giorni fa, dopo il primo schianto dell'aereo di linea contro una torre del World Tride Center, gli aeroporti,

dall'Atlantico al Pacifico, sono stati chiusi, i treni del metrò si sono fermati, il mercato dei cambi si è bloccato,Wall Street ha chiuso, i palazzi adiacenti sono stati evacuati, le scuole sono state chiuse, il Presidente si è rifugiato sul suo Air Force,il quale seguiva una rotta segreta, poiché il nemico sconosciuto ha dimostrato di poter colpire dovunque. Una tragedia politica inconcepibile che amplifica in maniera spaventosa la folle potenza dei kamikaze e svela una vulnerabilità improvvisa della superpotenza mondiale. Tutto è accaduto con la semplicità dell'impossibile: un aereo dirottato, che di prima mattina

arriva sopra Manhattan, punta sulla prima delle due torri e la centra; diciotto minuti dopo, e un secondo aereo che penetra la seconda torre con la facilità naturale di un video game e distrugge con quell'incendio mortale, la sicurezza americana e il sentimento di superiorità militare occidentale. Hanno dirottato anche un terzo aereo sul Pentagono, violandolo e mandandolo a fuoco. Il doppio simbolo americano è stato scelto

con cura. Il potere (economico, commerciale, finanziario) a New York, la potenza (militare, di difesa e di offesa) a Washington. Oggi quei simboli sono ridotti ad un cumulo di macerie: buona parte del Pentagono è stata divorata dalle fiamme, le torri sono addirittura crollate su se stesse, con tutta Manhattan che fuggiva dalle zone circostanti. È difficile capire com'è stato possibile che i sistemi di sicurezza americani,



sono saltati, tutti insieme. È facile purtroppo pensare al dramma all'interno degli aerei dirottati (un quarto è caduto in Pennsylvania), con i passeggeri e l'equigio, trasformati in un kamikaze collettivo. Copisce la crudele violenza di chi ha orchestrato l'orrore, sacrificando fuori da ogni guerra dichiarata, migliaia di civili innocenti pur di portare il terrore nel cuore dell'America. Il Presidente Bush ha parlato di "tragedia nazionale". Dopo questi attantati che hanno seminato panico, distruzione e morte, il

mondo intero è in allarme. Per la Nato quello di New York e Washington non è stato solo un attacco agli Stati Uniti, ma all'intera Alleanza Atlantica, infatti il Consiglio Atlantico ha approvato una dichiarazione in cui si afferma di considerare gli attentati agli States come un attacco armato contro tutti i Paesi membri. Il nostro Presidente Carlo Azelio Ciampi e il capo del Governo Silvio Berlusconi, hanno posto l'Italia in prima linea accanto agli Stati Uniti e appoggiano l'attegiamento di Bush, al quale sono già stati assegnati poteri di guerra. I capi delle diplomazie dell'Unione Europea sono unanimi nella decisione di aiutare gli Usa. Accanto ai sentimenti di dolore, tristezza e orrore, c'è chi ha tratto gioia e soddisfazione nel vedere gli Stati Uniti in ginocchio: i Paesi islamici che non si sono di certo limitati nei festeggiamenti; e proprio contro questi ultimi si intende agire, poiché il responsabile ha di certo l'appoggio di questi Paesi che hanno costruito sul dolore altrui il loro potere di rivalsa contro gli Usa, infatti tutto l'Islam si è unito per colpire gli americani, e chi li appoggerà nella guerra che secondo Bush porterà la vittoria americana, ma che di certo tutti noi speriamo vivamente che non avvenga, anche se è quasi impossibile rivendicaretutte le povere vittime.







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