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Scienza e potere : attualità di un dibattito



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Scienza e potere : attualità di un dibattito


Non tutto ciò che dicono gli scienziati è ascoltato nella stessa maniera dai loro interlocutori politici o amministrativi. Se le scienze ci insegnano molte cose sul mondo e sui rischi che le nostre attività corrono, non tutto ciò che ci insegnano è anche preso in considerazione; coloro che dovrebbero tenere conto di una previsione "inquietante" riguardo un dato fatto scientifico possono permettersi di esigere prove ancora impossibili da produrre e utilizzare questo pretesto che non è stato provato nulla per non fare niente? Vale anche il discorso opposto: può accadere che un sapere di tipo scientifico sia dato come prova sicura su un terreno in cui non ha dato per niente prova di sé? Si comprende allora l'importanza del potere, che si mostra come potere di scelta e quindi da politico diventa decisionale. 

Diverso è invece il potere che è interno alla scienza: le prove di laboratorio rappresentano un potere vero e non solo l'esercizio di esso; attraverso la sperimentazione scientifica possiamo capire quali teorie siano giuste e quali meno tra milioni di ipotesi date. Inoltre, dove per uno stesso problema di ipotesi ce ne sia più di una, attraverso l'utilizzo del laboratorio si potrà trovare quale tra le due è davvero quella esatta, verificando proprio le proprietà per le quali sono diverse. In questi casi il potere del laboratorio è incontrastato ed ineguagliato da qualsiasi altra attività intellettuale.

Come regolarsi, ad esempio, nei confronti di un medico che ottiene ottimi risultati con pazienti che presentano una data patologia, utilizzando prodotti terapeutici non sperimentati in tutte le loro proprietà? Come stabilire se l'esito positivo è il solo effetto del farmaco dato e non di una serie di procedimenti derivanti dalla terapia, dal terapista o dallo staff del terapista? Quale potere dare allo scienziato ricercatore ed al suo prodotto? 



Questo problema è complicato e attuale, vedi caso Di Bella, e spesso passa attraverso diverse forme di potere (politico, sociale, economico e governativo) oltre che scientifico che si intrecciano creando delle controversie. Quando non si conosce la misura in cui il farmaco e le attrezzature o la presenza, l'intervento e la disponibilità del personale medico abbia contribuito positivamente al recupero dell'individuo seguito, come fare per decidere le scelte per gli investimenti da fare? Bisogna preferire un maggiore investimento sulla ricerca riguardante il farmaco o sul perfezionamento del personale operante? 

La ricerca italiana nel settore biotecnologico ad esempio, sta attraversando una fase cruciale. Gli scienziati hanno pochissimo tempo per dare valore concreto alle conoscenze che tutti noi stiamo acquisendo: se le istituzioni, i politici scienziati non si metteranno d'accordo insieme per spingere questi sviluppi, anche con i finanziamenti necessari, perderanno la competizione internazionale che c'è da sempre in questo settore, e perciò perderanno anche l'occasione rendere finalmente proficui anni e anni di sforzi da parte di scienziati di grandissimo valore, primi fra tutti Galileo e Newton.






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