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ANDY WARHOL



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ANDY WARHOL

(6 Agosto 1928 - 27 Febbraio 1987)

Padre spirituale, senza dubbio il più noto, se non il più valido, esponente dell'arte pop è proprio Andy Warhol o Andrew Warhola (questo il suo vero nome), enigmatica personalità artistica ed umana, che si caratterizza per il suo linguaggio privo di emozioni e di stile personale, nel quale viene intenzionalmente abolita ogni impronta di soggettività.

L'oggetto rappresentato non ha altro fine che proporre sè stesso, non messaggi o idee, non deve suscitare emozioni, deve solo apparire per quello che è, anche quando si tratta di una semplice scatola di minestra.

A sottolineare la mancanza di significato della rappresentazione, Warhol introduce poi il concetto della ripetitività seriale della stessa, che perde ulteriormente ogni carattere perchè riproposta più volte sempre monotonamente uguale a sè stessa, priva di caratteristiche distintive, giungendo così, coerentemente, al passo successivo, che è quello della riproduzione meccanica dell'opera. Nella sua selezione di immagini ha raccolto tutte le persone e fatti "icone" dell'ultimo trentennio in cui lui è vissuto.



Ha una collezione di volti di star hollywoodiani, quali: Marilyn Monroe, Elvis Presley, Marlon Brando, Elizabeth Tayolr e James Dean.Ha messo insieme un repertorio di fatti di cronaca: incidenti d'auto, suicidi e sedia elettrica, la rivisitazione del dollaro, la copertura di alcune gallerie d'arte con i suoi fiori e siepi, il ritratto di Mao Tse Tung, ripetuti ritratti di se stesso . La forza di Andy Warhol sta nel colore. Egli usa sistematicamente l'inchiostro industriale, fotografico e tipografico. Nel 1962 adotta la tecnica della serigrafia avendo cosi a disposizione una gamma ristretta di colori ma aggressivi, forti e antinaturalistici.

La serigrafia consiste nella riproduzione di una immagine fotografica attraverso delle superficie fotosensibili che stampano sulle tele i contorni delle ure. In lui vive il sentimento della morte, che si impersona in opere come quella della sedia elettrica e dell'incidente stradale; ma anche lo stile rivive quel senso di freddezza, come in Marylin Monroe dove la sensualità della diva risulta essere artificiale negando il senso della vita, portandola a un rapido consumo agli occhi dello spettatore.

MARILYN

1962 Serigrafia New York Collezione privata

L'opera rafura il volto di Marilyn Monroe, una celebre diva del cinema, la cui immagine dominava negli anni 60 nei manifesti posti nelle strade cittadine, come nelle ine dei periodici a stampa. Il viso del soggetto rappresentato è ripetuto nove volte, sempre uguale, ma con accostamenti di colore ogni volta diversi.



L'opera è ottenuta con la tecnica della serigrafia che partendo da una stessa fotografia, ha permesso nella fase di stampa di ripetere più volte la ura cambiando esclusivamente i colori. La riproduzione è imperfetta, con sbavature di colore e imprecisioni cos' come avviene a volte nella stampa a grandi tirature dei rotocalchi o dei manifesti.

Le scelte di Warhol sono fortemente influenzate dalla notorietà del personaggio, sufficiente a connotare l'immagine seppure elaborata in modo anonimo e superficiale, privo di ogni emozione, senza alcun interesse per la sua interiorità: Marilyn infatti viene ritratta come sex symbol da 'consumare', con plateale risalto dei tratti tipicamente femminili, il trucco pesante, le labbra sottolineate dal rossetto, l'espressione ammiccante ed il sorriso stampato di chi sorride per mestiere, icona del fascino femminile e regina dell'immaginario americano, di una bellezza stereotipata proposta e 'venduta' dalla grande industria hollywoodiana, che Warhol ripropone tale e quale, confezionata nei suoi ritratti come in una perfetta operazione di marketing pubblicitario.







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