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FOTOGRAFIA

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FOTOGRAFIA


Le prime ricerche incominciano nel XVIII secolo, quando il progresso scientifico consente la messa a punto delle prime camere ottiche.




Obiettivo

Vetro

Smerigliato    CAMERA

OTTICA


Specchio



Il modello più semplice di camera ottica consisteva in una cassettina di legno, non più grande di una scatola da scarpe, frontalmente dotata di un sistema mobile di lenti (obiettivo) che, una volta puntato sul soggetto, lo rifletteva su uno specchio interno inclinato di 45 gradi che a sua volta proiettava il soggetto capovolto su un vetro smerigliato. Ponendo un foglio di carta lucida sul vetro e coprendosi con un panno nero era possibile ricalcare l'immagine; il limite era appunto l'inevitabile intervento manuale.

Nei primi decenni dell'Ottocento il progresso della chimica permette lo sviluppo di nuovi studi sulla sensibilità alla luce di determinati materiali, si sostituì quindi al vetro smerigliato una lastra spalmata di qualche sostanza sensibile alla luce, permettendo così che la luce stessa si imprimesse sulla lastra. Nacque cos' la fotografia, la prima ripresa fotografica fu realizzata da Niépce che  mise al posto del vetro smerigliato una lastra di peltro resa sensibile alla luce da un'emulsione a base di bitume, dopo otto ore su questa rimase impressa l'immagine del panorama che si vedeva dal suo studio.

È a Daguerre che si deve la forma di rappresentazione fotografica detta dagherrotipia, consistente nell'impressionare con la luce di una camera ottica una lastra di rame argentata, precedentemente trattata con dei vapori di iodio. Poiché l'argento così trattato tende per sua natura a ossidarsi (dunque ad annerirsi) in presenza di luce, sulla lastra rimaneva impressa la scena ripresa al negativo: le zone in luce annerite e le zone in ombra chiare. L'impiego di speciali sali di mercurio serviva ad invertire l'immagine riconvertendo gli scuri in chiari e viceversa. Il limite stava nel fatto che ogni fotografia costituiva un esemplare unico.

La luce proveniente dall'obiettivo colpisce il sottile strato di emulsione sensibile di cui è ricoperta la pellicola impressionandolo in maniera direttamente proporzionale all'intensità luminosa stessa. Lo sviluppo della pellicola serve a rendere visibili in negativo le immagini riprese, dai negativi si possono poi ricavare ristampe. Ancora ai francesi spetta l'invenzione della lastra (1848), un semplice vetro reso sensibile alla luce grazie a un composto a base di albumina. Nel 1877 Muybridge esegue la prima serie di fotografie di soggetti in movimento (grazie a cui si svilupperà il cinematografo) mentre nel 1888 in America nasce il primo rullino Kodak.

La clamorosa invenzione della fotografia e il suo rapido sviluppo mettono in crisi il mondo artistico poiché produce risultati impeccabili a prezzi contenuti e in tempi imparagonabilmente più brevi rispetto a quelli della pittura. Si cominciano a preferire i ritratti fotografici a quelli dipinti  sia per la novità dell'esperienza, sia per il maggior realismo, sia per la loro economicità. La fotografia entra nei Salons, anche se con le proteste degli artisti, e diventa una vera e propria forma d'arte. Pittura e fotografia si ritagliano o relativi spazi d'azione; grazie alla fotografia la pittura cessa di essere documentaria e si concentra maggiormente sull'analisi psicologica dei personaggi o sulle emozioni che l'artista desidera trasmettere. La fotografia, dal canto suo, deriva dalla pittura molte delle principali regole di composizione e di inquadratura, ponendo anche grande attenzione allo studio e al bilanciamento delle luci e delle ombre. Per le riprese in esterni vengono poi inventati modelli di macchina fotografica portatile che, non diversamente dai colori in tubetto, permettono di fotografare anche "en plein air": nascono così le istantanee.





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