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I FAUVES (le belve) - Henri Matisse ( 1869 - 1954 )

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I FAUVES (le belve)


Nel 1905 a Parigi un gruppo di dipinti dai colori videnti scandalizzò il giornalista Louis Vauxelles che di fronte ad una scultura tradizionalista esclamò "Donatello tra le belve" (belve = fauves) . Fauves diventa il nome del gruppo di artisti di cui Matisse è uno dei principali esponenti, accomunati dal colore forte e acceso per esprimere sensazioni istintive e immediate di fronte al soggetto.

Il gruppo dei Fauves si riconosceva in alcune comuni convinzioni : il dipinto deve dare spazio essenzialmente al colore; non secondo l'impressione bisogna dipingere, ma in relazione al proprio sentire interiore : si deve, cioè, esprimere se stessi e rappresentare le cose dopo averle fatte proprie; la pittura deve essere istintiva e immediata = prima vera rottura con l'Impressionismo.

Termine usato in modo dispregiativo dai giornalisti e poi, come per gli impressionisti, fatto proprio con orgoglio dagli stessi artisti. Il dipinto deve dare spazio solo al colore, non bisogna dipingere secondo l'impressione, ma in base al nostro sentire dopo aver fatto propri i soggetti. La pittura è quindi istintiva e immediata, il colore è svincolato dalla realtà che rappresenta.


Henri Matisse ( 1869 - 1954 )

Nato a Cateau Cambresis il 31 dicembre 1869 Matisse compì i suoi studi nella cittadina natale e successivamente, a Parigi. Una malattia che lo costrinse al letto nel 1889 fu occasione perché Matisse cominciasse a dipingere. La vita di Matisse si svolse per tutto il suo corso nella serenità dell'ambiente familiare, in una casa dal gusto borghese e senza che l'artista desse mostra di condurre un'esistenza ribelle. Morì a Cimiez, vicino Nizza il 3 novembre 1954.

Inizia a dipingere perché fermo a letto per una malattia, poi compreso che era la sua vocazione studia presso accademie e atelier. La sua vita è segnata dalla tragedia delle due guerre mondiali e dell'arresto nel 1944 della moglie e della lia.



La donna con il cappello: accolta dai critici con disprezzo, per l'uso sconsiderato dei colori. La donna si mostra all'osservatore nel suo ricco e fastoso abbigliamento borghese, la violenza delle tinte è il mezzo con cui Matisse esprime la sua personalità. L'artista segue comunque la regola della somiglianza cromatica, accostando colori complementari, alternandoli a brani del supporto non dipinti, che entrano a far parte della composizione stessa.

La stanza rossa: al colore dato a veementi strisce si trovano invece grandi chiazze di colore pieno a tinte primarie e una bidimensionalità decorativa. La costruzione prospettica ,data dallo spessore del muro, dalla linea nera che delimita il tavolo è poi annullata dalla scelta di Matisse di usare lo stesso colore rosso per la tovaglia e per il rivestimento murario, entrambi poi con la stessa fantasia floreale. L'aspetto piatto è infine confermato anche dal paesaggio intravisto dalla finestra: sintetici alberi si stagliano sul prato verde e il cielo azzurro.

Pesci rossi: è il ritorno al naturalismo e al piacere dei colori vibranti e a pennellate. L'acquario con i 4 pesci rossi è dipinto assonometricamente, senza prospettiva, con l'unica ripresa dell'ombra rossa dei pesci sul pelo dell'acqua.

Signora in blu: è l'apice della sua tendenza a riprodurre le sue opere in una sorta di disegno colorato a larghe e squillanti campiture, senza rispettare le proporzioni, le mani sono spropositate, e solo il rosa della pelle segue i colori naturali. Al di sotto del vestito, non si percepisce nessun lembo del corpo. La prospettiva è stata modificata, le piastrelle del pavimento risultano rovesciate di 90°, incurvate fino a seguire la forma ideale dello schienale.





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