storia dell arte |
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IL
DESIGN IN ITALIA 1945-2000
Catalogo di una mostra itinerante che sta
presentando alcuni tra i più significativi oggetti della Collezione
Permanente del Design Italiano della Triennale di Milano nelle principali
città del mondo, il volume Il design in Italia, curato da Silvana Annichiarico, presenta in successione cronologica 100
oggetti che -dal dopoguerra al 2000- hanno profondamente segnato e trasformato
il modo di vivere degli italiani nel periodo cruciale che ha visto
l'affermarsi, nel nostro paese, della cultura della modernità. Si va dai
primi prodotti in serie degli anni '40 e '50 al modernismo rigoroso e
funzionale degli anni '60 e '70 via, via fino alle sperimentazioni formali
degli anni '80 e '90, passando per oggetti ormai circondati da un alone di mito
come la Vespa e la Lambretta, la macchina da scrivere Valentine,
il telefono Grillo, la poltrona Blow o la lampada
Tizio. Ogni oggetto è presentato con una scheda tecnica, una o
più immagini a colori e un intervento critico-storiografico che ne
sottolinea ed evidenzia, di volta in volta, l'importanza formale, funzionale,
tecnologica e sociale. Ne deriva un panorama composito e affascinante, che
rende conto dell'evoluzione di uno dei settori più importanti della
cultura e dell'economia italiana contemporanee: una storia di oggetti e di
linguaggi, ma anche di aziende e di progettisti, di estetiche e di tecnologie,
in un connubio di assoluta eccellenza e di indiscutibile originalità. In
apertura del volume, un'ampia prefazione di Augusto Morello, Presidente della
Triennale di Milano, ripercorre la storia dell'Italia del design, a partire da
una cultura del saper fare che ha radici nobili e lontane.Valentine macchina per scrivere portatile -
design: Ettore Sottsass, 1969. Esposta nella
collezione permanente di design al Museum of Modern Art di New York
La Macchina da scrivere portatile Valentine
,uscita dalla penna di Ettore Sottsass ,uno dei piu' importanti designer del ventesimo secolo, a lungo
collaboratore di Olivetti, e' parte della collezione
di moltissimi musei importanti del mondo, fra i tanti citerei quello che e'
quasi l'icona del design mondiale, il MOMA (il museo di arte moderna di New
York).
Valentine e' rossa fuoco (anche se esistono delle
rare varianti in altri colori) ed ha un nome di donna, sbarazzino e sexy come
la Valentina di Guido Crepax
!
Valentine e' di plastica, e' leggera ed ha una forma
che non ha nulla a che vedere con le barbose macchine da scrivere verdi, grigie
o celestine del passato.
Non vive in ufficio, e' una portatile, fatta per l'azione, non e' una macchina
da riporre subito dopo l'uso ma da lasciare in giro per quanto e' bella. E'
agile, fresca, nuova (chi 'valentine' forse
mangia le mele?) e , sorpresa incredibile, e' anche un ottima macchina da
scrivere, l'ideale comna del giornalista giovane che la porta sempre con se'.
ETTORE SOTTSASS JR.:
Nato a Innsbruck nel 1917, accostatosi all'architettura sulle orme del
padre, Sottsass è tra i più importanti esponenti della cultura
progettuale italiana del '900. A partire dagli anni Cinquanta ha affiancato
all'attività architettonica la ricerca sul design, avviando rapporti di
collaborazione con importanti aziende, tra le quali Olivetti,
di cui è stato il responsabile per il design per oltre trent'anni.
In questo campo ha rinnovato profondamente la concezione del
'funzionalismo' propria della prima metà del '900, restituendo
agli oggetti uno spessore simbolico ed emotivo.
L'opera di Sottsass architetto e designer
verrà ripercorsa in mostra attraverso due sezioni tematiche distinte,
ordinate con rigore filologico, con materiali antichi e recenti, anche inediti.
L'attività di Sottsass nel campo del design
sarà presentata attraverso le varie tipologie progettuali che hanno
caratterizzato la sua ricerca in questo settore, durata oltre cinquant'anni.
Dai gioielli, realizzati dagli anni Sessanta ad oggi, e presentati insieme per
la prima volta, ai vetri, di cui saranno esposti esempi che ne ripropongono
l'opera nella sua completezza.La sezione della mostra dedicata alla ceramica
costituirà la più importante retrospettiva mai realizzata sul
lavoro di Sottsass in questo campo. Saranno esposti
oggetti provenienti dalla Galleria Bruno Bischofberger,
dalla collezione permanente del Centre Pompidou, dalla Galleria Mourmans,
o di proprietà dell'autore. Sarà inoltre presentata in anteprima
una nuova collezione di ceramiche prodotta dalla Galleria Mourmans.
Accanto a questa, una sezione sarà dedicata al disegno del mobile.
Ordinata cronologicamente, consentirà di leggere l'evoluzione del
pensiero di Sottsass in un campo centrale della sua
attività, dallo stesso architetto sempre considerato un'importante
occasione di dichiarazione d'intenti e di poetica. Dai lavori, a forte
carattere sperimentale, realizzati per Poltronova
negli anni Sessanta, si passerà all'esperienza del 'design
radicale' con il gruppo Alchimia, fino ai progetti realizzati con il
gruppo Memphis, del quale Sottsass è stato
fondatore e principale protagonista. Questi mobili, disegnati tra il 1981 e il
1985, sono tra i suoi progetti più noti, vere icone della
modernità.
A rappresentare l'attività successiva di Sottsass,
rivolta esclusivamente alla collaborazione con gallerie d'arte, e ormai lontana
dalle problematiche dell'industrial design
contemporaneo, saranno esposti i mobili realizzati per la Galleria Blum Helman di New York e per la
Galleria Mourmans.
La sezione dedicata all'architettura costituisce la prima mostra antologica
sull'attività di Ettore Sottsass architetto e
ripercorre l'intero arco della sua attività, dai primi lavori in
collaborazione con il padre degli inizi degli anni Cinquanta, al periodo dell'
'architettura radicale', momento di forte critica nei confronti del
contesto culturale contemporaneo, in cui il progetto di architettura
tradizionale viene sostituito da progetti concettuali e utopici dalla forte
carica ironica, sino ai progetti attualmente in corso nello studio Sottsass Associati.
L'architettura Olivetti
Nel discorso inaugurale per il nuovo stabilimento di Pozzuoli (Napoli) nel 1955
Adriano Olivetti afferma che 'di fronte al golfo
più singolare del mondo, questa fabbrica si è elevata, nell'idea
dell'architetto, in rispetto della bellezza dei luoghi e affinché la bellezza
fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno. La fabbrica fu quindi concepita alla
misura dell'uomo, perché questi trovasse nel suo ordinato posto di lavoro uno
strumento di riscatto e non un congegno di sofferenza'.
Queste idee sono all'origine della grande cura che l'Azienda ha sempre posto
nelle scelte riguardanti la collocazione e la progettazione dei suoi edifici
industriali e commerciali.
Nel corso degli anni sono molti gli architetti di valore che hanno lavorato al
progetto delle strutture aziendali. Tra gli altri si ricordano Luigi ini e Gino Pollini, a cui verso la
metà degli anni '30 viene affidato il compito di ampliare la fabbrica di
via Jervis a Ivrea, una struttura destinata a
divenire uno dei simboli aziendali; il rapido sviluppo dell'Olivetti
nel dopoguerra impone di ricorrere a successivi ampliamenti, l'ultimo dei quali
è completato dai due architetti nel 1957. ini
e Pollini, oltre a progettare un quartiere di case per i dipendenti Olivetti, realizzano a Ivrea anche la sede dei servizi
sociali.
La tradizione di eccellenza del design Olivetti si fonda su uno stile di management e su principi di gestione aziendale introdotti in particolare da Adriano Olivetti che fin dagli anni '30 a fianco della direzione industriale dell'Azienda vuole la presenza di grafici, pittori, architetti, scrittori e pubblicisti, chiamati a svolgere un ruolo attivo nella progettazione dei prodotti e nella comunicazione grafica e pubblicitaria
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