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SISTEMI ALIMENTARI E SISTEMI ECONOMICI



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SISTEMI ALIMENTARI E SISTEMI ECONOMICI


SISTEMI ALIMENTARI


nelle società umane le attività che vengono messe in opera per procurarsi il cibo hanno la precedenza su tutte le altre attività relative alla sopravvivenza in molte società di solito non esistono specialisti che procurano o producono il cibo, e anzi, tutti gli adulti abili sono coinvolti in questi processi; l'ambiente fisico ha solo un'influenza limitata su queste strategie


RACCOLTA: tutte quelle forme di tecnologia di sussistenza in cui l'uomo dipende da fonti di cibo che si trovano in natura (piante e animali selvatici); oggi i pochi raccoglitori rimasti (popolazioni che vivono di caccia, raccolta e/o pesca) abitano in aree del mondo definite 'marginali', in quanto non si presentano ad un facile sfruttamento da parte delle moderne tecnologie agricole; possono aiutarci a comprendere alcuni aspetti della vita dell'uomo nel passato, anche se occorre essere cauti nel trarre deduzioni sul passato sulla base dell'osservazioni dei raccoglitori contemporanei



ò

vivono di solito in piccole comunità in territori scarsamente popolati, seguendo uno stile di vita nomadico, senza realizzare insediamenti stabili, e di regola non riconoscono al singolo alcun diritto sulla terra

non vi sono di norma differenze di status sociale all'interno del gruppo, né specialisti della politica

la divisione del lavoro è basata in larga misura sull'età e sul genere

sebbene la raccolta di vegetali sia l'attività economica più importante per alcuni gruppi, per la maggior parte dei gruppi di raccoglitori recenti essa non è quella preponderante; di conseguenza, poiché sono gli uomini che si dedicano in genere sia alla caccia sia alla pesca, il contributo maggiore al procacciamento del cibo è fornito da loro piuttosto che dalle donne

questi raccoglitori non necessitano di molto tempo per procurarsi il cibo e quindi resta loro molto più tempo da destinare al riposo di quanto non ne abbiano gli agricoltori


circa 10.000 anni fa alcune popolazioni, in aree tra loro lontane della terra, operarono in modo indipendente il passaggio alla produzione del cibo: coltivazione delle piante e addomesticazione degli animali; attualmente la maggior parte del genere umano dipende per l'alimentazione da alcune combinazioni di piante e animali addomesticati; 3 tipi di sistemi per la produzione del cibo:

orticoltura

agricoltura intensiva

pastorizia


ORTICOLTURA: coltivazione di piante di tutti i tipi attraverso l'uso di strumenti e metodi relativamente semplici, e senza che vi siano appezzamenti destinati stabilmente alle coltivazioni; di 2 tipi:

il tipo più diffuso è quello che prevede coltivazioni estensive o a rotazione (si lavora la terra per periodi brevi, e poi la si lascia a riposo per alcuni anni, e allorché i campi vengono ripuliti con la tecnica del 'taglia e brucia', al suolo vengono restituiti gli elementi nutritivi)

gli uomini dipendono dai frutti di alberi che hanno una crescita molto lenta

comunque non si avranno mai coltivazioni perenni; la maggioranza degli orticoltori non fa assegnamento solo sui prodotti del raccolto: molti praticano anche la caccia o la pesca, e alcuni si spostano per una certa parte dell'anno.

ò

le tecniche agricole, anche se semplici, hanno reso possibile l'ottenimento di una quantità di risorse maggiori rispetto a quelle generalmente disponibili per i raccoglitori

l'orticoltura, quindi, è in grado di sostentare comunità più grandi e più densamente popolate

lo stile di vita è più sedentario di quello dei raccoglitori, nonostante le comunità possano spostarsi, dopo alcuni anni di permanenza in un'area, per coltivare nuovi appezzamenti


AGRICOLTURA INTENSIVA: si utilizzano tecniche che rendono possibile la coltivazione degli stessi campi a tempo indeterminato: uso di fertilizzanti e tecnologia più complessa (aratri)

ò

le società ad agricoltura intensiva hanno un alto grado di specializzazione artigianale, una complessa organizzazione politica (con città e paesi) e notevoli disparità interne dal punto di vista economico

la quantità di ore dedicate al lavoro è superiore rispetto agli agricoltori più semplici

è più probabile che siano le società ad agricoltura intensiva a dover affrontare carenze di cibo, sebbene siano generalmente più produttive di quelle orticole (una delle ragioni può essere che, poiché questi agricoltori fanno spesso affidamento su un solo tipo di coltivazione, questa può andare interamente perduta; inoltre, gli agricoltori intensivi possono entrare in crisi qualora producano per il mercato)

alcuni agricoltori intensivi producono molto poco per il mercato, e la maggior parte del loro prodotto è destinata al consumo interno; vi è però una tendenza universalmente diffusa a produrre sempre di più per il mercato (commercializzazione)

nelle società industriali la maggioranza della gente sa molto poco riguardo al modo in cui vengono coltivate le piante e allevati gli animali


PASTORIZIA: allevamento di mandrie di animali al pascolo per mangiarne la carne, trarne le proteine animali dal latte o dal sangue; per scambiare i prodotti animali con quelli vegetali e con altri prodotti

ò

in tempi recenti, la pastorizia è praticata soprattutto in zone ricche di erba e in territori semiaridi, inidonei alle coltivazioni se non dopo un trattamento con adeguate tecnologie, come per esempio l'irrigazione

i pastori sono in gran parte nomadi



le comunità sono piccole, costituite da un gruppo di famiglie imparentate fra loro

gli animali possono essere di proprietà dei singoli o delle famiglie, ma le decisioni sulle modalità di spostamento della mandrie e delle greggi vengono prese collettivamente


l'ambiente fisico ha l'effetto di limitare, piuttosto che quello di determinare, le modalità di sussistenza di una popolazione; l'ambiente fisico da solo non è sufficiente a spiegare il sistema scelto in una data area per procurarsi il cibo; ciò che rende possibile quello che sembra impossibile sono i progressi della tecnologia e gli enormi investimenti nella forza lavoro e nelle attrezzature; a determinare quindi il tipo di approvvigionamento praticato in una data area sono molto più i fattori tecnologici, sociali e politici che non quelli ambientali


teorie che tentano di spiegare le cause dello sviluppo della produzione alimentare:

desiderio di riprodurre le condizioni di abbondanza di animali e piante caratteristiche delle migliori zone di raccolta

incremento della popolazione

cambiamento del clima (es: è possibile che alcuni raccoglitori del passato abbiano deciso di coltivare delle piante per riuscire a superare la stagione secca)


perché la produzione (agricoltura) ha soppiantato le precedenti fonti primarie di sussistenza??

bisogno di espansione territoriale (nella competizione per l'acquisizione della terra, avvenuta tra i produttori che si espandevano velocemente e i raccoglitori, i primi possono aver avuto un vantaggio significativo)

ulteriore crescita della popolazione e conseguente pressione sulle risorse


SISTEMI ECONOMICI


in tutte le società, indipendentemente dal fatto che il denaro vi sia implicato o meno, esistono usanze che specificano in che modo si possa avere accesso alle risorse naturali, e modalità prefissate per trasformare o convertire queste risorse, attraverso il lavoro, in cose necessarie


tutte le società hanno accesso a risorse naturali e tutte le società posseggono regole culturali che hanno lo scopo di determinare chi abbia accesso a particolari risorse e in che modo possa servirsene nelle società come la nostra, in cui la terra e molte altre cose possono essere vendute e acquistate, la terra è divisa in unità misurate con precisione 2 ragioni per cui la maggioranza dei raccoglitori e degli orticoltori non ha sviluppato il nostro sistema di distribuzione della terra:

la terra non è possedutadal singolo individuo, né da un gruppo di persone non imparentate tra loro; laddove riscontriamo la proprietà collettiva, essa appartiene a gruppi parentali o a gruppi territoriali (bande o villaggi)

anche dove vi sia una proprietà collettiva, essa è diversa dalla nostra perché la terra non può essere acquistata o venduta


û   RACCOGLITORI: in genere non possiedono la terra individualmente; la terra in sé non ha alcun valore intrinseco; nella misura in cui aumenta la possibilità di fluttuazione delle fonti di cibo, diminuirà il vantaggio di assegnare al singolo un piccolo pezzo di terra, e sarà invece più conveniente una proprietà collettiva

û   ORTICOLTORI: non esiste nella maggioranza dei casi la proprietà individuale o familiare della terra, probabilmente perché il rapido esaurimento del suolo costringe a lasciare incolta la terra per alcuni anni, o ad abbandonare un'area dopo poco tempo per trasferirsi in nuovi territori; è il villaggio che controlla il diritto all'uso della terra; chi coltiva la terra possiede effettivamente ciò che produce, ma, poiché tutto il cibo viene spartito con gli altri, non si può neppure dire, in realtà, che esista un proprietario del raccolto

û   PASTORI: la loro ricchezza dipende sostanzialmente da 2 elementi: le mandrie e le greggi, che si spostano, e i pascoli e l'acqua, che sono fissi; dato che la terra è buona solo se vi sono pascoli e acqua a sufficienza, ci sarebbero dei rischi considerevoli se gli individui o le famiglie fossero i proprietari della terra; è consuetudine che gli animali siano una proprietà individuale

û   AGRICOLTURA INTENSIVA: proprietà individuale delle risorse della terra, che include il diritto a utilizzare le risorse e il diritto di venderle o di disporne altrimenti; questo perché vi è la possibilità di utilizzare la terra stagione dopo stagione


TECNOLOGIA: strumenti, costruzioni per riuscire a convertire le risorse in cibo e in altri beni; richiede abilità specifiche; i raccoglitori e i pastori hanno in genere un equigiamento molto limitato (che riescono agevolmente a trasportare) (anche se i pastori hanno a disposizione gli animali, che possono destinare al trasporto); per quanto riguarda l'accesso alla tecnologia, i raccoglitori e gli orticoltori di norma prevedono opportunità uguali per tutti i membri del gruppo; in assenza di specializzazioni, la maggior parte degli individui è in grado di produrre autonomamente ciò di cui necessita; nelle società ad agricoltura intensiva e in quelle industriali gli strumenti sono realizzati da specialisti, probabilmente a ragione dell'alto costo è più difficile che essi vengano messi in comune (anche se proprietà collettive di macchinari), i governi contribuiscono attivamente alla tecnologia


PRODUZIONE: tutte le società, attraverso il lavoro, devono trasformare o convertire le risorse in cibo, attrezzature e altri beni:

produzione domestica (familiare o parentale): il lavoro di ciascuno è destinato alla produzione di cibo, di riparo e di utensili per sé e per i propri parenti



produzione meccanizzata (nelle fabbriche, ma anche in agricoltura): nelle società industriali; i più lavorano per altri come salariati

produzione tributaria: presente in società non industrializzate in cui la maggioranza della popolazione è ancora in grado di produrre autonomamente il proprio sostentamento, ma in cui, al contempo, un'élite controlla parte della produzione

economia post-industriale: fase nella quale attualmente le economie sviluppate si stanno riversando; i computer 'guidano' macchine e robot e hanno fatto sparire molto del lavoro manuale presente nell'industria


perché la gente lavora??

il lavoro è necessario alla sopravvivenza

la ragione, invece, citata spesso, per cui la gente lavora più del dovuto, e cioè quella del profitto, il desiderio di scambiare qualcosa ad un prezzo superiore a quello al quale si è acquistata, non è universale nelle società con un'economia di sussistenza (e non commerciale o monetaria) la motivazione del profitto è assente


spesso chi vive in una società con un'economia di sussistenza (con un modo di produzione domestico) lavora meno di chi vive in quelle caratterizzate da un'economia commerciale (con modo di produzione industriale o tributario); queste società producono solo ciò che è loro necessario perché non possono immagazzinare il surplus per lunghi periodi perché marcirebbe; non possono venderlo perché non vi sono mercati nelle vicinanze; non hanno un'autorità politica che possa raccoglierlo per qualche scopo


laddove le risorse vengono convertite soprattutto per il consumo domestico, la gente lavorerà più duramente quando vi saranno più consumatori in famiglia (es: molti bambini e molti anziani, che non lavorano)




spesso la condivisione del cibo e di altri beni si estendono ben al di là della famiglia in queste società il riconoscimento sociale va a chi è generoso, e quindi chi lavora più di ciò che gli è sufficiente per sopravvivere può essere spinto a farlo dal desiderio di ottenere rispetto in molte società, inoltre, è necessario avere cibo e altri beni in eccedenza per utilizzarli in occasioni e per scopi benefici (matrimoni, alleanze, celebrare cerimonie)

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così quelle che la cultura indica come le motivazioni al lavoro, e quelli che definisce i bisogni dei soggetti, oltrepassano di molto ciò che è strettamente necessario

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nelle economie commerciali come la nostra le entrate eccedenti vengono convertite in uno stile di vita 'più elevato'; alcune persone, poi, lavorano per soddisfare il bisogno di avere uno scopo, altre perché trovano il loro lavoro piacevole; altre ancora per guadagnarsi il rispetto o per acquisire autorità


l'educazione e la pressione sociale sono sufficientemente forti da persuadere gli individui a svolgere una qualche attività utile (nelle società meno complesse, gli individui disposti a sopportare di essere oggetto di derisione per la loro pigrizia verranno comunque nutriti) le società più complesse hanno, invece, delle strategie per forzare la gente a lavorare:

una forma indiretta di lavoro obbligatorio è la tassazione

un altro soggetto del lavoro obbligatorio è il coltivatore non proprietario

la leva, o servizio militare obbligatorio, è una forma di lavoro obbligatorio

la forma estrema di lavoro obbligatorio è costituita dalla schiavitù


la divisione del lavoro per genere e per età è un tipo di specializzazione universale i bambini, ovviamente, non possono eseguire lavori che richiedono molta forza, ma in numerose società contribuiscono al lavoro molto più di quanto non accada nella nostra (lavori domestici, soprattutto nei casi in cui le madri hanno carichi di lavoro molto pesanti in questi casi, gli adulti comprendono il loro valore e possono, consapevolmente, desiderare di avere molti li)

ò

man mano che la tecnologia di una società diviene più complessa, ed è così possibile produrre molto più cibo, cresce il numero di persone che vengono liberate dal bisogno di procurarsi i generi di prima necessità affinché divengano specialisti in determinati settori: specialisti part-time > specialisti a tempo pieno > nelle società industrializzate i lavoratori sviluppano delle abilità in settori limitati del sistema economico


in molte società meno complesse vi è poca organizzazione formale del lavoro: i gruppi di lavoro tendono ad essere organizzati solo quando è necessario; questa flessibilità è possibile in quanto sono sufficienti poche conoscenze e praticamente chiunque può assumere la leadership alcuni tipi di lavoro, però, richiedono più organizzazione di altri (caccia alla selvaggina di grossa taglia; certi tipi di pesca con le reti) in queste società i legami di parentela sono una base importante per l'organizzazione del lavoro ð nella nostra società la base dell'organizzazione del lavoro è il contratto (accordo stabilito tra il datore di lavoro e il lavoratore per cui ad un dato numero di ore di lavoro corrisponde un determinato salario)




perché gli individui operano determinate scelte nella vita di tutti i giorni?? ottimizzazione della ricerca del cibo: apporto proteico E prevedibilità delle risorse


3 tipi di distribuzione dei beni:

RECIPROCITÀ: scambi che non prevedono l'uso di denaro; spazia dal dono disinteressato allo scambio alla pari, alla truffa:

GENERALIZZATA: quando vengono dati beni o servizi senza che ci si aspetti nulla in cambio; è alla base della famiglia; costituisce un beneficio per il donatore sotto molti punti di vista; l'imprevedibilità delle risorse favorisce la condivisione al di fuori della sfera familiare; si riesce ad ottenere più cibo quando questo viene condiviso; sebbene in alcune società dare le cose agli altri sia parte delle aspettative sociali, ciò non significa necessariamente che le persone lo facciano volentieri o che non vi sia una pressione sociale; la condivisione può nascere dalla necessità di ridurre le tensioni e dal desiderio di mantenere relazioni sociali pacifiche; la condivisione può essere frequente nei periodi di penuria non grave, perché in tal modo è possibile minimizzare i rischi; ma quando giunge una grave carestia la reciprocità generalizzata può subire un arresto; la cooperazione può far sorgere uno stato di piacere

BILANCIATA: quando ci si aspetta esplicitamente un contraccambio in tempi brevi; dire che uno scambio è bilanciato non significa affermare che le cose scambiate abbiano un valore identico, oppure che lo scambio sia puramente economico; in assenza di un'economia monetaria non vi sono standard espliciti per mezzo dei quali si possa giudicare il valore, non vi è modo di assegnare un determinato valore in modo oggettivo; il punto è che nella reciprocità bilanciata le parti sono libere di scambiarsi beni e servizi come vogliono; lo scambio in se stesso può essere divertente, avventuroso, oppure può migliorare le relazioni sociali; si può operare una distinzione tra scambio di doni e scambio di merci; lo scambio può includere tanto i beni quanto il lavoro (una prestazione lavorativa può essere contraccambiata attraverso un banchetto); a volte il confine tra reciprocità generalizzata e reciprocità bilanciata non è così chiaro

NEGATIVA: prendere qualcosa senza dare in cambio un compenso significa approfittare di un altro; affari disonesti; furti e altri tipi di sottrazione di beni


il tipo di reciprocità dipende dalla distanza parentale tra le persone:

û   generalizzata: tra i membri di una stessa famiglia e anche tra i parenti stretti

û   bilanciata: tra uguali che però non sono strettamente imparentati

û   negativa: è possibile nei confronti degli stranieri e dei nemici


l'importanza della reciprocità diminuisce con lo sviluppo economico; non sempre la reciprocità si limita a rendere equa la distribuzione dei beni all'interno di una comunità; è possibile che essa renda equa la distribuzione di beni anche tra diverse comunità (redistribuzione)


REDISTRIBUZIONE: accumulazione di beni (o di lavoro) realizzata da un individuo, o in un luogo specifico, al fine di una successiva distribuzione; in tutte le società vi è una qualche forma di redistribuzione, almeno a livello familiare; laddove è presente un apparato politico che coordina la raccolta e la distribuzione o che è in grado di mobilitare la forza lavoro per scopi comuni; è probabile che siano i ricchi a trarre da essa i maggiori vantaggi.


MERCATO O SCAMBI COMMERCIALI: transazioni in cui i 'prezzi' sono soggetti a domanda e a offerta, indipendentemente dal fatto che la transazione avvenga in un luogo di mercato; all'apparenza molti scambi commerciali sembrano rientrare nella reciprocità bilanciata; ma è facile distinguere gli scambi commerciali qualora sia presente il denaro, in quanto, per definizione, la reciprocità bilanciata lo esclude; sebbene gli scambi commerciali non includano necessariamente il denaro, la maggior parte di essi, soprattutto oggigiorno, ne fa uso DENARO: è pluriuso (quasi tutti i beni, le risorse e i servizi possono essere acquistati); svolge la funzione di un mezzo di scambio, è uno standard di valore, una riserva di ricchezza; permette di valutare in modo oggettivo tutti i beni e i servizi; non è deperibile, ed è quindi possibile metterlo da parte; è trasportabile e divisibile, e quindi le transazioni possono riguardare la vendita o l'acquisto di beni o di servizi che hanno prezzi diversi; è la società che determina il suo valore; il denaro pluriuso viene impiegato sia nelle transazioni commerciali (acquisto e vendita), sia nelle transazioni non commerciali (amento di tasse o di ammende, doni personali, contributi in beneficenza) in molte società il denaro non è un mezzo universale di scambio.


vi è una notevole variabilità nel grado di dipendenza di una società dagli scambi commerciali:

economia agricola: economia leggermente commerciale; sebbene gli agricoltori producano in gran parte per il proprio consumo, essi vendono regolarmente parte del loro surplus ad altri, e la terra è uno dei beni che comprano, affittano e vendono

economia industriale o post-industriale: include anche i mercati internazionali, su cui ogni cosa ha un prezzo; la reciprocità è limitata ai rapporti con i membri della famiglia e con gli amici; la redistribuzione, però, è ancora un meccanismo importante; essa si esplica nella tassazione e nell'impiego delle entrate pubbliche per favorire le famiglie a basso reddito; lo scambio commerciale resta comunque il canale principale attraverso cui vengono distribuiti beni e servizi


l'origine del denaro, o del mercato, non è legata alle necessità del commercio, ma è piuttosto connessa ai vari tipi di 'amento' non commerciale (come le tasse) i legami sociali tra gli individui sono diventati meno amichevoli e quindi la reciprocità è stata sempre più improbabile


nelle società che dipendono soprattutto dal mercato vi sono tendenzialmente notevoli differenze di ricchezza tra gli individui; possono esservi, però, dei meccanismi che attenuano l'ineguaglianza, che agiscono cioè, almeno in parte, come strumenti di livellamento (es: la fiesta nelle comunità indiane dell'America Latina)







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