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Battaglia di Hastings, 14 Ottobre 1066



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Battaglia di Hastings, 14 Ottobre 1066


Le motivazioni del conflitto


Dal 1042 regnava in Inghilterra l'anglosassone Edoardo il Confessore, che non aveva eredi. Di madre Normanna (era lio di primo letto di Emma di Normandia, che in seconde nozze aveva sposato Knut), era stato educato in Normandia e aveva mantenuto ottimi rapporti con la famiglia ducale, tanto da promettere a Guglielmo il Bastardo la successione al trono inglese. Verso il 1046, per confermare la sua promessa, Edoardo aveva inviato in Normandia il più potente fra i nobili anglosassoni, quell'Aroldo, lio di Godwin, il quale certamente già nutriva aspirazioni a succedergli nel regno. Guglielmo, con grande accortezza e senso d'opportunità, ne aveva approfittato per investire Aroldo cavaliere: in questo modo ne aveva fatto un suo vassallo, imponendogli nel frattempo diversi giuramenti di fedeltà. Alla di re Edoardo, avvenuta il 5 gennaio 1066, Aroldo fu invece eletto dal re Witanagemot, l'assemblea dei notabili sassoni.

A questo punto Guglielmo decide di far valere con le armi i suoi buoni dritti, riconosciutigli tra l'atro Dall'Imperatore Enrico IV e dal papa Alessandro II, che gli inviò in dono uno stendardo cosacrato.




Gli avversari

Guglielmo il Conquistatore (1027-l087)

lio naturale di Roberto 1° di Normandia (noto per questo come il Bastardo), ereditò il ducato paterno a soli otto anni. Data la sua giovane età, visse i primi quindici anni di regno contestato nella sua autorità senza riuscire a impedire che si scatenassero disordini e rivolte. Tuttavia appena ventenne, fu in grado di imporsi sui notabili ribelli e poté restituire alla Normandia il prestigio di un tempo.

Il suo divenne il principato più potente del regno di Francia e ciò consentì a Guglielmo di organizzare, nel 1066, quell'audace spedizione che gli avrebbe permesso di impadronirsi dell'Inghilterra. Dopo la sua incoronazione a Westminster (25 Dicembre 1066), Guglielmo divenuto, per tutti, il Conquistatore, dovette dedicarsi all'effettiva occupazione del Paese, vincendo le resistenze degli Anglosassoni. Si occupò della riorganizzazione della struttura e delle gerarchie ecclesiastiche. Dopo la repressione di un'ultima rivolta nei territori settentrionali (1075), poté dimostrare le sue doti di amministratore, realizzando importanti riforme, tra le quali spiccò quella dell'ordinamento fiscale. Morì a Rouen per le ferite riportate, in occasione di un ennesimo scontro contro i Francesi.

Aroldo II (1022-l066)

Aroldo era il lio del conte di Godwin, ura eminente della corte inglese. Forse aveva promesso a Guglielmo, almeno in un primo momento, di appoggiare le sue rivendicazioni sul regno d'Inghilterra, a in seguito sostenne che re Edoardo lo avesse nominato suo erede. La legittimità dei diritti di Aroldo fu riconosciuta dal consiglio dei nobili. Perciò Guglielmo accusò Aroldo di spergiuro rivendicando per sé il trono d'Inghilterra. Aroldo cadde nella battaglia di Hastings.


Le armi

I Sassoni usavano robusti e rustici scudi circolari di legno, la lancia, la spada a doppio taglio e soprattutto l'ascia da battaglia, battleaxe, adatta ad essere scagliata ed essere manovrata nel combattimento ravvicinato. Soltanto gli housecarle potevano permettersi una cotta di maglia di ferro, byrne, e dei solidi elmi; i fyrd, invece raramente disponevano di armamento difensivo. L'arco era utilizzato per la caccia e non per la guerra.

I Normanni indossavano una protezione in metallo che copriva il capo, tronco e gambe, realizzata con anelli di ferro intrecciati e identica alle cotte di maglia sassoni. Gli scudi, di forma allungata, hanno il margine superiore arrotondato mentre quello inferiore termina a punta. La spada si compone di una lama dritta a due fili, lunga circa 90 cm., con una breve elsa dritta o incurvata verso l'impugnatura. La lancia appare in dotazione sia dei cavalieri sia dei fanti, così come la scure, costituita da un ferro di discrete dimensioni montato su mnico piuttosto lungo, impugnabile con una o due mani. Gli arcieri erano privi di qualsiasi protezione per il corpo e con le faretre piene di frecce posate sul terreno.


La battaglia

Lo schieramento

Guglielmo, avvisato dei Sassoni, mosse il campo il campo alle sei del mattino e dispose l'esercito a battaglia per le nove. Sulla sinistra si schierarono i Bretoni guidati dal conte Alano di Bretagna, al centro i Normanni e a destra i Francesi e i mercenari. Ogni formazione era costituita da tre file. La prima composta di arcieri, la seconda da fanti e la terza da cavalieri.

L'attacco di Guglielmo

L'attacco ordinato dal duca, che recava con sé lo stendardo papale, fu portato contro l'intero schieramento opposto, ma il tiro preliminare di frecce, scoccato dal basso verso l'alto, causò pochissimi danni; le due ali si allargarono in modo da avvolgere il nemico, ma poiché incontrarono difficoltà maggiori a causa del terreno avanzavano lentamente e furono quindi oggetto di un nutrito lancio di giavellotti e asce, che fracassavano gli scudi di legno e le trapassarono le cotte.


IL contrattacco Sassone [YZ1] [YZ2]



L'ala sinistra Bretone cedette addirittura sotto un contrattacco Sassone e fuggì ostacolando la sua stessa cavalleria e mettendo in crisi lo stesso schieramento dell'esercito normanno che fu costretto a retrocedere. Nel frattempo si diffondeva la voce che Guglielmo era morto e la notizia non potè che gettare nel panico le truppe; ma la battaglia si riaccese dopo che lo stesso duca si fece riconoscere dai suoi uomini incolume e a cavallo, gridando: "Guardatemi bene, sono ancora vivo e, per grazia di Dio, sarò vincitore.

La finta ritirata di Guglielmo e la disfatta di Aroldo

Il rischio per i normanni rimaneva grave: essi erano ormai disordinati, mentre i ranghi Sassoni erano ancora intatti, schierati a mura e padroni assoluti della collina. Iniziò allora l'ultima fase della battaglia con uno stratagemma di Guglielmo che finse di far ritirare il proprio esercito ed attirò giù dall'altura il nemico facendogli così perdere il vantaggio costituito dalla compattezza delle schiere e dall'occupare una posizione sopraelevata. Quando i Sassoni si gettarono lungo il crinale fiduciosi della vittoria e senza poter più essere tenuti a freno, i Normanni li falciarono con la cavalleria. Ciò nonostante, la manovra della finta ritirata dovette essere attuata tre volte prima di aver ragione del loro valore. La crisi si diffuse soprattutto nell'ala destra del fyrd, che già si era disunita precedentemente nell'inseguimento dei Bretoni; là accorse Aroldo con i suoi stendardi, ma, colpito ad un occhio da una freccia spiovente, morì quasi subito. Anche i fratelli e i Sassoni, senza più capi vennero annientati. Il cadavere di Aroldo fu ritrovato da Guglielmo, denudato e così massacrato di colpi da essere quasi irriconoscibile. Una tal sorte era riservata a tutti, come dimostra l'arazzo di Bayeux, che non è certo privo di scene raccapriccianti di spogliazione e mutilazione di corpi. Il duca portò Aroldo al suo campo e più tardi lo fece seppellire sulla spiaggia.


Le conseguenze storiche

Il giorno di Natale Guglielmo fu incoronato da Ealdred di York re d'Inghilterra a Westminster: iniziava così il lungo periodo della dominazione normanna sull'isola.

L'importanza della battaglia di Hastings è costituita dal fatto che la storia dell'Inghilterra e quella della Francia sarebbero state intrecciate sino al 1453, per ben quattro secoli. Infatti i re Inglesi erano anche signori di vasti possedimenti francesi. Da un lato i sovrani erano monarchi di uno Stato indipendente, dall'altro, in quanto duchi, venivano a essere feudatari dei re di Francia. Alla morte dell'ultimo discendente di Guglielmo il Conquistatore, salì al trono inglese Enrico II tageneto, che sposò Eleonora d'Aquitania. Enrico II veniva così ad essere re d'Inghilterra e contemporaneamente signore di Normandia, Angiò e Aquitania, cioè di circa un terzo della Francia. Quindi ci si trovava nella situazione di un Feudatario, Enrico II, molto più potente del suo legittimo sovrano, il re di Francia. Un tale intricato rapporto non poteva non sfociare in un conflitto tra i due Stati, come avvenne infatti con la guerra dei cento anni ( 1337-l453 ). La guerra fu vinta dalla Francia ed all'Inghilterra non restò, sul continente, che la piazzaforte di Calais. Ai re inglesi non restò che tornare lentamente a quella politica isolazionista che già avevano praticato i monarchi anglosassoni. furono abbandonati i propositi di impadronirsi della Francia, ma i Tudor ed i loro successori trovarono nei mari e nella flotta una nuova via di espansione e di prosperità attraverso i commerci, le colonie ed il potere navale.


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