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DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA



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DALLA MONARCHIA ALLA REPUBBLICA:


Si instaurò un nuovo governo, formato da due uomini detti successivamente CONSOLI.


L'onore delle donne era uno dei fondamenti su cui appoggiava la salvezza dello stato.


Arconti: poteri limitati ad un singolo aspetto della vita pubblica spesso sottoposto al vaglio dell'assemblea popolare


509 a.C.à Il Re viene sostituito dai consoli




La citta; romana da monarchia diviene aristocrazia


Magistratura collegiale dei consolià Formata da due membri rinnovati annualmente da due libere elezionià differenti da quelle greche ed etrusche.


A Roma, i consoli le cui guardie del corpo, i <littori>, portavano le insegne del potere militare, durante l'anno di carica esercitavano il potere senza dover rendere conto agli elettori. Comandavano l'esercito, convocavano il senato, presiedievano le assemblee popolari e avevano il completo controllo delle attivita' pubbliche.


Spesso tuttavia i consoli si dividevano il potere.


V secoloàlotta per la sopravvivenza romana.

àchiusa tradizionalistica si sostituisce ai Tarquni

àRoma perde gran parte della sua prosperita'

à3 gravi problemi

controffensiva degli etruschi

rivalita' con le altre citta'

tentativo di aprirsi verso il mare


I Tarquini nel tentativo di riconquistare la citta' di Roma, la presero di assedio con l'aiuto del re di Chiusi, Porsenna, ma furono costretti a ritirarsi in seguito alla coraggiosa resistenza delle popolazioni e alle gloriose gesta di eroi quali Coclide (il guercio), Scevola (il monco) e Clelia. Dopo essere stato sconfitto nel 504 a.C. ad Ariccia, Porsenna fu costretto ad abbandonare la regione e a restituire ai romani la loro liberta'.


Battaglia del lago Regilo (496 a.C.)àculmine dei violenti scontri tra romani e latini, Roma e le altre citta' laziali stipulano un patto di alleanza (lega latina)


Spaccatura della citta'ài plebei fecero un'obbiezione di coscienza di massa ritirandosi sul monte Aventino e rifiutando di combattere. Grazie alla mediazione di Menenio Agrippa, la crisi venne superata concedendo ai plebei di nominare ogni anno due magistrati , i tribuni della plebe con potere di frapporsi.


445 a.C.àaboliziome della norma che sanciva il divieto di matrimonio tra patrizi e plebei


Accanto al consolatoàmagistrature

  1. Questura
    • Amministravano il denaro pubblico
    • Incassavano i tributi
    • Pagavano gli stipendi dei soldati e dei dependenti dello stato
  2. Edili

Sovraintendevano i mercanti

Approvigionavano la citta;

Si occupavano degli spettacoli

Manutenzione e ordine pubblico

  1. Pretori

Giustiziavano

  1. Censori

Censimento


Senatoà consultivo . dominio della vita cittadina

àex magistrati (consiglio degli anziani)

àsolo ex consoli ed ex pretori piu' altri magistrati minori

àdecidevano chi partecipava i supremi magistrati: prima i consoli poi i censori

Funzione consultiva (dominio della citta')


La repubblica, che dovrebbe favorire la plebe, instaura tre organi di governo oltre i due consoli.

I primi due ed i più importanti erano chiamato Comizi Centuriati e Comizi Tributi.


Con le loro decisioni influenzavano a dismisura le successive azioni dei consoli.

193 centurie si distinguevano nel governo romano e ben 98 appartenevano all'aristocrazia, le rimanenti ai proprietari terrieri e alle persone economicamente più ingenti.

Il popolo era naturalmente escluso!


L'aristocrazia è ancora al potere e la plebe sottomessa ed esclusa!


Ma per gestire una così complessa organizzazione politica gli uomini, il numero degli uomini che si dovettero impegnare e che iniziarono a partecipare attivamente alla vita politica della città aumento paurosamente.




I questori, Gli edili, I pretori e I censori sono tutti nuovi lavori, nell'ambito politico, che si vengono a formare con l'instaurazione della repubblica.


In seguito nacquero anche i comizi centuriati.

Era un nuovo organo politico che divideva il popolo di Roma in tre tribù: gli INDIGENI che

abitavano il monte Paltino, gli abitanti del Quirinale, e il terzo gruppo è tuttora nascosto

agli storici.

Essa riuniva la popolazione dividendola in trenta curie: dieci per ciascuna tribù.

I Romani aristocratici fanno passare questo nuovo organo di potere come un'assemblea del popolo

ma in realtà vi potevano accedere solo i GENTILES (ovvero i membri della gentes).

Il resto del popolo era completamente escluso dalla vita politica della città:

ma non solo gli schiavi ( stranieri e prigionieri di guerra) ma anche veri e propri romani poveri

ovvero la PLEBE.



CONSOLI




Comizi centuriati PRETORI ° amministrano la giustizia

*fondati sul censo 

*193 centurie

*potere legislativo e giuridico CENSORI ° effettuano il censimento

° redigono le liste dei senatori





Comizi tributi EDILI ° si interessano degli approvi-

*fondate sulle tribù territoriali   giovamenti della città

° sorvegliano la costruzione

degli edifici pubblici


QUESTORI ° amministrano le finanze





Concili   tributi TRIBUNI DELLA PLEBE

*assemblee della plebe

*i plebisciti dal 287A.C. valgono anche ° possono imporre il

per i patrizi veto alle decisioni dei

consoli.


LA CONQUISTA DI VEIO:



Nel 396 A.C. l'esercito guidato da Furio Camillo riuscì a conquistare Veio.Questa città era un piccolo agglomerato urbano situato nella parte nord rispetto al letto del Tevere.Con questa città ebbe inizio la vera e propria espansione romana, la stessa espansione che renderà, successivamente Roma quella potenza mondiale che tutti conosciamo. I celti, in seguito denominati galli erano popolazioni barbariche e senza una precisa identità culturale.Intorno al 400 A.C. queste tribù valicarono le Alpi spinte, non da sete di conquista, ma soprattutto da un'incolmabile voglia di ampliare e sviluppare la loro troppo arretrata economia.

Roma combatté veramente valorosamente ma intorno al 390 A.C. fu assediata ed espugnata dai Galli guidati da Brenno. decisero di ritarsi quasi subito dopo un ingente riscatto. La paura era passata, Roma e con essa tutta la cultura e le tradizioni latine erano ancora una volta salve.


400 a.C.àTribu celtiche varcano l'ItaliaàNuove zone coltivabiliànuova fondazione di citta' come Milano, Torino, BolognaàDalle alpi agli Appennini esclusa la Liguria sotto il potere celtico

390 a.C.à Sconfitta di Brenno sul fiume Allia


IVàcontinua crescita di Roma , nel 366 i Patrizi concessero ai plebei di partecipare al consolato


RIVALITA' TRA ROMANI E LATINIà Nel 338 a.C. cade la lega latina


LO SCONTRO CON LE CITTA' LATINE:


Venuta meno la comunanza di interessi che aveva reso possibile la sconfitta equi,. vosci e sabini fra Roma e questi popoli si formò una tale rivalità di interessi che il tutto non poteva che sfociare in un altra guerra.

Come prevedibile le città latine furono subito sconfitte (340 A.C.) e anche la lega latina ormai inutile all'economia Romana fu sciolta (338 A.C.).

Tutte le città che erano rimaste fedeli a Roma vennero premiate con la cittadinanza gli altri furono invece ridotti a miseri cittadini senza neanche il suffragio.

Tutte le città traditrici erano comunque libere anche se la politica esterna era pilotata dal governo romano.



LE GUERRE SANNITICHE:


Tra la metà del secolo sesto e i primi anni del secolo terzo Roma si scontrò con le popolazioni Italiche.

Già nel quinto secolo molte popolazioni appenniniche erano scese dai monti: si iniziò subito a combattere.

Inizialmente i Sanniti sottomisero le colonie greche e contro il volere delle popolazioni locali si mescolarono ai greci.

Sulle le guerre combattute contro i sanniti si sa veramente poco e anche le origini, le abitudini e il loro stile di vita è presso che sconosciuto.

Possiamo però identificare tre fasi in questa guerra combattuta aspramente da entrambi le parti.

La prima durò circa vent'anni dal 326 A.C. al 304 A.C.

Nella prima fase del conflitto Roma subì una gravissima perdita alle forche Cudine enl 321 A.C.

La guerra si riaccese nel 315 A.C. e culminò con una inaudita vittoria  dei romani nei presso della capitale Boiano.

Roma inizialmente sopraffatta dall'aggressività sannitica ora stava di nuovo trionfando!

Qui si conclude anche la seconda parte della guerra sannitica priva e di spunti o clamorose vittorie ma giocata su un piano puramente tattico evitando scontri decisivi sia per l'uno che per l'altro schieramento.

Ma la terza parte fu invece la più intensa in cui, la forza d'animo dei soldati romani vinse sulla maestria nel combattere dei nemici.

Tutte le popolazioni circostanti erano ormai coalizzate con i Sanniti.

Roma, circondata da tutti questi popoli e annebbiata dalla paura di aver ormai perso la guerra e aver concluso il suo corso nella storia si lascia quasi travolgere, quando riscattata dalla voglia di non abbattersi e di non lasciarsi vincere così facilmente uno per uno, una battaglia dopo l'altra sconfisse volsci, sabini, sanniti, galli ed etruschi!

Non aveva vinto l'esercito rimano, non aveva vinto la preparazione fisica dello schieramento latino, e non aveva nemmeno vinto l'astuzia dei condottieri: aveva trionfato sopra ogni cosa la forza di volontà del popolo romano, il desiderio di far vivere la loro città!   


Restava da conquistare solo Taranto, la quale chiese aiuto a Pirro, re dell'Epiro




Pirroàuno dei piu' illustri e ambiziosi condottieri dell'epoca, si considerava il successore di Alessandro Magno, aveva tentato di farsi riconoscere re di Macedonia, penso' di sfruttare la situazione per fondare un regno in Italia, il suo progetto era quello di creare un grande regno greco in occidente come Magno aveva fatto in Oriente.


280 a.C.àPirro sbarca in Italia, 30 000 soldati, elefanti, scontro a Eraclea, i romani resistettero alla falange greca. Vittoria sanguinosa, gli epiri avevano perso quasi 4 000 uomini. Pirro si diresse subito verso Roma e nel 279 a.C. vinse a Ascoli. Si trasferi' poco dopo in Sicilia in aiuto dei Greci. Nel 272 a.C. I romani vincono.




ROMA PRIMA POTENZA IN ITALIA:


Fino alla conquista dell'Italia meridionale i rapporti tra Roma e Cartagine erano stati amichevoli.

Dopo la battaglia con Pirro Roma era diventata una delle prime potenze del Mediterraneo, e dunque,

voleva estendere il suo dominio anche nel marittimo ancora intonso e di egemonia cartaginese.

Ed è da questa che nascono le tre successive guerre puniche combattute con durezza e coraggio da

entrambe le parti. Eco, per i cittadini romani, mai toccati dalle guerre; simbolo di distruzione, per i  

cartaginesi, battaglie che hanno distrutto, rasa al suolo la loro città!


LA STORIA DI CARTAGINE:


Cartagine nasce nel 814 da alcuni coloni fenici provenienti da Tiro.

Appena nata la recente città diede supito prova della suo imponenza in campo marittimo soggiogando molte isole lì vicino come Ibiza o le Baleari (654 A.C.) o ancora Cadice, Malaga, Cartagena, Palermo  Tarpani. Così facendo conquistò tutta la parte settentrionale dell'Africa.

Le più acerrime nemiche di Cartagine furono le colonie greche ambitissime dalla neonata città.

Nell'estate del 480 A.C. i cartaginesi sbarcano sulle coste Siciliane ma i primi scontri sull'isola sono tutti a vantaggio delle colonie indigene. Mentre in Grecia Sparta e Atene si fronteggieno nella guerra del Peloponneso le colonie siciliane preoccupate per la precaria situazione nella loro terra natale lasciano cadere nella mani dei cartaginesi Agrigento: anche per loro la fine è irrevocabilmente giunta.

Le colonie di origine greca furono tutte conquistate.Tutta la potenza di Cartagine era basata sulla flotta, ma un inventore romano le cui origini sono ancora sconosciute sfatò anche questo mito costruendo dei piccoli e leggerissimi ponti per permettere ai soldatoi romani un eventuale attacco su una nave nemica.


LA PRIMA GUERRA PUNICA:


Il pretesto per fare scatenare una rivalità tra Roma e Cartagine fu la richiesta dei Mamertini di essere ammessi nella lega italica ( 264 A.C.) .

Naturalmente per umiliare Cartagine concessero ai Mamertini di pertecipare, anche economicamente alle riuscite militari Romane per dopo avere un contributo materiale come bottino di guerra.

Cartagine offesa dal comportamento ingiurioso e provocatorio decise di attaccare Roma.

La guerra era definitivamente scoppiata.

Ma la sorte è sfavorevole alla città dei Barca che perde alla battaglia di Milazzo nel 260 A.C. .

I romani d'altro canto subiscono una pesantissima sconfitta in Africa combattuta dal console Attilio Regolo.

La prima guerra punica si concluse nel 241 A.C. con un epocale battaglia alle Egadi.

Come tributo di guerra la Sicilia diventa provincia romana.


-LA SECONDA GUERRA PUNICA


Fronteggio di due grandi partiti a Cartagine


I proprietari terrieri non volevano mettere a repentaglio le loro proprietà in una nuova guerra

La popolazione, invece, voleva recuperare i terreni perduti


Sostenitori della politica espansionistica

La famiglia Barca: che diede a Cartagine i suoi più grandi generali

Al comando dell'esercito si succedettero:

Amilcare : che riconquistò gran parte della regione

Suo fratello Asdrubale : morto nel 221 a.C.

ANNIBALE: il più abile condottiero della storia antica, era lio di Amilcare, giovane popolarissimo fra i soldati per il suo coraggio. Annibale era animato da un invincibile odio personale contro Roma.


Egli riteneva di poterla scongere inducendo le popolazioni sottomesse in Italia (greci, etruschi, galli, sanniti) ad allearsi con Cartagine con la promessa di riconquistare la perduta libertà. Ma per indurre i popoli alla ribellione Annibale dovette trovare un pretesto per dichiarare guerra


Nel 219 a.C. aggredisce la città di Sagunto amica di Roma e la conquista (durata otto mesi) mentre a Roma si discuteva


Roma non aveva scelta: dichiarò guerra fece partire un esercito Scipione per bloccare Annibale in Sna.


Esercito


20.000 soldati 6.000 cavalieri


Annibale si diresse verso l'Italia cosi' velocemente che i Romani riuscirono ad intercettarlo solo dopo che aveva già superato le Alpi.


Nel 218 a.C. sul Ticino i romani subirono una nuova dura sconfitta.


I Galli da poco sottomessi si unirono ad Annibale.


Impadronitisi dell'Italia settentrionale, i Cartaginesi scelsero il Lago Trasimeno  per fare un'imboscata ai Romani i quali vennero distrutti nel 217 a.C. con 15.000 morti e altrettanti prigionieri.


Un'ondata di terrore investì Roma. Avvenne la rottura dei ponti sul Tevere e venne nominato dittatore l'aristocratico Quinto Fabio Massimo  (il temporeggiatore). Egli evitò accuratamente una battaglia frontale (un'eventuale sconfitta avrebbe portato Annibale alle porte di Roma) e si limitò a controllare le sue mosse impedendogli approvvigionamenti.


Annibale piegò verso la Puglia, dove stabilì i suoi quartieri d'inverno.


A Roma prevalse l'idea che le precedenti sconfitte fossero state frutto di imboscate e di colpi di mano e che in uno scontro aperto l'esercito romano non potesse che vincere.

Nel 2 Agosto 216 a.C. un grande esercito si scontrò contro quello di Annibale  presso Canne. Fu per i Romani la più terribile delle sconfitte. Più di 70.000 uomini caddero in battaglia *tra cui uno dei due consoli Emilio Paolo).


Nella speranza di conquistare il favore delle popolazioni locali Annibale liberò senza riscatto i prigionieri locali italici, e parve che la Lega Italica si disgregasse: Lucani e Sanniti si ribellarono e Capua aprii le porte alle armate di Annibale.


La reazione romana


Annibale rinunciando di assalire direttamente Roma, aveva stabilito i suoi quartieri d'inverno a Capua.


Roma ne approfittò: tutta la popolazione in grado di combattere fu richiamata alle armi e l'esercito venne ricostruito. Inoltre la maggior parte dei popoli che facevano parte della lega (latini, etruschi e molte altre popolazioni dell'Italia centrale) compresero che un dominatore straniero sarebbe stato di gran lunga peggiore rispetto ai Romani, si schierarono così accanto a Roma.


Siracusa: dopo la morte di Gerone si era alleata con Annibale e malgrado la resistenza delle macchine belliche inventate da Archimede (nel 212 a.C.) fu espugnata e saccheggiata.




Capua: venne riconquistata e punita in modo esemplare e la sua migliore aristocrazia venne messa a morte.


I Romani inoltre presero il sopravvento in Sna (che era la base dei rifornimenti di Annibale) al comando del giovane Publio Cornelio Scipione, conquistando la capitale della Sna cartaginese, Cartagena (210 a.C.)


Roma inviò in Africa sempre al comando di Publio Scipione, un esercito composto da volontari in gran parte italici. All'impresa collaborò Massimissa, re dei Numidi, al cui era stato promessi un regno.


Scipione riuscii a riconquistare la supremazia della cavalleria, l'arma che fino a quel momento aveva costituito i successi di Annibale.


I Cartaginesi si trovarono così in grandi difficoltà da essere costretti a richiamare Annibale, che dopo 15 anni, ormai vicino alla vittoria finale, fu costretto ad abbandonare l'Italia.


Sconfitti duramente a Zama nel 202 a.C. , i Cartaginesi chiesero la pace

Rinunciando ad ogni possesso al di fuori dell'Africa

Consegnando la flotta

Pagando una fortissima indomita di guerra.

Fu loro vietato di dichiarare guerra senza il premesso dello stato romano.


Scipione rifiutò da cavaliere di chiedere la consegna di Annibale e rientrò a Roma dove celebrò un grandissimo trionfo e per la vittoria riportata prese il nome di Africano.



Cratagine grazie ad Annibale, si riprende dalla sconfitta e nel 195 a.C. a l'indenita' di guerra.

Formazione a Roma di due schieramenti politici

1.nuovi ceti imprenditoriali a favore della guerra, ammirava la cultura greca, favorevoli a uno stretto contatto derivato da una battaglia militare

2.contro la guerra si schieravano quelli che trovavano la societa' greca decadente e corrotta e volevano evitare il contatto

Nel 200 a.C. venne dichiarata guerra solo contro Filippo V re di Macedonia sotto la guida di Tito Quinzio Nel 197 a.C. sotto la guida di Tito Quinzio Flaminio le legioni romane sbarcano a Cinocefale dove avvenne lo scontro finale.

Filippo V fu' costretto a rinunciare ad ogni pretesa sui territori al di fuori della Macedonia e a riconoscere la liberta' di tutte le citta' greche.


In Grecia ostilita' verso i Romani.

Ø  190 a.C. I romani scongono Antioco III di Siria a Magnesa.

Ø  168 a.C. I Romani scongono i Macedoni a Pidna


TERZA GUERRA PUNICA:


All'inizio del 149 A.C. Cartagine osò riarmarsi e a quel punto Roma  decise porre fine all'esistenza di quella povera città.Scipione l'Emiliano eseguì la sentenza radendo al suolo tutta la città con la sua storia e la cultura di cui le mura di quella città erano intrise. Certo dopo la totale distruzione ci fu' la PAX ROMANA la pace romana che fu preceduta dal terrore cartaginese



Roma diventa una superpotenza economicaà societa' dominata dalla nobilta' patrizia (no nuovi tempi, no nuove situazioni)àforte dominio della cultura greca:

Dalla Grecia erano giunti:

Ø  Medici

Ø  Filosofi

Ø  Grammatici

Nel 155 a.C. arrivano i filosofi Diogene, Critolao e Carneade mandati a Roma come ambasciatori, famosi da essere ricevuti in senato.


Circolo degli Scipionià luogo in cui l'esperienza greca e quella romana si riunivano


Ricchiàsfoggiavano preziosi gioielli e abiti ricercati, rendevano le case sempre piu' grandi e prestigiosi, mandavano i propri li a studiare in Grecia o si procuravano docenti greci, la cucina divento' piu' raffinata.


Proprietari terrieri indeboliti dalla guerraà gli obblighi militari avevano costretto i contadini ad abbandonare le camne, al ritorno della guerra, oltre a trovare i loro poderi inaridit, essi avevano trovato sul mercato a prezzi piu' che competitivi i cereali provenienti da altre piantagioni oltre mare. Non avendo capitali per trasformare le coltivazioni in vigneti e uliveti (piu' redditizi), non resto loro che vendere la terra ai grandi proprietari terrieri, sperando di farsi assumere come lavoratori salariati ma i proprietari utilizzavano la manodopera servile piu' conveniente. La maggior parte degli ex contadini si riverso' dunque in Citta', alimentando il numero dei disoccupati alla ricerca di piccoli lavori.


Enorme importanza dei cavalieri, sistemi delle fattorie, grandi allevamenti, numerosa tratta degli schiavi: nasce il ceto dei cavalieri che gestisce la riscossione dei tributi nelle province e fonda la sua ricchezza sulle attivita' commerciali. Gli alleati e gli abitanti delle province sono in una condizione di sudditanza, privi dei diritti di cittadinanza sono vessati anche economicamente.


sa di Tiberio e Caio Gracco, appartenenti a una famiglia imparentata con gli Scipioni molto colta:

Ø  Tiberio reputava intollerabile che la maggior parte della popolazione fosse costretta a vivere in condizioni di miseria e si rendeva conto che una simile continua situazione avrebbe deciso la fine di Roma. Secondo Tiberio l'unica soluzione era quella di ricostruire la classe dei piccoli coltivatori e pertanto nel 133 a.C. si fece eleggere tribuno della plebe per poter proporre una legge agraria che avrebbe vincolato la popolazione. Tiberio fu' pero' accusati di smania di potere e fu ucciso tra i vari tumulti.

Ø  Nel 123 a.C. Caio con abili provvedimenti si guadagno' il sostegno ei cavalieri, riprese la legge del fratello, costrui' nuove strade e fondo' nuove colonie. Venne cosi' rieletto Tribuno nel 122 a.C. propose di attribuire la cittadinanza romana ai socii italici. Questa fu la causa della sua rovina, perse il sostegno della plebe che si sentiva minacciata. Nel 121 a.C. non fu' rieletto, tento' una rivolta' armata , ma il senato la soffoco.


112 a.C.à guerra a Giugurta re di Numidia


107 a.C.à Viene eletto console Caio Mario


105 a.C.à Regno di Numidia Domato










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