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EUROPA TRA IL 1850 E IL 1870

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EUROPA TRA IL 1850 E IL 1870


QUADRO GENERALE:

La metà dell'ottocento è caratterizzata da un grande boom, ad uno sviluppo della produzione.

Il periodo immediatamente precedente era stato caratterizzato da una crisi, ricordiamo per esempio i fenomeni di sovrapproduzione dovuti alla mancanza di una programmazione seria.

Negli anni 50 però saltò il cosiddetto collo di bottiglia che rendeva stentata la circolazione tra i vari paesi e anche all'interno di essi e fu così che paesi come l'Inghilterra e il Belgio videro un'accelerazione della loro industrializzazione, un incremento di brevetti e macchine sempre più sofisticate.




INGHILTERRA

Posti davanti alle esigenze suscitate dallo sviluppo industriale, i due partiti storici, whig (liberale) rappresentante della borghesia commerciante ed industriale, e tory (conservatore) rappresentante dei grandi proprietari terrieri, seppero trovare un'intesa per salvaguardare gli interessi che avevano in comune: concordarono ad esempio di allargare gli spazi della partecipazione politica .

In Inghilterra le libertà borghesi erano maggiori di qualunque altro stato europeo, tuttavia la maggior parte della popolazione maschile era esclusa dal suffragio elettorale.

Le rivendicazioni operaie erano state mediate puntando ai diritti (vedi sindacalismo e trade unions), ma intorno agli anni 60 i lavoratori fondarono la Lega della Riforma chiedendo il suffragio universale maschile.

Tra il 63 e il 66 una crisi economica colpì tutti i settori dell'industria: i lavoratori a questo punto reagirono organizzando delle manifestazioni e inserirono la richiesta del suffragio universale maschile insieme alle proteste contro i licenziamenti e i bassi salari.

Tali sollecitazioni della società civile vennero accolte e mediate dalla classe dirigente britannica (tenuta dal partito liberale): Gladstone emanò un progetto di legge che prevedeva un estensione, seppur limitata al diritto di voto.

Sarebbe spettato però ai conservatori tra il 67 e il 68 realizzare tale progetto ( Disraeli e Derby) infatti nel 1867 venne approvato il SECOND RIFORM ACT, che conferiva diritto di voto agli operai con un reddito abbastanza elevato.

Con il consenso di entrambi i partiti si portarono avanti una serie di riforme, come l'istruzione elementare obbligatoria e la laicizzazione dell'istruzione universitaria, venne inoltre imposta la partecipazione ai concorsi per accedere al alcuni ruoli della pubblica amministrazione e si ritennero legittime tutte le associazioni sindacali.


FRANCIA

Abbiamo visto come il presidente della repubblica francese, Luigi Napoleone, si incoronò presto Napoleone III.

Molti intellettuali protestarono, ma l'opinione pubblica francese non vedeva in Napoleone III una volontà di assolutismo, anzi era visto come un liberatore dalla minaccia socialista.

Tuttavia il governo di Napoleone III era abbastanza ambiguo: molti critici definiscono la sua politica CESARISMO DEMOCRATICO.

Cesarismo sta a sottolineare il carattere autoritario della sua politica: infatti l'opposizione venne perseguitata e l'elezione politica fu sostituita con i plebisciti.

D'altra parte però la politica del sovrano prevedeva una politica economica che incoraggiava i gruppi industriali. Inoltre attuò un grande programma di lavori pubblici e in tal modo trovò lavoro alle masse disoccupate. Ecco che la rete ferroviaria venne allungata e nel campo dell'urbanistica vennero abbattute le piccole e strette strade del centro, all'interno delle quali si potevano organizzare gruppi di opposizione e vennero create strade ampie con sontuosi edifici pubblici.

Al momento della sua incoronazione aveva affermato "L'Impero è la Pace", tuttavia attuò una politica estera di grande prestigio, dichiarandosi come liberatore delle nazionalità oppresse.

Il primo colpo in questo senso fu la Guerra di Crimea.

L'impero ottomano, molto vasto, era tuttavia in crisi sotto tutti i punti di vista: il governo centrale appariva debole, poiché i signori locali avevano costituito dei governi autonomi.

Se il governo della sublime porta fosse crollato avrebbe suscitato l'interesse di molte potenze, come la Russia, l'Austria e indirettamente anche l'Inghilterra.

L'Austria e la Russia essendo le potenze più vicine, miravano ad inglobare questi territori, in particolare lo zar Nicola I pretendeva di esserne l'erede legittimo e l'Austria era dunque preoccupata dalla pretesa della Russia di conquistare i 2 stretti del Bosforo e del Dardanelli.

L'Inghilterra d'altro canto era preoccupata di conservare la sua leadership nel mediterraneo.

Lo zar, approfittando di un momento di debolezza dell'impero ottomano, occupò i principati della Moldavia e della Valacchia , soggetti al sultano

Iniziò dunque una guerra russo turca. La Francia e l'Inghilterra, preoccupandosi dell'avanzata russa verso il mar nero si schierarono con la Turchia (Napoleone utilizzava il pretesto di liberare la Turchia dalla Russia, per continuare a farsi chiamare liberatore delle nazionalità oppresse ma non era certo questo il suo obiettivo principale.)

L'Austria dichiarò la propria neutralità non concesse un fronte di guerra nell'Europa centro orientale e fu così che la guerra si combattè nella lontana isola di Crimea, dove le forze navali franco - inglesi rimasero bloccate per mesi sulla base russa di Sebastopoli con gravi perdite.

Gli alleati si valsero allora di un corpo di spedizione fornito dal Piemonte.

La decisione di aiutare in una guerra che non interessava il regno di Sardegna la prese Camillo Benso Conte di Cavour, che voleva ingraziarsi Napoleone per farsi aiutare nella cacciata degli austriaci. Cavour sapeva infatti che alla fine della guerra ci sarebbe stata una conferenza di pace che avrebbe premiato i vinti e lì avrebbe potuto dare un messaggio importante: la necessità della liberazione dell'Italia dagli stranieri austriaci e sapeva che Napoleone sarebbe stato allettato da questa opportunità.

Il conflitto si concluse con la vittoria degli alleati e nel Congresso di Parigi il sultano si impegnò a concedere ai propri sudditi cristiani gli stessi diritti riconosciuti ai musulmani e la Russia rinunciò alla Moldavia e alla Valacchia nonché agli stretti.


I primi anni della politica di Napoleone III erano stati segnati dal successo: alle vittorie militari si aggiungeva lo sviluppo economico.

Il sovrano poteva contare sull'appoggio della borghesia capitalista nonché del clero (i cristiani avevano aiutato molto Luigi Napoleone a salire come presidente della repubblica francese) e delle masse popolari aiutate dai grandi lavori pubblici.

Tuttavia il regime dell'impero non era solido: i libri dei grandi intellettuali dell'opposizione circolavano clandestinamente tra i ceti medi e non mancarono manifestazioni violente e attentati.


PRUSSIA

tra il 1850 e il 1870 l'industrializzazione compì in Prussia passi da gigante.: il sistema di fabbrica avanzò in molti settori , furono inaugurate nuove linee ferroviarie, aumentò il numero delle banche e delle società per azioni.

Nei territori tra Berlino e Konisberg continuava a prevalere l'agricoltura fondata sulla grande proprietà terriera.

I nobili latifondisti, gli Junker, esercitavano un ruolo di grande importanza nella direzione dello Stato e nella vita sociale

In quei decenni si affermavano in Prussia nuovi partiti politici (Lega dei comunisti, l'Unione Nazionale e il Partito Progressista) e tali associazioni posero con forza il problema dell'unità nazionale germanica che si poteva attuare secondo due soluzioni: la prima avanzava la proposta di un alleanza tra gruppi popolari e borghesi, una rivolta cioè dal basso, l'altra invece proponeva il modello delle guerre dinastiche (gli stati germanici si sarebbero riuniti o sotto la corona dell'Austria o sotto quella prussiana).

Fu la seconda soluzione a prevalere, la via dall'alto, e questo metodo per realizzare l'unità venne definito via prussiana.

Nel 1861 salì al trono di Prussia Guglielmo I di Hohenzollern, il quale nominò suo primo ministro uno Junker, Ottone von Bismark, il quale ignorando le proteste dei liberali impose una riforma militare e una politica di espansione.

Prima occasione: questione dei ducati danesi, abitati dai tedeschi. Nel gennaio del 64 Bismark invase con truppe prussiane i ducati e costrinse la Danimarca a cedere i propri diritti sulle province contese (Schleswig)

In quegli anni l'obiettivo di Bismark era quello di strappare all'Austria il ruolo di potenza egemone nel mondo germanico, ma prima di giungere alla guerra era necessario isolare l'avversario.

Ecco che la Russia sarebbe stata neutrale, si assicurò anche la neutralità della Francia e chiese anche l'alleanza con gli italiani del Piemonte per impegnare militarmente l'Austria sul fronte padano

Alle sconfitte subite dai piemontesi corrispose l'avanzata dell'esercito prussiano in Boemia a Sadowa e gli austriaci subirono una pesante sconfitta.

Bismark non intendeva però umiliare l'austria dunque si giunse alla pace di Praga: all'Austria non vennero imposte mutilazioni territoriali ma si stabilì che l'impero austriaco si articolasse in una monarchia dualistica composta dalla Cisleitania e la Transleitania.

Alla Prussia invece fu consentito di assorbire molti territori che avrebbero formato la Confederazione della Germania del Nord (non poteva non fare una confederazione perché le dinastie locali erano fin troppo radicate).

A questo punto si trattava di avere anche i territori del sud e l'ultimo ostacolo era quindi la Francia.

Tuttavia Bismark non aveva intenzione di fare la parte dell'aggressore, dunque incitò la Francia a dichiarare guerra: in Sna vi era una crisi di successione ed il candidato proposto era un principe tedesco. La cosa spaventava Napoleone III che temeva di essere circondato dalla Germania. Si fece dunque un accordo ed il principe tedesco rinunciò al trono di Madrid. Napoleone, non contento, chiede di avere un documento scritto di tale rinuncia e il sovrano invia un biglietto per rassicurarlo. Bismark intercetta il biglietto e lo riempie di offese per Napoleone, il quale non sopportando una simile offesa dichiara guerra alla Prussia.

Fu un errore madornale poiché l'esercito prussiano era moderno e molto forte, mentre quello francese non era molto all'avanguardia.

Gli eserciti si scontrarono a Sedan e la Francia subì una pesante sconfitta e dopo 4 mesi di assedio Parigi dovette modulare.

Napoleone fu destituito e venne proclamata la terza repubblica sotto un governo provvisorio con a capo Thiers

A Versailles i principi tedeschi proclamavano l'annessione degli stati mancanti e la nascita della Confederazione Germanica sotto un governo federale rappresentato da Guglielmo di Hohenzollern.

I francesi dovettero impegnarsi a are l'indennità enorme di 5 mld di franchi e a subire fino al saldo di quella somma la presenza delle truppe di occupazione prussiane.

A Parigi scoppia nel 1871 la rivolta popolare, nella quale confluirono motivi patriottici e motivi sociali (sentimento nazionale offeso, risentimento per le privazioni subite durante i mesi di assedio) ma anche una riscossa sociale contro i nuovi padroni  

I rivoltosi creano un libero governo, la Comune  e sollecitano il resto della francia a fare altrettanto.

Thiers si ritirò a Versailles.

I comunardi crearono un comitato centrale di governo e democratici e socialisti contrastarono a lungo tra loro dentro questi organi.

Alla fine prevalsero i socialisti che confiscarono le fabbriche abbandonate dagli imprenditori realizzando un esperimento socialista e proletario.

Ma i comunardi erano minacciati sia da Versailles che all'interno delle mura di Parigi dai borghesi allarmati dal pericolo rosso, mentre i tedeschi erano del tutto passivi alla guerra civile.

Alla fine Thiers chiese a Bismark di liberare i prigionieri di guerra affinché potesse disporre di un esercito per frenare la rivolta. L'esercito versagliese vinse i comunardi ma Parigi andava contro il suo stesso sangue e i morti furono moltissimi.


RUSSIA

- Sconfitta dalla guerra di Crimea la Russia dovette affrontare delle violente rivolte contadine.

- Per prevenire il processo di ribellione lo zar Alessandro II pose dinnanzi all'assemblea il problema dell'emancipazione dei servi della gleba  e il decreto imperiale dell'abolizione della servitù della gleba arrivò nel marzo del 1861

- Ma dato che non aveva senso emancipare i servi della gleba senza dare loro una terra i grandi proprietari terrieri dovettero rinunciare ad una parte cospicua dei loro possessi, beneficiando di una serie di indennizzi.

- I contadini ricevettero la proprietà dei piccoli appezzamenti di terreno, ma le terre da coltivare vennero affidate ai mir (comunità di villaggio che aveva in comune la terra) che dovevano garantire collettivamente il rimborso delle somme corrisposte dallo Stato.

- Il mir era anche responsabile delle tasse dovute dai suoi componenti, del reclutamento militare.

- Le cose però non andarono nel modo sperato perché l'appezzamento di terra assegnata ad ogni capofamiglia risultava insufficiente per are la quota di rimborso.

- Inoltre i nuovi proprietari terrieri non avevano acquisito diritti civili che rimanevano solo nelle mani degli aristocratici.

- In quegli stessi anni si era sviluppato il fenomeno del POPULISMO: Herzen pensava che il futuro dell'Europa sarebbe arrivato dai paesi Slavi che a causa della loro esclusione dalle correnti più vive offriva il terreno più favorevole per far germogliare una rivoluzione sociale.

- I punti fondamentali del populismo erano la sfiducia in ogni generica democrazia, la certezza di un possibile sviluppo autonomo del socialismo in Russia, la fede nelle possibilità futura della comunità rurale, la necessità di creare dei tipi rivoluzionari che si dedicassero al popolo e penetrassero in esso.

- Il movimento populista ebbe successo tra i li degli aristocratici che vedevano la loro condizione privilegiata come una vergogna e aprirono scuole, ricoveri per i contadini più disagiati, altri entrarono nelle fabbriche come operai per fare esperienza diretta delle condizioni di vita dei lavoratori




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