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Età comunale

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Età comunale


Indicazioni generali: Dopo il Mille si assiste ad un aumento della popolazione e delle città, sviluppando così attività economiche e culturali, prima monopolio dei castelli e delle abbazie.


Periodizzazioni: Il periodo più favorevole ai Comuni è quello che va da Innocenzo III a Bonifacio VIII. Comunque l'età comunale è divisibile in due periodi: quello della sua affermazione, fino agli inizi del Trecento, e quello della crisi, che finisce col tumulto dei Ciompi a Firenze nel 1378.




Sistema storico-politico-amministrativo: Lo sviluppo dei Comuni avviene in Italia in maniera diversa dal resto dell'Europa, dove i Comuni erano sempre soggetti al potere centrale, mentre in Italia, mancando tale potere, i Comuni divengono delle città-stato.


Aspetto socio-economico: I Comuni italiani, a differenza degli altri europei, subordinano al proprio sistema fiscale e alla propria giurisdizione anche il contado, creando così un sistema economico unitario città-camna. Ciò fa in modo che cambi la posizione sociale del contadino, che spezza i vincoli feudali smettendo di essere servo della gleba e divenendo affittuario di un proprietario terriero che vive in città.

Divisione della società: Oltre alla divisione medievale in oratores (clero), bellatores (guerrieri) e laboratores (contadini), e fra la classe nobiliare e quella dei servi della gleba anche una classe dedita al commercio, all'artigianato cittadino.

ure sociali predominanti: Le nuove ure sociali sono quelle del mercante e quella dell'artigiano. Il mercante non solo compra e vende merci, ma è un uomo d'affari, presta denaro, crea banche e diventa egli stesso imprenditore e produttore. L'artigiano invece è un centro di produzione, di vendita e scuola di apprendistato per i garzoni.




Rapporto uomo-religioso: Al posto dell'interpretazione simbolica medievale, secondo la quale nelle cose c'era un senso segreto che mandava a Dio, si diffonde una interpretazione razionale e allegorica che presuppone l'indagine intellettuale e il dibattito.


Cultura:

Caratteristiche: Nascono le Università, associazioni di studenti e professori autonome dalla Chiesa. Gli studenti e i professori parlano in latino e costituiscono comunità che occupano interi quartieri cittadini.

Intellettuali: Le nuove ure di intellettuali sono rappresentate dai notai e dai giuristi. Non esiste ancora separazione tra competenze professionali e base letteraria. I primi letterati italiani non sono letterati di professione, ma uomini colti, esperti di ars rhetorica, che si dedicano alla mercanzia o alla professione di notaio o giurista. Inoltre il notaio doveva saper tradurre dal volgare in italiano e viceversa per incontrare la realtà culturale dei propri clienti.

Pubblico: Il pubblico a cui erano rivolte le opere era vario: le opere in latino erano lette da un numero ristretto di grandi intellettuali, esperti in teologia e conoscitori delle arti del Trivio e del Quadrivio, mentre le opere in volgare erano rivolte ad un pubblico più vasto, fra i quali c'erano laici mediamente colti e donne degli strati sociali più elevati, interlocutrici per eccellenza della letteratura cortese e religiosa.







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