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FORMAZIONE DEL REGNO D'ITALIA

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FORMAZIONE DEL REGNO D'ITALIA


Dopo le rivoluzioni del 1848-49, prevalgono in Europa tendenze conservatrici o reazionarie; tra le grandi potenze solo l'Inghilterra mantiene in vita gli ordinamenti liberali. La reazione prevale anche in Italia: nel Lombardo-Veneto, nell'Italia centrale e nel Regno Borbonico, vengono restaurati regimi oppressivi e vengono processati i patrioti. Soltanto nel Regno di Sardegna il re Vittorio Emanuele II, consigliato dal d'Azeglio, mantiene la costituzione concessa da Carlo Alberto, guadagnandosi la stima dei patrioti liberal-moderati. Il Liberalismo piemontese trova un leader geniale e spregiudicato in Cavour, che grazie ad un accordo con i progressisti guidati da Rattazzi, può contare sul consenso della maggioranza dei deputati. Nel 1852 d'Azeglio si dimette e Cavour prende il suo posto come presidente del Consiglio. Per quanto riguarda la politica interna egli avvia lo sviluppo economico ed industriale del Piemonte. Per quanto riguarda la politica estera, mira ad assicurarsi l'alleanza della Francia, in previsione del prossimo scontro con l'Austria. L'occasione per attuare tali propositi gli si offre quando sorgono attriti tra la Turchia e la Russia (guerra di Crimea, 1853-l856). La Francia e l'Inghilterra si schierano a fianco della Turchia; l'Austria sul cui appoggio aveva sperato lo zar si dichiara invece neutrale. A causa delle difficoltà dell'impresa, gli alleati invitano il Regno di Sardegna ad intervenire, e Cavour invia in Crimea un contingente di circa quindicimila uomini comandato dal generale Lamarmora. Terminata la guerra con la sconfitta della Russia, Cavour può partecipare al Congresso convocato a Parigi per stabilire le condizioni di pace. Cavour coglie l'occasione per denunciare - di fronte ai rappresentanti di tutte le potenze Austria compresa - le intollerabili condizioni dell'Italia. Intanto Mazzini e i suoi seguaci tentano di innescare a Milano un moto anti-austriaco; nel 1857 Carlo Pisacane conduce una spedizione nel napoletano, sperando di mobilitare i contadini oppressi; viene invece sopraffatto con i suoi trecento uomini dalle truppe borboniche e dagli stessi contadini, convinti di avere a che fare con una banda di briganti. Cavour intanto, nel 1858, firma con Napoleone III i Patti segreti di Plombieres, ossia un'alleanza militare contro l'Austria rivolta a strapparle il Lombardo-Veneto e ad annetterlo al Piemonte, che a sua volta cederebbe alla Francia la Savoia e Nizza. L'Austria, provocata ripetutamente, dichiara guerra al Piemonte (seconda guerra d'indipendenza, 1859).Le sorti della guerra volgono a netto vantaggio dei franco-piemontesi, che scongono gli Austriaci a Magenta, Solferino e San Martino, costringendoli a firmare l'armistizio di Villafranca, col quale cedono al Piemonte la Lombardia. Nel frattempo anche i democratici conseguono clamorosi successi, che si concludono però a vantaggio della monarchia sabauda: nel 1860 i Mille, guidati da Garibaldi, liberano il Regno di Napoli; Vittorio Emanuele II, col pretesto di difendere Pio IX da un loro eventuale attacco, guida l'esercito ad incontrarli. Lo scontro è evitato per volont . di Garibaldi che, nell'incontro dei pressi di Teano, consegna a Vittorio Emanuele II il Regno delle due Sicilie. L'incontro di Teano segna la vittoria politica della linea monarchico-liberale del Cavour e la sconfitta di quella democratico-garibaldina. Nel marzo del 1861 viene proclamato il Regno d'Italia; il Lazio è però ancora governato dal Pontefice e il Veneto rimane sotto il dominio austriaco.





UNIFICAZIONE DELLA GERMANIA E CROLLO DEL SECONDO IMPERO


Dopo la guerra combattuta contro l'Austria dai franco-piemontesi, il Secondo Impero va incontro a crescenti difficolt . . Al declino della Francia corrisponde la rapida ascesa della Prussia: infatti il processo di unificazione della Germania subisce una netta accelerazione e viene condotto a termine dal cancelliere prussiano Otto von Bismarck. Alleatosi con l'Italia, egli muove guerra all'Austria e la costringe a cedere alla Prussia alcuni ducati e all'Italia il Veneto (guerra austro-prussiana, 1866; questa guerra S da noi considerata come terza guerra d'indipendenza).

Nel 1870 Napoleone III dichiara guerra alla Prussia; viene per. sconfitto a Sedan e fatto prigioniero. Le conseguenze della guerra franco-prussiana sono vaste:

1) la nascita dell'Impero Tedesco, in quanto i principi tedeschi proclamano l'unificazione della Germania in un impero federale;

2) l'esplosione a Parigi di un movimento rivoluzionario, che porta alla caduta del Secondo Impero e alla proclamazione della Terza Repubblica;

3) l'occupazione di Roma (non pi- difesa dalle truppe francesi) da parte dell'Italia, e la sua proclamazione a Capitale del Regno.






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