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GUERRA DI SECESSIONE, PRIMA e SECONDA GUERRA MONDIALE, LA GUERRA FREDDA

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GUERRA DI SECESSIONE

Salì al potere Lincoln e i sudisti videro l'accaduto come una sfida e una minaccia.

Il 20 dicembre 1860 la Carolina del Sud si separò dall'Unione e con lei altri dieci stati del Sud. Naque così l'Unione degli Stati Confederati d'America formata dagli stati che avevano ottenuto la secessione. I confederati attaccarono ripetutamente il Forte Sumter nella Carolina del Sud, dando così inizio alla guerra di Secessione.

L'America era divisa in due: a sud il generale Lee a nord il comandante Grant.

La schiavitù fu la causa principale della guerra. Lincoln garantì il mantenimento dell'Unione senza però abolire la schiavitù. Nel 1862 il presidente propose "il proclama d'emancipazione" che riportava la seguente frase: "Tutti gli schiavi confinati nelle zone in ribellione, devono essere liberati".

Un'altra causa molto importante della guerra fu l'antico conflitto tra i diritti degli Stati e il potere federale.

La guerra si concluse con la sconfitta del Sud conservatore e la vittoria del Nord liberale. Questa viene considerata la prima guerra "moderna". Il periodo dal 1865 al 1877 viene chiamato "età della ricostruzione"; esso cominciò con una tragedia: l'omicidio di Lincoln (14 aprile 1865). Gli succedette Andrew Johnson che tentò di opporsi ai radicali repubblicani, sostenitori di dure condizioni per la riammissione degli stati sudisti all'unione.



Nel 1867 fu approvata la legge di ricostituzione con la quale al sud furono installati governi "ricostituiti" composti da neri, bianchi poveri del luogo e avventurieri nordisti sotto il controllo di truppe federali. Dopo Johnson, nel 1869, salì al potere Grant che aveva già guidato la nazione alla vittoria sui sudisti. Grant si mosse sulla stessa linea dei suoi predecessori.

Il nuovo presidente, Hayes, nel 1877 ristabilì definitivamente la nazione ritirando le truppe federali (nordiste) degli ultimi tre stati controllati del sud.


PRIMA e SECONDA GUERRA MONDIALE

Il democratico Thomas Woodrow Wilson salì al potere nel 1913 e venne da molti considerato un idealista. Wilson attuò moltissime riforme fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Nonostante gli States si fossero dichiarati neutrali intervennero comunque nel momento in cui i tedeschi diedero inizio a una guerra sottomarina ad oltranza. Nel 1917 Wilson dichiarò guerra alla Germania. I motivi che lo spinsero all'intervento furono:

economici (prestiti e forniture fatti alla Triplice Intesa);

etico- culturali (affinità con i regimi liberali come la Gran Bretagna);

realistici (paura della vittoria tedesca).

Wilson emanò i famosi 14 punti che spinsero il suo stato alla guerra. Nel 1919 partecipò alla conferenza di pace e questo deluse gran parte del popolo americano. A Wilson venne rifiutata la ratifica di pace con la Germania perché a esso era collegato il patto istitutivo della Società delle Nazioni. Dopo la delusione avuta dal popolo dal presidente democratico vennero eletti prima il repubblicano Harding nel 1921, poi Coolidge nel 1923 e infine Hoover nel 1929.

Negli anni venti gli U.S.A. tornarono praticamente alla normalità; molte innovazioni come il cinema, le macchine, le radio, portarono rosee aspettative. Nell'ottobre 1929 il crollo della Borsa di New York e la conseguente grande crisi economica, travolsero la prosperità, ridussero l'industrializzazione e aumentarono la disoccupazione. Nel 1932 salì al potere Franklin Delano Roosvelt. Il popolo, sul nuovo presidente, aveva molte aspettative che con

il tempo vide realizzarsi. Il presidente democratico era caratterizzato da una grandissima personalità che lo portò a essere rieletto per tre volte. Propose un nuovo programma, il New Deal, per riportare gli States sul gradino più alto. Le dittature, nel frattempo, padroneggiavano sugli altri continenti: in Europa il nazifascismo e in Asia la dittatura giapponese. Dopo l'attacco tedesco all'Unione Sovietica, gli U.S.A. si dichiararono neutrali (1939). Dopo l'aggressione giapponese a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941 entrarono in guerra.

Rapporti difficili con i due alleati: Stalin (Unione Sovietica) e Churchill (Gran Bretagna).

Con loro organizzò due grandi riunioni (dette "Conferenze tra i tre grandi") prima a Tehran nel 1943, poi a Jalta nel 1945.

Il 12 aprile 1945, pochi giorni prima della vittoria in Europa, Roosvelt morì. A lui succedette Truman, un uomo del tutto diverso da Roosvelt. Partecipò alla terza ed ultima "conferenza dei tre grandi" a Potsdam nell'estate del 1945.

Il 6 e il 9 agosto Truman fece sganciare la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, dichiarando così la fine della seconda guerra mondiale.


LA GUERRA FREDDA

Tra il 1946 e il 1947 iniziò la guerra fredda a causa di rapporti conflittuali tra Mosca e Washington. Le cause di questa "guerra" furono:

ideologiche (conflitto tra comunismo e mondo libero);

politiche (urto classico tra due grandi potenze).

Mosca mirava essenzialmente alla sicurezza, mentre Washington considerava espansionistica la politica Sovietica e si sentiva contrariata nel suo progetto di libero mercato con i paesi europei.

Il piano Marshall e la dottrina Truman, nel 1947, furono considerate la risposta più efficace al "blocco" da parte dei sovietici di Berlino (1948-l949). Il 14 aprile 1949 venne stipulato il Patto Atlantico, la prima alleanza in tempo di pace, che comportava la costituzione di forze armate alleate, integrate su base permanente sotto il comando americano. Questo patto fu messo alla prova quando nel 1950 la Corea del Nord invase la Corea del Sud. Intervenne quest'alleanza sotto il nome di O.N.U. e l'armistizio si concluse nel luglio del 1953. L'URSS rispose agli U.S.A. con la costruzione di armi nucleari per proporre una pace ma il presidente degli States, Eisenhower, non riuscì a trarne alcuna conclusione. Nel 1960 salì al potere John F.Kennedy che propose nuove idée in risposta al comunismo. Ma i risultati non furono pari alle aspettative, che non ne convalidarono il nuto. All'interno degli States si fece sentire la protesta dei neri e, nonostante l'emanazione delle leggi sui diritti civili del 1964 e del 1965, Kennedy cercò di fondare una politica di distensione ormai avviata con Mosca, poiché esisteva un buon rapporto con il premier sovietico Chruscëv.







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