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IL FRONTE CAPITALISTA



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IL FRONTE CAPITALISTA:

La classe dominante  al nord uscì dalla guerra con un po' di apprensione, poi riprese fiducia. La struttura dell'industria italiana era caratterizzata da piccole industrie e laboratori artigiani. Tre erano all'epoca i settori dominanti: idroelettrico (grande intensità di capitale), tessile e alimentare. Negli anni del dopoguerra emerse all'interno delle industrie una netta divisione tra maggioranza conservatrice(tranquilla al sicuro) e minoranza progressista. Gli imprenditori miravano a ottenere la libertà di azione che li era stata sottratta dalla classe operaia. Lo strumento politico di cui si servirono fu da democrazia cristiana. I liberali rimasero un partito di elite; i democristiani erano l'opposto. Potevano contare sull'appoggio della chiesa e dell'azione cattolica. La democrazia rivolgeva un appello speciale anche ai valori familiari.la chiesa e la dc posero un grande impegno nell'assistere le famiglie provate dai traumi della guerra.


IL MOVIMENTO OPERAIO:

L'esperienza della seconda guerra mondiale aveva abituato il proletariato a considerare il futuro dell'Italia come risultato dei conflitti che davano luogo su scala mondiale, e ormai il mito di una liberazione russa non poteva durare contro la promessa di una immediata salvezza degli americani.La condizione di vita della classe operaia era peggiorata drasticamente anche a causa della sovrappopolazione . I braccianti del meridione costituivano il settore più povero di tutta la forza lavoro. La condizione dei disoccupati era ancora peggiore. Nel 1947 gi italiani disoccupati ammontavano a 1,6 milioni. Desiderio di ricostruzione e una diffusa attesa di riforme andavano si pari pass sia al nord che al sud. I comunisti continuavano a sostenere che la rivoluzione era impossibile ma non le riforme. Tra il 45 e il 47 i comunisti fecero concessioni su concessioni mentre la dc stava diventando la rappresentante della società italiana per la cui concezione della democrazia progressiva era ormai una assoluta minaccia. I comunista si ponevano delle limitazioni pe rassicurare i democristiani circa le proprie intenzioni. La dc utilizzò al massimo la sua libertà d'azione . Il pci cercò di contrastare l'attivismo della dc sul problema della famiglia con la propria versione socialista dei rapporti tra famiglia e collettività.




PARRI E DE GASPERI:

a) politica e istituzione: il governo di Parri durò solo 5 mesi e in questo periodo( giugno-novembre 1945) egli diede prova di grande ineguatezza. Invece di stabilire un ordine di priorità si lasciava sopraffare dalla routine amministrativa. Alle spalle dei suoi fallimenti c'era il suo partito, il partito d'azione che era paralizzato da divisioni interne tra l'ala socialista e quella liberaldemocratica. Tutte la difficoltà e le contraddizioni del partito esplosero al congresso del febbraio 196. Socialisti e comunisti fecero poco per rimediare alla debolezza del partito d'azione. Entrambi a partiti erano preparati a fare concessioni sostanziali alla dc e al liberali per far si che le elezioni non venissero indebitamente rinviate. Nel 1945 i liberali decisero di sbarazzarsi di Parri e annunciarono il loro ritorno dal governo. Il 10 dicembre De Gasperi diventa presidente del consiglio. Negli anni dal 45 al 47 nessuno degli apparati dello stato fu messo in discussione e non si fece alcun tentativo per rinnovare l'amministrazione centrale a Roma.

b) problemi sociali:  principali battaglie sociali dell'epoca videro il movimento operaio perdere parecchio terreno nei confronti della classe padronale. In questo periodo gli imprenditori raggiunsero uno dei loro principali obiettivi: la stipula dei contratti nazionali che vennero firmati nel 1945. Fu creata una scala salariale nazionale unica per i lavoratori dell'industria ,venne aumentato il periodi di vacanza e venne introdotta la tredicesima. Gli imprenditori accettarono il progetto senza alcuna ostruzione.


LA REPUBBLICA E LA FINE DELLE GRANDI COALIZIONE:



a) le prime elezioni: il 2 giugno 1946 gli italiani andarono liberamente a votare per scegliere con un referendum tra monarchia e repubblica e dovevano eleggere i propri rappresentanti all'assemblea costituente. Con il 54% dei voti l'Italia divenne una repubblica. Il referendum segnò la spaccatura tra nord, centro(repubblica) e sud(monarchia). Il nuovo regime parlamentare venne organizzato seconda il principio bicamerale. Le elezioni per la camera avvenivano col sistema proporzionale. Per il senato le elezioni avvenivano su base regionale. Ogni sette anni le due camere dovevano eleggere il presidente della repubblica.

b)la politica e i partiti: il 12 luglio 1946 De Gasperi formò il suo secondo governo.

C9 le lotte sociali: i conflitti sociali aumentarono nell'estate e nell'autunno del 1946. Il movimento ebbe la sua più alta espressione a Torino , dove furono le tesse commissioni interne a organizzare uno sciopero generale nell'intera città. Dopo l'estate le agitazioni del nord persero di intensità. Le insurrezioni contadine raggiunsero il culmine nell'autunno del 1946: la rivolta si svolse contemporaneamente su tutti i fronti.


LA CACCIATA DELLE SINITRE:

De Gasperi, dopo essersi dimesso, ritornò al governo e annunciò che avrebbe formato un governo di centro fidando nell'appoggio parlamentare di tutti i partita di destra. Nel 48 Marshall ammonì che nel caso di una vittoria della sinistra avrebbe tagliato gli aiuti all'Italia.






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