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Macchine idrauliche e marittime

Apparecchiatura per prosciugare un porto

La nota che accomna questo disegno descrive 'modo di votare un porto', ossia come rendere possibili lavori per fondazioni subacquee o opere necessarie ad aumentare i fondali di un porto, permettendo di prosciugare una porzione di acqua e agevolando cosi' lo scavo del fondale. Tali operazioni sono rese possibili usando un cassone (probabilmente di legno) formato da paratie mobili sagomate a incastro, impiantate nell'acqua e collegate tra loro mediante quattro pilastri di forma quadrangolare.


Il foglio nel quale è riportato il disegno delle palancolate mobili, cioè delle strutture necessarie a vuotare un porto, può essere databile tra il 1487 ed il 1490. La nota che accomna il disegno descrive le operazioni da farsi : 'modo di votare un porto, a che questo sia di 40 braccia di faccia, e quando hai voto il fondo di detta cassa, lascia stare una de le facce e stramuta l'altre 3 dopo quella, e rifarai altrettanto ; poi rivota e fa il simile '. Nella parte superiore dello stesso foglio (qui non riportata) è presente il disegno di un'arma da lancio detta 'falarica'; nella nota sottostante indicazioni sulla possibilità di sentire rumori lontani anche stando sott'acqua.


Barca a propulsione a ruote

Nel progetto di Leonardo, le pale motrici della barca a propulsione, avrebbero dovuto avere la lunghezza di un braccio e mezzo, circa 90 cm. Per moltiplicare la forza dei vogatori venivano previste delle ruote del diametro di un braccio (60 cm circa) con 16 denti che ingranavano su di un rocchetto del diametro di 1/4 di braccio (15 cm circa) munito di 12 denti. Secondo i calcoli di Leonardo (prescindendo dalle difficoltà meccaniche e nautiche) facendo compiere alla 'rota del primo moto' 50 giri al minuto si sarebbe ottenuto un movimento della barca con velocità di '50 milia per ora'.



Battipalo

E' una macchina molto utile per la palificazione di conche idrauliche e già in largo uso ai tempi di Leonardo. E' composta da un telaio verticale con argano per il sollevamento del peso. Questo e' munito sulla testata di un congegno di presa costituito da due balestre piegate che ne assicurano lo sganciamento alla massima altezza, imprimendo cosi' al palo tutta la forza disponibile. L'operazione poteva essere cosi' ripetuta più volte sino a conficcare il palo alla profondità voluta.



Cannone navale a retrocarica

Il modello rappresenta una bombarda a retrocarica destinata ad essere usata sui ponti delle navi. La culatta (parte posteriore usata per il caricamento) si fissava al cannone mediante una vite conica mossa da una manovella a vite senza fine.


Il foglio, disegnato a penna con inchiostro seppia, è databile tra il 1487 e il 1490 e presenta disegni di architettura militare e armi navali. In alto, pianta di rivellino. Al centro, cannone navale con didascalia 'Bombarda grossa che si carica dirieto, e uno solo omo la v'invita e disvita'. Sotto, particolare della manovella della bombarda con didascalia: 'Il manico b è una vite senza fine, la quale debbe essere lunga quanto la vite ch'entra nella tromba, e il polo an è congiunto con un cerchio di bronzo, il quale cigne la coda' seguono altri disegni.

Chiusa a porte battenti per canale navigabile

Al sistema delle conche per far superare alle imbarcazioni un dislivello d'acqua, già in uso in Lombardia da oltre 200 anni, Leonardo apporta il perfezionamento delle porte di chiusura introducendo un portello manovrabile dall'argine al fine di ridurre lo sforzo di apertura .


Progetti di canale per Firenze. I tre disegni rappresentano, il primo il profilo degli argini, gli altri due il superamento di un fiume mediante chiuse.

Chiusa a porte battenti per canale navigabile

Al sistema delle conche per far superare alle imbarcazioni un dislivello d'acqua, già in uso in Lombardia da oltre 200 anni, Leonardo apporta il perfezionamento delle porte di chiusura introducendo un portello manovrabile dall'argine al fine di ridurre lo sforzo di apertura .


Progetti di canale per Firenze. I tre disegni rappresentano, il primo il profilo degli argini, gli altri due il superamento di un fiume mediante chiuse.

Cupolino per respirare

Leonardo aveva previsto le possibili attività di un palombaro, e aveva cercato di dare specifiche descrizioni delle apparecchiature da usare e del loro funzionamento. Per gli impieghi di guerra egli pensava di utilizzare dei semplici copricapi muniti di ridottissimi boccalini per la presa d'aria e prevedeva l'adozione di guanti palmati e pinne natanti per il palombaro.

Draga lagunare Questo tipo di draga doveva servire per pulire i fondali di canali o di conche lacustri. La draga era montata su due barche ed era fornita di quattro pale ruotanti con movimento a manovella. La conformazione delle casse 'portatrici di terra del pantano' consentiva la facile caduta del fango in una zattera ormeggiata fra le due barche. La profondità dell'escavazione era regolata dallo scorrimento in verticale del tamburo al quale erano fissate le quattro pale. Interessante l'avanzamento della draga a mezzo del cavo di ormeggio: mentre la ruota gira a cavar fango, una corda legata alla riva si avvolge intorno all'asse del tamburo spostando la zona di escavazione.


L'intero foglio e' dedicato alla draga lagunare definita 'strumento per cavare terra'. Leonardo associa alla macchina quattro lettere, bf-mn, indicanti alcune parti e meccanismi importanti per il funzionamento della macchina stessa (b=bracci; f=ruota dentata; m=palo per; n=manico per la ruota; mf e mb=corde). Seguono due note; una, breve, sul margine destro che recita: 'Il polo che comodita' del potere discendere in tanta basezza, quando debba discendere la rota per profondare l'acqua al palude'; l'altra, centrale e molto più lunga, espone i vantaggi della draga lagunare e ne riporta le principali fasi di lavoro ed il modo in cui procedere.

Draga marittima

La benna di questa draga marittima a comando manuale anticipa la costruzione delle attuali benne escavatrici meccaniche. Oltre alla particolare forma dei denti, la benna era manovrata da una doppia fune, che consentiva sia il tiro che l'innalzamento, favorendo le condizioni di lavoro. Le numerose ancore di trattenuta dovevano infine controbilanciare gli sforzi a cui era sottoposta la draga per la trazione della benna sul fondo.

 


Il foglio, a matita e penna, appartiene al periodo milanese ed è databile tra il 1486 ed il 1490. In alto è disegnata la draga marittima fornita di ancore e benna escavatrice per la pulizia dei porti. Nella parte centrale altri temi: disegno di un'ala della macchina volante, due tipi di molle. In fondo una nota riguardante il 'fabbisogno di forza necessario per far sollevare un uomo con due ali '.


Escorpio


Nave da guerra. Il progetto dell'escorpio è notevole, oltre che per il potere offensivo della caduta istantanea della grande falce, per la protezione dei vogatori per mezzo di robusti mantelletti con entrate defilate e copertura di pelli umide contro il lancio di fuoco dall'alto.

 Galleggiante a fondo apribile

Questo galleggiante era stato pensato per trasportare materiale da depositare sul letto di un fiume dalle acque tranquille e non troppo profonde, alzandone cosi' il fondo e permettendo il passaggio di truppe. Tale rialzamento doveva ottenersi con il getto 'nel luogo dove vuoi' di ghiaia trasportata con questi galleggianti, che usati come 'mezzi di circostanza' potevano essere costruiti sul luogo stesso di impiego utilizzando canne o vimini intrecciate e poi rivestiti di pelli.


Il foglio contiene due disegni di soggetto diverso e relative note. In alto, galleggiante a fondo apribile e in basso cerbottana con freccia. Sotto la ura del galleggiante, Leonardo riporta un'ampia nota descrittiva sull'uso di questo strumento per guadare fiumi poco profondi. Per poter seguire sempre la stessa linea di lavoro, e per trattenere la barca dalla forza dell'acqua Leonardo pensa ad una corda, agganciata all'imbarcazione e fissata alle due sponde del fiume tramite due poli.

Galleggianti per camminare sull'acqua Leonardo disegna e descrive brevemente un modo di camminare sull'acqua dotando un uomo di due galleggianti, molto allungati, attaccati ai piedi e di due racchette per potersi equilibrare con le braccia. Di nessun risvolto pratico, il sistema evidenzia il sogno di potersi muovere sull'acqua come sulla terra.


La ura e' inserita in un foglio, databile tra il 1475 e il 1480, che contiene vari disegni di macchine per sollevare l'acqua attraverso l'uso di ruote dentate, ingranaggi, pompe e soffietti. Tre ure umane mostrano il modo di andare sott'acqua o di camminarci sopra.

Guanto palmato Fanno parte dell'attrezzatura necessaria a muoversi più facilmente in acqua. Sono guanti da legare intorno al polso, semplici da indossare, costruiti probabilmente in pelle resa rigida in cinque stecche di legno, ad imitazione degli arti dei palmipedi.


Redatto tra il 1487 ed il 1490, il foglio mostra due attrezzature per nuotare: il guanto palmato e, più in basso, il salvagente, con nota esplicativa su come salvarsi in caso di una tempesta o di un naufragio. La nota riporta sotto il guanto palmato 'guanto con pannicoli per nuotare in mare' fa pensare ad un unico equigiamento ideato per aumentare le capacità di stare a galla, soprattutto in situazioni di emergenza o di necessità.

Imbarcazione a pale Un problema che Leonardo si pone e' quello di rendere più spedita e facile la navigazione. Naturalmente la forma dello scafo aveva una grande importanza e Leonardo se ne interessò. Pensò inoltre di equigiare certe barche con grandi pale che, azionate cadauna da un uomo tramite manovelle, avrebbero aumentato il ritmo e l'efficacia rispetto al tradizionale remo. In questo progetto gli uomini che dovevano far forza erano posizionati sotto il ponte della barca, da dove, tramite una cinghia ( o funi), mettevano in movimento il grande tamburo centrale che ingranava con un sistema a ruote, con pioli e lanterna. Leonardo era consapevole che cosi' come era disegnato il meccanismo non poteva funzionare ( le pale avrebbero infatti girato in senso inverso una dall'altra) e che occorreva pertanto interporre un altro meccanismo.


I disegni riportati in questo foglio , databili al 1482 si riferiscono ad una barca a ruote con lo scafo disegnato solo in parte e con intorno alcuni particolari. Nel progetto Leonardo prescinde completamente dallo scafo, di cui traccia solo in parte il ponte di appoggio della motrice e della trasmissione a cinghia che con il grosso rocchetto a lanterna. Le poche annotazioni presenti sul foglio si riferiscono ad altri argomenti.

Misura della trasformazione di acqua in vapore

Lo strumento ideato da Leonardo serviva a sperimentare e misurare la dilatazione e la forza del vapore. Il dispositivo era costituito da un recipiente pieno d'acqua fredda con un coperchio a cui era attaccato un peso. Accendendo il fuoco, l'acqua si scaldava aumentando gradualmente in volume; il peso esterno tendeva a scendere, dando cosi' la misura della forza esercitata dal vapore acqueo sul coperchio del contenitore. Tutto il fenomeno poteva essere seguito attraverso una vescica che era legata al coperchio del contenitore.


Motrice navale a ruote

E' una delle proposte di Leonardo sulla propulsione navale mediante ruote mosse dalla forza umana. In questo progetto, gli uomini che dovevano far forza erano posizionati sotto il ponte della nave da dove, tramite funi, mettevano in movimento il grande tamburo centrale che ingranava, con un sistema a ruote con pioli e lanterna, l'asse delle pale fornendo così il movimento all'imbarcazione. Leonardo era consapevole che, così come era disegnato, il sistema non poteva funzionare (le pale avrebbero girato in senso inverso l'una dall'altra) e che occorreva un altro meccanismo.

 


I disegni riportati in questo foglio, databili intorno al 1482, si riferiscono a una macchina navale a ruote (lo scafo è disegnato solo in parte con intorno alcuni particolari).

Leonardo prescinde completamente dallo scafo, di cui traccia solo in parte il ponte di appoggio della motrice e della trasmissione a cinghia, che investe il grosso rocchetto a lanterna del primo comando e poi attraversa il ponte per scendere al di sotto di questo.

Le poche annotazioni presenti sul foglio si riferiscono ad altri argomenti.

Nave a sperone mobile  escorpio

Il progetto dell'escorpio è notevole oltre che per il potere offensivo della caduta istantanea della grande falce, anche per la possibilità che questa potesse, tramite una piattaforma girevole, essere velocemente posizionata sul punto da colpire. Il meccanismo di sollevamento della falce azionato da una manovella e da ingranaggi, e la sua rapida caduta assicuravano l'efficacia del mezzo. L'imbarcazione era dotata di un dispositivo per la protezione dei vogatori a mezzo di robusti mantelletti con entrate defilate e coperture di pelli che dovevano servire ad attenuare l'effetto del lancio di fuoco dall'alto.


Sul foglio tre disegni. In alto, nave a sperone mobile con nota sul modo di sfondare un naviglio avversario; Leonardo indica gli accorgimenti da prendere sia per evitare di ricevere il contraccolpo per l'urto riportato che per sganciare velocemente la barca nemica evitando, alla barca assalitrice, di essere trascinata in fondo al mare.

Nello stesso foglio urano altri temi: un uomo su una bilancia per misurare la sua forza e un suonatore di corno tra due pareti a gradoni.

Nave veloce speronatrice Il modello rappresenta lo studio di una imbarcazione per lo speronamento subacqueo delle navi nemiche. Lo scafo della nave speronatrice e' molto robusto, privo di vela e i vogatori vengono difesi da una protezione mobile. Caratteristica significativa della nave doveva essere la velocità e conseguentemente la forza d'urto. La forma dello scafo, con rapporto tra lunghezza e larghezza di oltre 12, doveva garantire al mezzo le prestazioni richieste.


Paratoie a ghigliottina Lo schizzo è riconducibile agli studi effettuati da Leonardo sulla navigazione di fiumi con portata d'acqua non costante. Il corso d'acqua viene diviso in brevi tratti mediante paratoie a traversa. A ciascuna traversa e' addossata una chiusa a doppio sistema di porte, per mezzo della quale una barca può scendere o salire il salto d'acqua creato dalla traversa, cosi' come si usa nei canali artificiali.


Il foglio risalente al periodo tra il 1475 ed 1480 quando Leonardo era ancora in Toscana, riporta disegni di un grande canale navigabile con chiuse e conche e molte navi impegnate a risalirlo. Nella parte sinistra del foglio due disegni: il primo a matita, l'altro a penna, illustrano il sistema di chiusure delle conche con una nota a centro ina che spiega il funzionamento delle chiuse stesse attraverso l'azionamento di un argano.

Pompa per sentine o 'tromba da galea'

'Tromba da galea' destinata a vuotare dall'acqua le sentine delle imbarcazioni. La valvola a sede conica presente nella pompa era stata probabilmente studiata da Leonardo per un progetto di mantice a soffietto a caduta d'acqua destinato alle fucine o alle fonderie.

 


Ponte a costruzione rapida E' un ponte di circostanza su cavalletti. L'idea di questo ponte appartiene agli studi per la costruzione di ponti militari provvisori realizzabili attraverso il collegamento di tronchi di legno a mezzo di corde. Leonardo descrive il modo di disporre i tronchi e di legarli tra loro ad una certa distanza e fornisce qualche riferimento ai materiali da impiegare ed agli accorgimenti tecnici da usare. Questo ed altri tipi di ponte facevano parti delle 'credenziali' militari offerte da Leonardo a Ludovico il Moro, signore di Milano.




Ponte canale con chiuse a porte battenti

Lo schizzo descrive il funzionamento di un ponte canale per Firenze che permette il superamento di un corso d'acqua tramite una grande conca costituita da un sistema di chiuse poste a una determinata distanza l'una dall'altra. Le chiuse consentono alle imbarcazioni di superare un dislivello d'acqua. Nelle note a fianco del disegno, Leonardo descrive in che modo devono essere costruite le sponde del canale per evitare che l'acqua eroda la ghiaia delle sponde stesse e per impedire possibili allagamenti. Inoltre, per problemi legati alle eventuali piene dei corsi d'acqua, Leonardo indica come costruire il fondo del canale e i periodi migliori per effettuare questi lavori.


Il foglio contiene tre disegni sul progetto di un canale per Firenze e sono databili agli anni 1482/3, con riferimento a quanto riportato nella famosa lettera a Ludovico il Moro nella quale Leonardo fa menzione del suo   saper 'conducer le acque da un loco ad un altro.

Nella parte superiore del foglio, una lunga nota descrive il profilo degli argini e spiega come evitare la erosione degli stessi; nella parte centrale è tracciato il disegno di un 'ponte canale' per il superamento di un fiume mediante chiuse; nella parte inferiore lo stesso canale è visto di fianco sopra il ponte. Nella nota, Leonardo, oltre che specificare trattarsi del 'canale per Firenze', indica il periodo migliore per effettuare i lavori di scavo. A proposito di canali e di carichi trasportati dalle barche, successivamente Leonardo annoterà: 'il gran peso della barca che passa per il fiume sostenuto dall'arco del ponte, non cresce peso a esso ponte, perché la barca pesa di punto quanto il peso dell'acqua che tal barca caccia dal suo sito'

'Ponte di circostanza' su cavalletti

L'idea di questo ponte appartiene agli studi per la costruzione di ponti militari provvisori, realizzabili attraverso il collegamento di tronchi di legno a mezzo di corde. Leonardo descrive il modo di disporre i tronchi e di legarli tra loro a uguale distanza, con qualche riferimento ai materiali da impiegare e agli accorgimenti tecnici da usare. Questo e altri tipi di ponte facevano parte delle credenziali militari offerte da Leonardo a Ludovico il Moro, signore di Milano.

Databile al 1482, il foglio contiene indicazioni per la costruzione di un ponte militare, di rapida esecuzione, fatto con tronchi d'albero. Nelle tre note che accomnano i disegni Leonardo, elenca le operazioni da farsi. In alto 'Armadure. In che modo si debba porre alcuno ponte con brevità, atti a fuggire o seguire il nemico'. Al centro: ' quando tu hai le code dei legni in aria, valli tanto in sommo che tu li possi dare il sostegno' . In basso 'questo ponte è molto comodo e presto, ma dagli di sei braccia in seiPo' metti dietro l'altra forcella, e cosi' fa di mano in mano'. A destra in basso 'Se apirai questi uncini nelle lor code, gli potrai tessere insieme come treccia'.

'Ponte di circostanza' su doppia fila di cavalletti

In questo progetto il ponte si compone di una doppia fila di cavalletti che reggono l'impalcato. Leonardo dà anche indicazioni circa il materiale da usare e la procedura da seguire: la costruzione avveniva realizzando sommariamente la struttura del ponte e rivestendola poi con sottili assi di legno leggero, facilmente maneggiabili. Successivamente la struttura portante provvisoria veniva sostituita con una struttura definitiva realizzata con grossi tronchi di legno a forma di cavalletto. Anche questo studio puo' essere fatto risalire al periodo dell'arrivo di Leonardo a Milano.

 


Nella parte centrale di questo foglio, databile intorno al 1482, il disegno del ponte in inchiostro rossiccio. In alto a sinistra studi per una balestra, a destra in inchiostro più scuro, studi architettonici. In basso, particolari della balestra e didascalia che si riferisce alle modalità di costruzione del ponte : 'Questi legni vogliano essere sottili a guisa di lance, acciò che con facilità si possino elevare dal piano dell'acqua e fermarsi, e' n alto tanto che in quattro o cinque luoghi s'imbastisca il ponte. Poi nel luogo delle lance metti legni grossi e fornisci di tessere il ponte di due braccia in due.'

Ponte di Galata

Il modello e' stato realizzato in base alle indicazioni ricavate da un piccolissimo disegno di Leonardo presente nel manoscritto L conservato presso l'Istituto di Francia. Il disegno, eseguito sia in pianta che in alzato, mostra il ponte costituito da una unica campata che doveva essere lunga 240 metri, larga 23 metri ed alta, al suo culmine, 40 metri sul livello dell'acqua. Singolare il doppio sostegno delle teste del ponte a forma di code di rondine per meglio reggere le spinte trasversali. Da segnalare la presenza di uno schizzo di nave con alberatura che passa agevolmente sotto la campata centrale.



Il disegno, databile tra il 1502 ed il 1503, illustra il progetto di un ponte ad una sola arcata per il superamento del Bosforo. Si può far risalire questa idea al periodo in cui Leonardo era in Romagna al servizio dei Borgia, lo schizzo di tale progetto venne probabilmente eseguito nel 1502 anno in cui gli ambasciatori del Sultano Bayazid II dell'Impero Ottomano si trovavano a Roma alla ricerca di ingegneri italiani per sostituire il vecchio ponte di barche sul Corno d'Oro con una nuova, più stabile e duratura struttura. Leonardo ebbe modo di vedere, a Castel del Rio in Romagna, proprio in quel periodo, il ponte ad una sola campata di 80 metri, costruito nel 1499 da Andrea Furrieri da Imola. L'ipotesi di un progetto leonardesco da proporre al Sultano pare trovare anche conferma in una lettera scritta in turco che sembra essere proprio la traduzione di quella in cui Leonardo offriva i propri servizi al Sultano ottomano.

Ponte girevole Si tratta probabilmente di uno dei tanti ponti ' leggerissimi e forti' che Leonardo descriveva nella sua famosa lettera a Ludovico il Moro. Tali ponti dovevano essere edificabili con materiale facilmente reperibile e trasportabile. Quello a profilo parabolico e' concepito ad una sola campata ed e' fissato ad una delle due sponde con un grande perno verticale. Lo spostamento avviene a mezzo di corde ed argani con l'aiuto di ruote o rulli metallici per favorirne lo scorrimento. E' inoltre fornito di un cassone di contrappeso che serve ad equilibrare e a facilitarne la manovra quando il ponte resta sospeso prima di appoggiarsi all'altra sponda.


Il disegno, databile al primissimo periodo milanese, è da riferirsi agli studi di quei ' ponti leggerissimi e forti atti a portare facilissimamente, e con quelli seguire e alcune volte fuggire li nemici, e altri securi e inoffensibili da foco di battaglie, facili e comodi da levare e ponere'.

Ponte girevole su barche Il ponte poteva essere costruito con barche o botti e, mediante l'uso di un apposito argano mosso da terra, poteva essere alloggiato in un'apposita nicchia ricavata nell'argine di un fiume Tale sistema era pensato per fiumi con acque tranquille.


Il disegno, databile al primissimo periodo milanese, è da riferirsi agli studi di quei 'ponti leggerissimi e forti atti a portare facilissimamente, e con quelli seguire e alcune volte fuggire li nemici, e altri securi e inoffensibili da foco di battaglie, facili e comodi da levare e ponere' che Leonardo descrisse nella famosa lettera a Ludovico il Moro, ove elencava le sue capacita' strategiche e costruttive in campo militare.

Portello di chiusa Leonardo arrivo' a Milano quando il sistema dei navigli e delle conche esisteva già da oltre 200 anni. Egli ne fu affascinato e cerco' di apportare miglioramenti ai sistemi già in uso. Uno di questi fu appunto il meccanismo di apertura e chiusura dei portelloni di chiusura mediante l'inserimento di un piccolo sportello a chiavistello, manovrabile dall'alto, che permetteva un afflusso di acqua sufficiente ad equilibrare la pressione ai due lati della porta principale, agevolandone cosi' l'apertura.


Il foglio, databile tra il 1506 e il 1513, durante la permanenza di Leonardo a Milano sotto il dominio francese, ha per tema la conca del naviglio di S. Marco e riporta nella parte superiore la vista frontale della porta battente con il portone ad angolo ed il portello inferiore, manovrabile dall'alzaia, per diminuire o aumentare la portata dell'acqua della conca stessa. Tale dispositivo si inseriva in un progetto più generale dell'allacciamento del canale della Martesana alla fossa interna della città attraverso le conche dell'Incoronata e di S. Marco. Nella parte inferiore del foglio, disegno riguardante la pianta della conca e più in basso, sezione della stessa con note che si riferiscono alla costruzione della stessa.

Scafandro per palombaro

Già ai tempi di Leonardo si sperimentavano sistemi per poter lavorare in acqua a un certa profondità. Leonardo concepisce uno scafandro in cuoio ; la respirazione avveniva attraverso manichette in canna unite con giunti di cuoio; una spirale di acciaio veniva inserita nei giunti al fine di impedirne lo schiacciamento determinato dalla pressione dell'acqua. I tubi usati per la respirazione uscivano in superficie ed erano sostenuti e protetti da uno speciale sistema galleggiante. Vedi anche il cupolino per respirare e la sezione di canna.


Il foglio, con il particolare dello scafandro per palombaro, ha come tema principale una serie di azioni militari progettate contro la flotta nemica, probabilmente quella turca. Le azioni e gli strumenti da guerra sono affidati all'opera del palombaro, per il quale Leonardo prevede un apposito abbigliamento, descritto nella nota in alto, composto da: giubbone, calzoni, maschera con occhiali di vetro. Il rigonfiamento della giubba, destinato a contenere in un otre la riserva d'aria, è sostenuto da una struttura di cerchi di ferro. Con la convinzione che questa riserva potesse durare a lungo, Leonardo aveva previsto per il palombaro anche un piccolo otre per orinare, un sacco di pelle ermeticamente chiuso e fornito di una valvola, da utilizzare gonfiato o sgonfiato per la salita o la discesa subacquea e inoltre, sacchi di sabbia come zavorra, una lunga corda, un coltello e un corno per segnalare la fine delle operazioni. La nota si conclude con indicazioni su come trattare eventuali prigionieri.

Scafo doppio

Struttura a doppia parete atta a limitare l'entrata dell'acqua in seguito a possibili attacchi subacquei di guastatori o a violenti speronamenti.


E' una delle ine ancora non del tutto chiarite, sia per i disegni che per le annotazioni in essa riportate. Nel foglio sono presenti tre disegni a soggetto nautico: una macchina 'atameganta' di origine greca, per spargere acqua; un natante di forma circolare munito di torretta (sommergibile?) e relativa didascalia di non facile interpretrazione; infine uno scafo doppio e componenti (parti) di scafo con didascalia che recita: 'moto del voto delle barche' e sopra (ma di altra mano) 'modo del bunto del barco'.

Sega idraulica ad avanzamento automatico

Il modello riprende un disegno di sega ad avanzamento automatico mossa dalla forza motrice dell'acqua. La ruota idraulica trasmette in rapida successione un movimento alternato alla lama della sega e al carrello portatronchi. Congegni di questo tipo erano già ampiamente utilizzati all'epoca di Leonardo (molto nota è la descrizione di Francesco di Giorgio Martini)


Il foglio, databile intorno al 1480, contiene il disegno di una grossa macchina per segheria e particolari di essa. Brevi didascalie: a destra 'Telaio'; all'interno del disegno della macchina, in scrittura non speculare ' Vuole essere più lungo tutto'.

Sezione di canna

Il palombaro, cosi' come  pensato e disegnato da Leonardo, era dotato di un respiratore che, collegato con la superficie attraverso tubi flessibili terminanti in una cupola protettiva galleggiante, gli forniva l'aria necessaria per la respirazione. Questo collegamento avveniva attraverso tubi di canna con snodi in cuoio. Vedi anche lo scafandro.


 


Sfondacarene Attrezzo offensivo per l'affondamento delle navi nemiche, destinato a essere comandato direttamente dagli uomini d'assalto, in primo luogo dai palombari. L'attrezzo, in ferro, ha la forma di una U rovesciata ed è munito di un vitone centrale. Le due gambe della U vengono fissate su due tavole non contigue dello scafo della nave. Nella tavola centrale viene avvitata la vite. Una volta che questo è saldamente avvitato e fissato, viene azionata la seconda manovella, che esercitando pressione sui due bracci dello sfondacarene, provocherà la rottura dello scafo e di conseguenza l'affondamento della nave.


Sul foglio sono rappresentate una serie di azioni militari progettate contro la flotta nemica (turca?). Il disegno mostra un congegno in cui una grossa vite perfora lo scafo di una nave. In alto didascalie 'Non insegnare e sarai solo eccellente' . A sinistra piccole barche, sotto: nave fissata con corde. A destra grossa vite entro la madrevite, congegno (sfondacarene) montato su doppio scafo, particolari delle viti, inoltre ura di palombaro a mezzo busto con indumenti, grande ura del congegno perforante (sfondacarene) con didascalia 'Qui sta l'omo'.

Sfondacarene automatico Il modello rappresenta una delle armi destinate a far affondare le navi nemiche spaccando con un violento strappo un'asse di legno della carena. Il congegno è costituito da una piccola ma possente molla di ferro a forma di U e da tre viti con una delle tre estremità fissata rigidamente su di un'asse della carena. L'altro estremo, che può flettersi, viene avvitato alla terza asse, mentre una seconda vite posta al centro della molla, e destinata a dare a questa la forza strappante, viene avvitata nella seconda asse della carena, asse che subirà successivamente lo strappo. Se l'attrezzo, dopo essere stato caricato mediante la vite centrale viene liberato dal fermo, la forza di ritorno della molla, agendo bruscamente sulla seconda vite, provocherà lo sfondamento della carena.


Il foglio contiene disegni di varia natura tra cui due strumenti per sfondare lo scafo di una nave. Sul disegno sono riportate le lettere nf- ra- g e a fianco la didascalia :'strumento breve a spiccare con un picciol colpo un'asse del fondo d'un navilio. La vite n f è quella la quale entra e piglia l'asse; la vite ra è quella che strinse l'acciaro e, dato col martello e appiccato una corda dal punto g al timone e subito che il timone sia mosso, la vite ra lascia la mola libera e la vite nf spicca l'ase'.

Struttura a gabbione per consolidare le fondamenta di un canale

Il modello rappresenta una sezione della pavimentazione di un canale navigabile e specificatamente della conca di S. Marco in Milano che, insieme alla conca dell'Incoronata, doveva consentire il collegamento tra il Naviglio della Martesana e la fossa interna della città. Il sistema di costruzione, basato su file di pali affondati nel terreno e collegati da traverse, mette in evidenza la necessità di garantire una buona tenuta sia dei fianchi della conca, che del fondale stesso, in quanto sottoposti a una notevole pressione dell'acqua dovuta al dislivello delle due conche.

Tagliasartie

Il modello rappresenta una delle idee di Leonardo per danneggiare la velaturi delle imbarcazioni nemiche. L'arma è costituita da una palla di cannone che trascina un attrezzo che, aprendosi e colpendo le sartie, riesce a provocare la caduta delle vele nemiche e a rendere così difficoltose le manovre della nave stessa.


Il foglio contiene disegni di diverso soggetto, tra cui due schizzi di palla di cannone con falce e relativa didascalia : 'Le falci a saranno lunghe braccia 4 e dall'una e l'altra punta fia bbraccia 4. E que' debbon essere tratte nelle corde delle gran navi, a ciò che le vele caggino in basso. E 'l navilio che le porta, ne porti assai, e sia di travi forte a ciò che le bombardelle delle navi non le rompan e la ballotta sia libbre 200'. Sono inoltre rafurate le bombarde necessarie a lanciare simili mezzi di offesa. Tutti i disegni, eseguiti a penna e inchiostro seppia, possono essere datati tra il 1485 ed il 1490.

Valvola conica

Dispositivo più volte utilizzato da Leonardo per il blocco automatico del passaggio d'acqua o di aria tra due condotti o tra un condotto e relativo contenitore.

 






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