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Interpretazioni del nazismo



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Interpretazioni del nazismo

alcune interpretazioni


estraneo alla cultura tedesca

in questo senso è stata sviluppata la tesi di un nazismo come lio deldemocrazia - Le elezioni - I gruppi parlamentari - Il governo - La Corte Costituzionale" class="text">la democrazia di massa, col suo potere di autonegarsi, perché priva di ogni vincolo assoluto ('il popolo può tutto: anche decidere di non voler più decidere', secondo la celebre argomentazione di Carl Schmitt)



nel medesimo senso si orienta la tesi che riconduce il nazismo alla psicopatologia di Hitler

Uno dei problemi interpretativi del nazismo riguarda il suo rapporto con la cultura e la storia tedesca. Le tesi sono essenzialmente due, come nello schema seguente:




lio della storia tedesca

per il suo spirito di militaristico intruppamento, già iniziato dai re prussiani e proseguito da Bismarck;

fenomeno tipicamente tedesco, essendovi nella tradizione della Germania una componente imperialistico-universalista

il nostro parere

Il problema della estraneità o appartenenza del nazismo alla storia e alla cultura tedesca ci sembra un problema mal formulato, e fuorviante. Pur contenendo ognuna una parte di verità, le tesi sommariamente abbozzate qui sopra infatti appaiono riduttive:

è riduttivo fare del nazismo la pura costruzione della mente malata di Hitler (resterebbe infatti la domanda perché lo abbia seguito un intero popolo, e non tra i più sottosviluppati, nè da un punto di vista economico, nè da un punto di vista culturale, si pensi alla musica e alla filosofia tedesche);

è riduttivo vedere nel nazismo la pura reazione della Germania alla sconfitta della Prima Guerra Mondiale

sarebbe riduttivo leggere nell'antisemitismo nazista solo una volontà di accaparramento delle ricchezze economiche degli Ebrei (perché allora sarebbe stata sufficiente la confisca dei loro beni e la loro eventuale espulsione, ma non si spiegherebbe l'Olocausto)

Se tali spiegazioni, analitiche e razionali, appaiono errate, diciamo così, per difetto, insufficiente, in quanto errata 'per eccesso', sarebbe una interpretazione del nazismo che lo vedesse come inspiegabile, del tutto imprevedibile e totalmente irrazionale epifania satanica, manifestazione di un satanismo puro, del male assoluto.

lio della modernità antropocentrica

Il nazismo è piuttosto lio dell'antropocentrismo moderno, diffuso su scala europea, e ormai etaria. Non si può spiegare tale fenomeno, in cui indubbiamente sono presenti da un lato una componente irrazionalmente demoniaca e dall'altro delle ragioni analiticamente indagabili (sia culturali sia economico-politiche), se non si tiene presente la parabola della modernità, di cui il nazismo è uno degli esiti. Tale parabola ha affermato prima l'indipendenza del soggetto umano dalla Chiesa (con la Riforma), e da Cristo (con l'Illuminismo), e poi ha preteso di negare Dio come Mistero trascendente e creatore, per fare dell'Uomo una realtà divina. L'Umanità, credendosi Dio, si è così creduta autorizzata a pretendere, ora, 'sulla terra', quello che per la fede religiosa cristiana è da aspettare come dono di Dio, nella vita futura, escatologicamente: un mondo di perfezione totale. Ha preteso questo mondo come totalmente costruito dalla conoscenza e dalla potenza umana (ritenute, appunto, divine). Da tale mondo avrebbe dovuto, come nel Paradiso cristiano, essere totalmente estirpato il male, identificato però non più con il peccato, liberamente commesso dalla persona, ma identificato con aspetti parziali (l'ingiustizia economica, per Marx, la decadenza nazionale, per Mussolini, una progettata e rovinosa contaminazione razziale, per Hitler) e attribuito a 'nemici' sociologicamente circoscritti in determinati gruppi umani (la borghesia, per Marx, gli ebrei e le élites demo-pluto-massoniche per Hitler).

radice comune al comunismo

Per estirpare il male le ideologie nate dall'antropocentrismo moderno, le ideologie che autodivinizzano l'uomo prevedono, coerentemente ai loro presupposti, l'eliminazione di gruppi umani, ritenuti suoi responsabili. Non c'è dunque differenza qualitativa, da questo punto di vista, tra il marxismo e il nazismo: eliminare i borghesi e gli elementi controrivoluzionari risponde a una logica sostanzialmente identica, e altrettanto disumana, a quella nazista, che pretendeva di creare un mondo nuovo eliminando la fonte prima del male, gli Ebrei. Gli uni e gli altri, volendo creare il Paradiso sulla terra, hanno in realtà manifestato, loro malgrado, il volto dell'Inferno. Rinnegando Cristo, si va contro l'uomo. E tanto più lo si rinnega, tanto più si va contro l'uomo (come dice Ungaretti nella bellissima poesia 'Mio fiume anche tu, Tevere').



Senza questo quadro interpretativo antropocentrico i motivi di risentimento del popolo tedesco non sarebbero confluiti in comportamenti così disumani, ma avrebbero trovato uno sbocco più circoscritto e ragionevole. E d'altro lato senza quel quadro interpretativo la patologia demoniaca di uomo non avrebbe trascinato nel baratro milioni di persone di una delle più progredite e fiorenti nazioni del mondo.

Il modo migliore per impedire il ripetersi di catastrofi simili, o peggiori, è dunque quello di ritornare a una considerazione realistica di ciò che è l'uomo e il suo bisogno di verità totale. E solo nel Cristianesimo si trova una risposta adeguata.




La parte più oscura del Nazismo

L'universo oscuro del nazismo si sviluppa all'interno dell'ordine delle SS grazie al suo organizzatore e capo, Heinrich Himmler. Nato nel 1900 da famiglia benestante, Himmler trascorre una giovinezza assolutamente normale per un giovane dell'epoca. Educato dalla famiglia agli ideali di fierezza guerriera tipicamente prussiani. Himmler entra nell'esercito nel 1917, ma un anno dopo esce dai ranghi in seguito all'armistizio e si iscrive all'Università di Monaco dove si laurea in agraria nel 1922. Il suo desiderio più grande però è quello di entrare a far parte di un corpo militare alla guida della Germania e l'occasione gli viene data nel 1923 quando si iscrive al partito nazionalsocialista e partecipa come portabandiera al fallito tentativo di Hitler (8-l1 novembre) di prendere il potere a Monaco. L'anno successivo, dopo la liberazione di Hitler da Landsberg, in cui

scontava una pena minima per la sua partecipazione alla sommossa, Himmler per la sua fedeltà riceve la nomina a vicecomandante delle Schutzstaffeln (squadre d'assalto, SS), la guardia del corpo di Hitler che aveva giurato di difenderlo o morire. Nel 1929 viene nominato Reichsfiihrer SS e comincia ad organizzarle secondo la sua personale visione imbevuta di occultismo, astrologia e teorie ariosofiche. Dalla testimonianza del suo massaggiatore personale, il dott. Felix Kersten, apprendiamo che Himmler credeva in una personale religione composta da frammenti di spiritualità di varia natura, era affascinato dalla filosofia indiana di cui era attento studioso, frequentava circoli esoterici e insieme a Walter Darre (il Ministro dell'agricoltura del III Reich), aveva esperienze di tipo mistico di fronte a monumenti antico-germanici come List e Lanz. Himmler credeva essere la reincarnazione di Enrico I di Sassonia alla cui tomba si recava sempre in pellegrinaggio, rifiutava le terapie mediche ortodosse per avvicinarsi a quelle omeopatiche, olistiche ed orientali che gli sembravano più vicine al concetto di forza cosmica. Kersten afferma che Himmler leggeva molto e si era formato una cultura non indifferente sulle scienze botaniche e naturali allo scopo di corroborare le teorie ariosofiche a cui aderiva completamente. Inoltre, aveva in progetto di creare una sezione delle sue SS che studiasse l'omeopatia in modo che i medici tradizionali fossero 'costretti a tornare al buon senso' e ad abbracciare le cure naturali.


Il Comandante Supremo delle SS studiava i testi sacri indiani, specialmente 'Bhagavad-Gita' che ammirava per le sue qualità ariane. La sua concezione della storia era simile a quella degli Yuga indiani ed era convinto che questo fosse il periodo del 'KaliYuga', l'età oscura che doveva essere rigenerata tramite un olocausto totale che salvasse il popolo ariano dalla distruzione derivata dalla commistione con le razze inferiori. Himmler era affascinato dalle tradizioni cavalieresche medioevali e si circondò di elementi fidati, in modo particolare i 12 iniziati, ufficiali superiori che condividevano i suoi ideali e si sottomettevano alle diete spirituali da lui indette a Wewelsburg. Le sue particolari credenze, in modo particolare una vera e propria dipendenza delle predizioni del suo astrologo personale, gli attirarono antipatie e scherni nelle alte sfere del N.S.D.A.P. (Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi). Lo stesso Hitler, che pure aveva un astrologo personale e credeva fermamente in queste dottrine gli consigliò più di una volta di mettere da parte la sua eccessiva vena mistica. Nella norma di ammissione alle SS era richiesto un certificato attestante la non contaminazione con razze ritenute inferiori risalente alle generazioni dell'anno 1750. Himmler desiderava che le idee di Von List e Lanz von Liebenfels sulle qualità semidivine latenti nella razza ariana ricevessero un apporto scientifico e attraverso l'Ufficio Razza e Regolamento (Rasse und Siedlunghauptampt, R.U.S.H.A.) vennero stabilite da biologi e medici le norme e le misure antropometriche che ogni tedesco doveva soddisfare per divenire membro delle SS.






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