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LA GRANDE GUERRA - LE CAUSE DEL CONFLITTO, I PRIMI ANNI DI GUERRA, 1917: L'ANNO DECISIVO, LA FINE DELLA GUERRA: UNA NUOVA EUROPA

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LA GRANDE GUERRA

LE CAUSE DEL CONFLITTO

Il 28 giugno 1914 un gruppo di studenti assassinò l'arciduca ereditario d'Austria

L'assassinio non fu che un pretesto per scatenare una guerra che ra nell'aria già da tempo e che appariva come conseguenza inevitabile delle scelte politiche ed economiche effettuate dalle potenze industriali nel trentennio precedente

Dopo la caduta di Bismarck il sistema di relazioni internazionali da lui creato iniziò a dissolversi; il nuovo kaiser tedesco attuò una politica espansionistica in rotta di collisione con l'Inghilterra, questo contrasto si acuì quando l'imperatore assecondando le spinte nazionalistiche dell'opinione pubblica tedesca, lanciò il progetto della "grande Germania" (unica nazione dove riunire tutti i territori abitati da tedeschi) che trovò appoggio nelle forze liberali e conservatrici sia per ragioni economiche che politiche



La guerra, animata da forti motivazioni nazionalistiche, poteva costituire un'utile valvola di sfogo delle tensioni sociali ed era quindi vista favorevolmente dai ceti dominanti e dai governi delle nazioni europee

L'Inghilterra, avendo perso la sua leadership economica, non era più un garante degli equilibri politico-diplomatici raggiunti

Conflitti balcanici: lotta dei croati e degli sloveni per l'indipendenza, indice della debolezza dell'Impero asburgico; rafforzamento della Serbia principale ostacolo dell'affermazione dell'egemonia dell'Austria nei balcani. Conflitti nazionalistici che attraversavano l'impero ottomano

Alleanza Inghilterra-Francia: formazione di due schieramenti 1) Germania, Austria, Italia 2) Francia, Inghilterra, Russia

Progressiva affermazione del nazionalismo come ideologia di massa: integrazione del popolo nella patria ovvero l'obiettivo principale delle forze conservatrici quindi il movimento operaio e socialista non fu in grado di imporre la propria cultura pacifista

Ogni potenza desiderava accaparrarsi nuovi mercati e nuove fonti di materie prime, spietata concorrenza per difendere e consolidare posizioni economiche. L'allargamento dei singoli imperi coloniali avveniva a scapito degli altri mettendo in discussione i risultati della spartizione avvenuta, questo si tradusse in una politica aggressiva che portò alla corsa agli armamenti ovvero profitti per le industrie (la guerra divenne un enorme affare economico)

I PRIMI ANNI DI GUERRA

Il piano tedesco prevedeva che, grazie alla superiorità militare, le operazioni belliche si compissero nel giro di poche settimane

28 luglio: dichiarazione di guerra da parte dell'Austria e bombardamento di Belgrado

la Russia proclamò la mobilitazione generale a sostegno dello stato serbo minacciato, seguì la dichiarazione di guerra della Germania alla Russia e alla Francia

la Germania invase gli stati neutrali del Belgio e del Lussemburgo per colpire la Francia dove era priva di fortificazioni, a questa invasione fece seguito l'entrata in guerra dell'Inghilterra e del Giappone (che mirava a impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Cina)

l'Italia proclama la sua neutralità ritenendo non operante la Triplice alleanza, poiché la guerra aveva carattere offensivo e non difensivo

a partire dalla resistenza lungo il fiume Marna delle truppe francesi verso quelle tedesche, la guerra divenne di posizione con un estenuante logoramento di uomini, mezzi e risorse

l'Inghilterra con la sua flotta impedì il rifornimento di materiale bellico e non agli imperi centrali, la Germania reagì con una guerra sottomarina che coinvolse anche navi neutrali

Italia: i cattolici e i socialisti motivarono le ragioni dell'adesione al neutralismo con ragioni di principio (socialisti: guerra estranea agli interessi dei lavoratori e provocata dalle rivalità e dagli interessi delle borghesie imperialistiche), i liberali giolittiani temevano che la guerra potesse sovvertire le fondamenta dello stato liberale; la grande industria avrebbe tratto dalla neutralità numerosi vantaggi perché avrebbe rifornito entrambi i blocchi continentali. Alcuni interventisti vedevano invece la guerra come occasione per concludere il ciclo risorgimentale delle guerre d'indipendenza

Aprile 1915: patto di Londra stipulato all'insaputa del parlamento dal ministro degli esteri Sonnino; il patto prevedeva l'entrata in guerra dell'Italia a fianco dell'Intesa entro un mese e in caso di vittoria avrebbe ottenuto Trentino, Tirolo meridionale, Trieste, l'Istria, la Dalmazia e la base di Valona in Albania

24 maggio 1915: l'Italia entra in guerra (era un tentativo di risoluzione delle tensioni interne del paese)

l'esercito italiano non conseguì successi rilevanti; Verdun: battaglia che si risolse in un massacro sia per Intesa che per Triplice

all'interno dei paesi belligeranti cominciarono a manifestarsi opposizioni alla guerra. Il movimento socialista pubblicò il Manifesto di Kienthal nel 1916 nel quale prendeva posizione contro la guerra. Papa Benedetto XV nel 1917 inviò ai capi di governo una nota nella quale si sosteneva la necessità di porre fine all'inutile strage

per fronteggiare il malcontento, nelle nazioni belligeranti si vennero a formare governi di coalizione nazionale volti a sostenere lo sforzo bellico anche con il concorso delle opposizioni. Questa centralizzazione del sistema politico (concentrazione del potere nelle mani dell'esecutivo e del sovrano) si combinò con una trasformazione dedll'organizzazione economica

lo Stato divenne il motore del sistema industriale organizzando e programmando la produzione in funzione delle necessità crescenti della guerra. Questa situazione garantì alla grande industria soprattutto meccanica e siderurgica profitti notevolissimi anche se la libertà d'impresa era venuta meno perché la produzione era assoggettata al controllo dello stato


1917: L'ANNO DECISIVO

Rivoluzione in Russia: l'esercito aveva ato con milioni di vittime l'impreparazione tecnica e strategica dei comandi militari e il popolo aveva espresso il proprio malcontento con scioperi e agitazioni. La rivolta di operai del 1917 provocò la fine dell'assolutismo zarista e la costituzione di un governo repubblicano provvisorio che sperò di proseguire la guerra promettendo ai soldati di distribuire loro la terra alla fine del conflitto ma le offensive lanciate fallirono e i soldati fecero ritorno alle loro case

La Germania, riprendendo la guerra sottomarina con l'intento di far modulare l'Inghilterra privandola dei rifornimenti, provocò l'intervento americano che puntava a tutelare i capitali prestati ai paesi dell'Intesa e a salvaguardare le proprie esportazioni in Europa

Primavera 1917: i soldati, avendo vissuto al fronte in condizioni disumane, disertarono in massa. I comandi per arginare insubordinazioni e ammutinamenti fecero ricorso a misure disciplinari severissime

I fattori di crisi che minavano la compattezza degli eserciti erano diffusi anche tra la popolazione civile che era prostrata dalla difficoltà di reperire generi alimentari, dal rialzo dei prezzi dei prodotti e dalla riduzione dei salari. In Italia le proteste derivate da questa situazione vennero represse nel sangue. In Germania per far fronte alla situazione vennero rafforzati i poteri militari rispetto a quelli civili e le industrie vennero militarizzate

Gli eserciti della Triplice, con la piena collaborazione dei due comandi, sferrarono un massiccio attacco sul fronte italiano che non resse all'urto, sfiancato dagli incessanti sforzi cui l'aveva sottoposto il duro comando di Cadorna. 24 ottobre 1917 Caporetto: gli italiani indietreggiarono fino al Piave

In Italia si formò un governo di solidarietà nazionale, l'esercito venne riorganizzato sotto la guida del generale Diaz che per risollevare il morale dei soldati promise loro di distribuire appezzamenti di terra ai contadini dopo la fine del conflitto

3 marzo 1918, trattato di pace con la Russia: l'ex impero zarista si impegnava a cedere Polonia, Estonia, Lettonia e a riconoscere l'indipendenza dell'Ucraina. Trattato di pace con la Romania

LA FINE DELLA GUERRA: UNA NUOVA EUROPA

marzo 1918: offensiva degli imperi centrali sul fronte occidentale nella speranza di battere l'Intesa prima dello sbarco americano, ma gli alleati sotto l'unico comando di un generale francese seppero resistere e passare alla controffensiva grazie all'arrivo di un milione di soldati americani

esercito tedesco costretto a ritirarsi dal suolo francese e belga, gli austriaci vennero sconfitti definitivamente dagli italiani a Vittorio Veneto il 24 ottobre 1918

4 novembre 1918, Villa Giusti: armistizio dell'Austria con l'Italia. L'Impero asburgico si era disgregato sotto la spinta delle tendenze autonomistiche delle varie nazionalità. Germania: crisi interna che portò alla proclamazione della repubblica

Versailles, gennaio 1919: conferenza di pace dove si incontrarono solamente i vincitori. Contrasto tra la diplomazia europea (che tendeva a risolvere la disgregazione di 4 imperi -austriaco, tedesco, turco e russo- con una politica di annessioni territoriali costruendo un nuovo equilibrio diplomatico basato sull'egemonia della Francia e dell'Inghilterra) e la diplomazia americana del presidente Wilson (programma di riorganizzazione delle relazioni internazionali -14 punti- nel quale tendeva ad affermare il principio democratico dell'autodeterminazione dei popoli a cui ci si doveva attenere per ridisegnare la geografia politica dell'Europa). Prevalse la posizione europea

Trattato di Versailles con la Germania: restituzione dell'Alsazia e della Lorena alla Francia, smembramento dei possessi coloniali, amento di gravosissimi danni di guerra

Pace con l'Austria (trattato di Saint-Gremain-en-Laye): riconoscimento dei nuovi stati derivati dalla disgregazione dell'Impero austro-ungarico -Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia alla quale fu ceduta dalla Germania la città di Danzica che le fornì una sbocco sul mare-; l'Italia ottenne Trentino, Alto Adige fino al Brennero, Trieste, l'Istria ma non la Dalmazia

Creazione della Società delle nazioni, organismo voluto da Wilson, che avrebbe dovuto tutelare la pace mondiale facendosi arbitro delle controversie internazionali. Non vi fecero parte Germania, Russia e USA (il senato americano bocciò la proposta di aderire all'organizzazione internazionale perché dominato da una maggioranza convinta della necessità di isolarsi dalle questioni e dai conflitti dell'Europa)




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