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LA VITA DURANTE IL PERIODO FASCISTA

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LA VITA DURANTE IL  PERIODO FASCISTA


A partire dal 1922, per poco più di un ventennio gli Italiani vivono la dittatura fascista. Per la maggioranza ciò significa cambiare modo di comportarsi, di vestirsi, di parlare, di riunirsi, di studiare.

I fascisti vogliono che gli Italiani imparino a diventare nazionalisti più marziali. Perciò non amano gli abiti borghesi ma preferiscono divise e stivali. Bambini e ragazzi sono inquadrati in organizzazioni giovanili ed educati alla disciplina militare. Per i loro giochi usano speciali moschetti finti. A quattro anni un bambino diventa "lio della lupa" e indossa la sua prima camicia nera, che è il simbolo più appariscente dei fascisti. A otto diventa "balilla" e a quattordici "avanguardista". Le ragazze, dopo essere state "lie della lupa", sono organizzate prima nelle "piccole italiane" e poi nelle "giovani italiane". A loro si richiedono soprattutto esibizioni ginniche.



L'aspetto fisico del perfetto fascista prevede il volto sbarbato e il corpo asciutto, mantenuto tale da una vita attiva e sportiva. il modo di camminare deve dare l'impressione di sicurezza: i movimenti devono essere scattanti e veloci. Il fascista ha anche un proprio modo di salutare: con braccio e mano tesa in avanti. E' il saluto romano, obbligatorio nelle circostanze ufficiali e nelle parate. Il fascismo tenta di abolire l'uso della stretta di mano, ma senza successo. L'educazione fisica e lo sport diventano un fenomeno di massa: tutti sono sollecitati a praticare l'attività fisica. Ogni sabato, il "sabato fascista", ci si ritrova per fare sport, per mantenersi in forma, per dare sfoggio della propria abilità. I ragazzi fanno volteggi, maneggiano il moschetto, si lanciano attraverso cerchi di fuoco. Le ragazze, in camicetta bianca e gonna nera, fanno roteare cerchi, clave, bandiere e si esibiscono nella corsa e nel salto.

La donna fascista ideale deve avere un fisico prestante, essere moglie e madre di tanti li e deve restare a casa per dedicarsi a loro.

Quella fascista è l'epoca delle grandi battaglie. La "battaglia del grano" per aumentare la produzione e ridurre le importazioni. La "battaglia delle bonifiche" con la quale vari territori sono strappati all'acqua e alla malaria e trasformati in campi coltivabili. La "battaglia demografica" per aumentare la popolazione secondo il concetto che più li vogliono dire più lavoratori e soprattutto più soldati. Per questo il matrimonio con molti li è favorito in tutti i modi. I padri di famiglia ricevono salari maggiori, le madri sono premiate con nastri, diplomi, medaglie d'argento e d'oro. Alle nuove coppie vengono fatti prestiti pubblici che devono essere restituiti allo stato solo se non nascono li o se ne nascono pochi. Essere celibi è un ostacolo alla carriera ed è un impedimento assoluto alla promozione per gli impiegati dello Stato. Tutti gli uomini non sposati devono are una tassa sul celibato.

Anche sui nomi e sulle parole il fascismo ha da dire la sua. Gli Italiani sono invitati a far uso di termini nuovi, purché "genuinamente italiani", in sostituzione di quelli di origine straniera o che sembrano tali. Tutto ciò che è straniero è infatti visto come ostile, nemico,non patriottico. Anche a molti cognomi che terminano con una consonante viene aggiunta una vocale finale. I bar si trasformano in "mescite" e i sandwich in "tramezzini". Il club di tennis diventa la "consociazione della pallacorda", il tessuto di cachemire "casimiro", il film "filmo" e il taxi "tassametro".

Il fascismo non accetta la libertà di opinione e persegue tutti coloro che la praticano, esprimendo pensieri diversi dal pensiero ufficiale. Non esiste nemmeno il voto segreto: alle elezioni ci si deve esprimere con un sì o con un no alle proposte del governo scegliendo una scheda del "sì" che all'esterno è tricolore oppure una scheda del "no" che è tutta bianca.

L'aspetto più vistoso della violenza fascista contro gli oppositori si manifesta con le famose manganellate e la costrizione a bere un'abbondante dose di olio di ricino. Ma le intimidazioni e le violenze vanno ben oltre. La polizia politica è attivissima contro gli antifascisti che vengono giudicati e condannati da un tribunale speciale. Sono proibite le riunioni di più di tre persone sia nei luoghi di lavoro che nei ritrovi pubblici. Gli Ebrei, in seguito a leggi razziali, sono perseguitati e arrestati. Numerosi sono i detenuti politici confinati in piccole isole o in paesi lontani. Molti sono costretti a prendere la via dell'esilio e molti altri ano con la vita la difesa delle proprie idee.





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