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L'ANNO 1000 e dintorni, GREGORIO E LA SUA RIFORMA

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L'ANNO 1000 e dintorni

GREGORIO E LA SUA RIFORMA

Personaggi: Gregorio VII, Enrico IV, e la totalità della chiesa.

Progetti: - Gregorio VII: 

    condannare la simonia e il matrimonio fra i preti

    combattere per la "lotta delle investiture"



Enrico IV:

    combattere la riforma gregoriana

Date:

1014-l020nasce Gregorio a Soana. Uomo colto su moltissime discipline

partecipa al consiglio per la riforma Gregoriana


incomincia la sua opera


lotta per le investiture


scomunica Enrico IV


convoca i vescovi


Gregorio VII,nasce tra il 1014 e il 1020, si chiamava "Ildebrando  Aldobrandeschi " ed era lio di modesti genitori. Studiò nel monastero di santa Maria sull'Aventino e gli furono maestri Lorenzo, Arcivescovo di Amalfi e Giovanni Graziano, il futuro papa Gregorio VI che egli accomnò in esilio. Alla morte di costui sembra che abbia cercato ospitalità a Cluny, il cui influsso dove si perseguivano gli ideali di riforma della chiesa, ebbe presa sull'animo di Gregorio, e la sua opera venne apprezzata da Leone IX,che gli affidò importanti incarichi politici e religiosi, tra cui la riforma morale e materiale del monastero di San Paolo. Alla morte di Leone IX, Ildebrando, restò in Francia e partecipò poi, per incarico di Vittorio II al concilio indetti di costui a Firenze nel 1055 per la riforma della chiesa, concilio che condannò la simonia e il matrimonio dei preti. Nel 1073 incomincia l'illuminata opera di Gregorio VII. Con quali idee il pontefice iniziasse l'opera risulta dal "Dictatus Papae", raccolta di 27 massime, tratte dai canoni della chiesa, da sentenze di papi e di concili. Per Gregorio il pontefice è innanzi tutto, il capo supremo e assoluto della chiesa, padrone di nominare e deporre i vescovi, unico autorizzato a convocare concili; è la più alta autorità della terra, giudice di tutti, anche di imperatori e di re, che da nessuno può essere giudicato. Vediamo, così la supremazia del papato sull'impero, l'infallibilità e l'insidacabilità del papa. Problemi gravissimi che compendiano in sé quello che egli scelse quale programma del suo pontificato, la riforma della Chiesa, riforma che il nuovo papa si lusingò di ottenere pacificamente. Perciò convocò concili a Roma sotto la sua presidenza ed altri fuori dall'Italia in cui egli era rappresentato dai suoi legati. Si sforzò di attrarre nell'orbita politica della santa sede tutti i potenti italiani, di ricondurre la chiesa d'oriente alla cattolicità. L'azione riformatrice di Gregorio VII non fu accolta dappertutto con favore: sarà appunto l'interdizione ai vescovi di ricevere dignità dalle mani di un laico che provocherà quella famosa lotta detta delle "investiture". Essa sotto Gregorio VII ebbe due fasi:

- una di transizione

- una conclusiva

Gregorio VII e Enrico IV ne furono i protagonisti. Enrico IV infatti, nonostante il decreto contro le investiture , non cessò di istituire vescovi in Germania e in Italia e giunse al punto di scontentare i legati del papa a lui inviati. A Worms il 24 gennaio 1076 Enrico IV faceva dichiarare deposto il papa, il quale, in risposta lo faceva scomunicare. La scomunica ebbe in Germania gravi conseguenze e è in questa occasione che Enrico IV, sceso in Italia implorò a Canossa da Gregorio VII la soluzione della scomunica. Dopo tre giorni Gregorio VII cedette. Per il sinodo a Roma del 1080 il papa mandò una lettera ai vescovi:

'Fate in modo che il mondo intero comprenda e sappia che se voi potete legare e sciogliere il cielo, voi potete sulla terra togliere e dare a ciascuno, secondo i meriti gli imperi, i reami, i principati, i ducati, le contee e tutte le possessioni degli uomini. Spesso voi avete tolto ai perversi e agli indegni i patriarcati, le primizie, gli arcivescovati, i vescovati, per darli a uomini veramente religiosi. Se voi giudicate di cose spirituali, quale potenza non dovete avere sulle cose terrene? Sappiano oggi i re i potenti della terra come voi siete grandi e quale sia la vostra autorità. Che essi si guardino dal tenere in poco conto l'amministrazione e l'organizzazione della Chiesa".

E fu proprio in questa occasione che scomunicò Enrico un'altra volta, costui allora reagì, scese a Roma dove costrinse Gregorio tra le mura di castel sant'Angelo. Dopo esser stato liberato, il papa si trasferì a Salerno, dove trascorse i suoi ultimi giorni. Così moriva il 25 maggio 1085; fu canonizzato  e tuttora considerato un difensore acerrimo dei diritti della chiesa.




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