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L'Età DI PERICLE



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L'Età DI PERICLE

Le istituzioni democratiche

L'allontanamento di Cimone da Atene lasciò campo libero alle fazione democratiche guidate da Efialte, il quale fu fautore di nuove riforme. L'Areoo perse potere, ma ne acquistò l'ecclesia e la bulè. Dopo l'assassinio di Efialte andò al potere Pericle, che assunse la guida della fazione democratica creando nuove riforme. Iniziò facendo partecipare alle cariche pubbliche anche le classi più povere e per consentirglielo stabilì che i cittadini funzionari venissero ati. Le cariche pubbliche venivano assegnato per sorteggio e c'era il rischio che venissero incaricate a persone incompetenti nel campo. Solo i 10 strateghi, capi politici e militari, venivano eletti e, infatti, questa divenne una delle cariche più ambite.


Politica imperiale

Pericle pur portando avanti la guerra con la Persia volle fare di Atene la città più importante della Grecia, completando il progetto delle mura iniziato da Temistocle. Gli scontri con Sparta furono a esito alterno e si conclusero con la pace trentennale. Questa prevedeva che i territori conquistati venissero riconsegnati e che Sparta e Atene non dovevano occuparsi degli affari dell'altra.



Successivamente Pericle si mosse contro la Persia, appoggiando l'Egitto contro i persiani, ma non ebbe successo. La cassa della lega venne spostata da Delo ad Atene e molto denaro di questa venne usato per costruire edifici. La lega si stava trasformando nell'impero di Atene.


La lega diventa Archè

Nel 449 a.C Cimone, tornato dall'esilio, ottenne una vittoria a Cipro contro i Persiani. Morì, ma Atene stipulò comunque il trattato di Collia, che prese il nome da colui che ne negozio il contenuto. La guerra contro la Persia finì definitivamente e le città che facevano parte della lega di Delo ne aspettavano lo scioglimento, visto che avevano ottenuto ciò che volevano. Atene non era d'accordo e quindi molte di queste città si ribellarono ma vennero tutte represse con violenza.


Cittadino ateniese

Il cittadino per eccellenza era l'uomo fra i quali c'era distinzione in base alla nobiltà e al patrimonio. I ricchi non lavoravano e vivevano soprattutto della rendita delle imprese. I poveri mantenevano la famiglia lavorando, ricevevano soldi quando partecipavano alle assemblee o cibo, ma questo per lo stato era un grande impegno. Per questo Pericle nel 451 a.C emano la legge che prevedeva che si era cittadini ateniesi solo se si avevano entrambi i genitori ateniesi.


Le donne nel periodo di Pericle

Le donne non avevano nessun diritto, non potevano disporre di una dote che veniva affidata o ai li maschi o ai mariti. La differenza c'era anche tra donne ricche e povere, mentre le prime amministravano i beni della famiglia e avevano una certa disponenza economiche, le seconde dovevano lavorare anche fuori casa.




L'arte nel V secolo  fu importantissima era legata sia alla comunità che agli edifici pubblici: templi, altari, portici, teatri, luoghi per le assemblee o per il consiglio.

Le sculture servivano per abbellire i fregi e i frontoni e vi erano rappresentate per lo più divinità e personaggi famosi, che servivano anche per l'abbellimento delle piazze.

Nel V secolo gli scultori si concentrarono sul corpo umano riproducendolo con molti particolari.


Filosofia e scienza

Nella Ionia del VI secolo ci fu il primo tentativo di studiare i fenomeni naturali usando la razionalità e non i miti. Talete, Anassimene e Anassiandro sono i primi filosofi della natura.

Pitagora proveniva da Samo, ma si trasferì a Crotone dove fondò una scuola di matematici. Insegnava una condotta semplice e spirituale che cercò di imporre a tutta la città, a cui diede un nuovo codice di leggi.

A partire dal V secolo Atene divenne il principale centro della scienza e della filosofia. Qui giunse Anassagora di Clazomene che divenne amico e maestro di Pericle, il quale venne considerato ateo dai suoi nemici.


La sofistica

Nel V secolo ad Atene si formò il gruppo dei sofisti. Erano bravissimi oratori che negavano l'esistenza di un vero sapere perché lo ritenevano soggettivo, discendente dalle persone e dalle circostanze. Il ruolo politico di questi fu enorme perché insegnarono l'importanza della retorica, cioè quella che rendeva capaci di sostenere le opinioni con successo e provocava insuccessi nelle discussioni private e nelle assemblee. Fondarono vere e proprie scuole private, dove i ragazzi, anche quelli non aristocratici, andavano per garantirsi una carriera politica di successo.







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