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L'Europa tra il 1300 e il 1400: Verso l'affermazione degli stati nazionali



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L'Europa tra il 1300 e il 1400: Verso l'affermazione degli stati nazionali



Una premessa importante

Tra 1300 1400 L'Europa fu travagliata da una serie di sventure e conflitti. La grande peste e successive pestilenze ricorrenti anche se di minore intensità, l'arresto dell'espansione dell'agricoltura e la contrazione demografica, lo scisma che spezzò l'unità della Chiesa furono alcune delle cause della crisi. Oltre a tutto ciò la seconda metà del 1300 vide sempre più minacciosa l'avanzata dei turchi nella penisola balcanica e lo scoppio della guerra tra francesi e inglesi, detta guerra dei 100 anni.

L'insieme di questi fatti e questo periodo di crisi in realtà furono il preludio al superamento dell'Europa feudale e medioevale e portarono all'avvento di un'era nuova.

Culturalmente l'era dell'umanesimo e poi del Rinascimento, socialmente e politicamente l'era moderna, cioè della formazione degli Stati nazionali.





La guerra dei Cent'anni


Le cause

1337 e il 1453 Francia e Inghilterra si affrontarono in una serie di guerre intervallate da brevi periodi di pace o guerriglia che vengono globalmente chiamate col nome di guerra dei cent'anni.

Il conflitto nacque dalla pretesa dei Re inglesi di conservare ed estendere i propri feudi in terra di Francia e dalla volontà dei Re francesi di cacciare gli inglesi del continente e di consolidare il proprio controllo sul territorio delle Fiandre.

Le Fiandre erano un territorio molto ricco il cui benessere economico era però dato dall'importazione di lana inglese che veniva lavorata e trasformata in un panno pregiato.

La guerra scoppia dopo la morte di Carlo IV, ultimo discendente dei Capetingi (dinastia francese) che muore senza eredi.

Edoardo III di Inghilterra, dopo aver riconosciuto come Re di francia Filippo VI, essendosi quest'ultimo opposto all'importazione nelle Fiandre di lana inglese, lo disconobbe e rivendicò per sè la corona francese.


La prima fase della Guerra


Scoppiò così la guerra. La prima fase della guerra fu disastrosa per la Francia spesso sconfitta sia per terra che per mare mentre all'interno era flagellata dalla peste e da rivolte contadine.

Per questo, inizialmente, l'Inghilterra poté assicurarsi il controllo di tutti territori francesi che davano sull'Atlantico.


La seconda  fase della Guerra


Nella seconda metà del 1300, però, quando divenne re di Francia Carlo V il Saggio, quest'ultimo riorganizzò l'esercito francese, ottenne l'appoggio di molti grandi feudatari nonostante questi fossero solitamente contrari alla politica accentratrice dei re e riuscì a riconquistare buona parte dei territori perduti nella prima fase della guerra.


La tregua


Ci fu quindi un lungo periodo di tregua, di più di trent'anni, dal 1380 al 1415 durante la quale sia in Inghilterra sia la Francia si ebbero gravi problemi interni da affrontare.

L'Inghilterra fu sconvolta da una grossa rivolta contadina mentre in Francia il lio successore di Carlo V, Carlo VI, si rivelò non sano di mente e di questo approfittarono i grandi feudatari per tentare di riprendere il controllo del paese con le armi.

Divisi in due fazioni, gli  Armagnacchi e i Borgognoni, così chiamati dal conte d'Armagnac e dal duca di Borgogna, i nobili lottarono tra loro per contendere il potere della Monarchia.


La terza fase della Guerra


Ebbero la meglio i borgognoni grazie agli accordi stretti con Enrico V re d'Inghilterra che si affrettò a dare il proprio aiuto con l'obiettivo di affermare il proprio potere anche sul regno di Francia.

Nel 1415, quindi, la situazione sembrò volgere a favore dell'Inghilterra ma qualcosa stava cambiando all'interno dei territori francesi.



Fino a quel momento sembrava che la guerra fosse semplicemente tra sovrani, feudatari e soldati di comnie di ventura; un affare tra nobili.

Nella fase finale, invece, il popolo non fu più disposto a subire passivamente gli orrori della guerra e il conflitto in territorio francese si trasformò in una lotta per la liberazione dalla Francia sia dagli invasori inglesi, sia dai feudatari loro alleati. A questa trasformazione qualitativa del conflitto diede un contributo decisivo Giovanna d'Arco, una giovane nata e cresciuta in una famiglia benestante che a 17 anni dimostrò capacità politiche e militari eccezionali.

Nel 1429, quando ormai gran parte della Francia era in mano inglese e ai duchi di Borgogna loro alleati, Giovanna d'Arco si presentò al Re di Francia Carlo VII, ormai ridotto ai margini del regno e riusciì a convincerlo che la vittoria sarebbe stata certa se egli avesse reclutato un esercito fra i propri sudditi e l'avesse tenuto alle proprie dirette dipendenze al posto di utilizzare soldati mercenari.

Il popolo avrebbe infatti combattuto per salvare se stesso e la Francia e quindi anche la monarchia. Giovanna D'Arco conseguì molte vittorie. Nonostante sia stata catturata dai nemici del 1430 e bruciata sul rogo nel 1431 contribuì a dare una svolta alla guerra tanto che nel 1453 Carlo VII estese il proprio potere su gran parte della Francia lasciando in mano agli inglesi solo il porto di Calais.

Si concluse così nel 1453 La guerra dei cent'anni.


Gli effetti della guerra


L'affermazione della monarchia francese

La Francia, sebbene provata dalla lunga guerra, uscì vittoriosa e maturò un sentimento nazionale che sarebbe stato la sua forza nel futuro e nei secoli a venire. Il successore di Carlo VII, Luigi XI riuscì a riprendere la politica monarchica di accentramento del potere scongendo il Duca di Borgogna e, grazie a un intreccio di matrimoni e successioni si riuscì a estendere la propria sovranità anche su Provenza e sulla Bretagna.

Nacque quindi lo Stato francese, simile a quello che noi oggi possiamo vedere in termini territoriali.


La monarchia inglese

Le conseguenze del conflitto furono drammatiche per l'Inghilterra che fu costretta ad abbandonare la propria politica continentale.

La guerra portò una grave crisi finanziaria e la perdita di prestigio della corona. I Re inglesi uscirono particolarmente deboli e i Nobili iniziarono a spadroneggiare su tutto il territorio.

Crearono piccoli eserciti privati li usarono per combattersi fra di loro, per imporre i propri arbitri sui sudditi e per resistere agli ordini del Re.

Si visse un clima di anarchia nella seconda metà del 1400 in Inghilterra. Si crearono due fazioni di nobili York e Lancaster che diedero vita dal 1455 al 1485 a una contesa per il potere dello Stato. La lotta fu chiamata guerra delle due rose a causa dei simboli che avevano negli stemmi le due casate.

Il conflitto arrivò a decimare la nobiltà. Dopo trent'anni la lotta si concluse con un compromesso e nel 1485 la corona fu assegnata ad Enrico VII Tudor, imparentato con Lancaster e unito in matrimonio con una York.

Il re ne uscì rafforzato perché i trent'anni di guerra indebolirono la nobiltà che si era di fatto autodistrutta nel conflitto interno; conflitto che non aveva invece coinvolto la popolazione che nel frattempo aveva potuto sviluppare attività produttive e mercantili.

Il re si trovò quindi al potere con una nobiltà debole e uno Stato che pian piano si riprese economicamente grazie alla nascita di una borghesia mercantile.

Il re potè iniziare quindi una politica commerciale e marittima che nei secoli successivi sarebbe stata la forza del paese.

Il distacco dalla Francia e dal continente contribuirono inoltre a far maturare un'identità nazionale inglese.


Conclusioni


Si può quindi affermare che per ragioni sostanzialmente diverse, quasi opposte, la guerra dei cent'anni diede un importante contributo all'affermazione sia della monarchia inglese sia della monarchia francese a scapito di una nobiltà feudale che ebbe sempre meno senso in Europa e che andò via via sendo come potere reale.


L'unificazione della Sna


La Sna nel medioevo fu coinvolta in secoli di lotte contro la presenza musulmana nella penisola iberica.

A metà del 1400 nelle mani dei musulmani restò soltanto il regno di Granada, anche se gli Stati snoli, in particolare Castiglia e Aragona, nonostante fossero uniti nelle lotte per la riconquista, rimasero spesso autonomi e anche reciprocamente ostili.

Il Portogallo, che pure combattè contro i musulmani, ebbe pochi rapporti con gli altri due principali Stati iberici dedicandosi prevalentemente al commercio e all'esplorazione delle rotte africane.

I due principali Stati presenti nella penisola iberica furono il regno di Aragona e il regno di Castiglia in concorrenza e in lotta fra loro.

In essi vi era una forte aristocrazia terriera decisa a difendere i propri privilegi contro le tendenze accentratrici delle rispettive monarchie. I Re cercavano invece di affermare il potere e perseguire i propri obiettivi appoggiandosi alla borghesia cittadina interessata alla riduzione dei privilegi dei nobili. Nella seconda metà del 1400 migliorarono i rapporti tra Castiglia Aragona grazie alle nozze fra i sovrani dei due maggiori regni: Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia che posero le premesse per la formazione di un vero e proprio Regno di Sna, anche se tra il loro matrimonio (1469) e l'unità del regno (1520) passò ancora molto tempo.

Il matrimonio permise ai due sovrani di collaborare nell'attuazione di una politica di integrazione territoriale e di accentramento del potere.

Significativa la data del 1492, data dell'occupazione del Regno musulmano di Granada e della cacciata quindi dei musulmani dall'Europa.

Sicuramente la comune lotta contro gli arabi diede un contributo fondamentale nel creare l'identità nazionale snola, anche se il lato negativo di questa lotta fu che l'identità nazionale si basò sul fanatismo religioso e quindi su forme di razzismo.

La Sna divenne per questo uno stato profondamente cattolico, profondamente religioso, spesso però dedito alla persecuzione nei confronti degli ebrei, nei confronti dei moriscos (cattolici da poco convertiti) e nei confronti delle minoranze religiose.

Questo sarà un problema per lo sviluppo della Sna; infatti da un lato vi fu spesso un'azione di persecuzione nei confronti di fedi religiose molto diffuse tra le classi sociali più produttive, dall'altro la riconquista vide la nobiltà svolgere una parte di primo piano quindi i sovrani dovettero cedere molti territori strappati agli arabi.

La nobiltà in Sna, quindi, rimase a lungo una classe dominante che si impadronì di immensi latifondi ostacolando la formazione di una forte classe borghese e condizionando lo sviluppo. Questo non permise alla Sna l'evoluzione economica che avranno gli altri Stati europei e gli effetti si sentiranno anche nei territori che la Sna dominerà nel 1500, in particolar modo nel Sud Italia.







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