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La crisi dell'unità religiosa



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La crisi dell'unità religiosa

Nel corso del Trecento la chiesa attraversa una lunga e gravissima epoca di crisi .


Il papato avognonese

Nel 1309, con Clemente V, c'è il trasferimento della sede papale ad Avignone


Nel 1314 avviene un conclave a Carpentras: interrotto dagli accesi dissensi tra i cardinali italiani e francesi, quest'ultimi contrari a riportare la sede papale a Roma

intervento del re di Francia

conclave a Lione: il papa è il vescovo di Avignone




cattività avignonese: fino al 1377 i pontefici rimangono ad Avignone come prigionieri del re di Fancia


la chiesa avignonese diviene un efficiente modello di organizzazione economica, raccogliendo, in tutta Europa, decime per il papa (splendida e costosissima per il lusso e per la cultura, ma scarsamente dotata di valori spirituali e religiosi)


considerazione del trasferimento del papa a Roma:

-tentativo di purificare la chiesa (da parte delle forze laiche che credevano in una possibile rinascita)

-le famiglie aristocratiche romane avevano ricostruito totalmente i loro poteri feudali (da parte dei papi, dopo il 1350)


Lo scisma d'Occidente

Nel 1377 papa Gregorio XI stabilisce il ruolo di Roma come santa sede


Nel 1378 avviene l'elezione di Urbano VI, vescovo di Bari, con conseguente protesta dei cardinali francesi che la decretarono elezione non libera


seconda elezione nel Regno di Napoli: per quasi 40 anni la chiesa ha due pontefici (uno romano, riconosciuto dalla maggior parte della cristianità; l'altro avignonese, riconosciuto dai Regni di Francia e Napoli e poi anche dai sovrani snoli)


Nel 1409 c'è il concilio di Pisa che termina con tre pontefici in carica


Dal 1414 al 1418 vige il Concilio di Costanza: (nato dalla riunione di un partito conciliarista, che attribuisce all'assemblea dei rappresentanti della chiesa un ruolo permanente nel suo governo, da parte dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo) pone fine dello scisma, con l'elezione di Martino V dai cardinali e dai delegati del concilio, e obbliga il papa a convocarlo a scadenze regolari


Rivoluzione boema

in seguito alla diffusione delle dottrine di John Wyclife in Boemia, nel 1415 Jan Hus, la maggiore autorità intellettuale del movimento boemo di riforma ecclesiastica, scomunicato nel 1412, è messo al rogo


trasformazione del movimento religioso in un fatto politico e sociale, con conseguente rivoluzione boema contro l'imperatore ed il papato:

-abolizione della proprietà ecclesiastica

-ruolo più decisivo dei laici nella vita della comunità cristiana

-comunità di tutti i beni

Nel 1433 si arriva ad un compromesso con chiesa ed imperatore:

-privilegi alla chiesa boema

-ingresso della lingua boema nella liturgia

-soddisfazione nelle richieste degli utraquisti, il diritto di ogni fedele di comunicarsi, tenendo con le proprie mani il calice, sia col pane sia col vino




veste politica alle nuove forme che la vita religiosa stava assumendo nel XV secolo


Le chiese nazionali

Cause preliminari: indebolimento del governo monarchico, divisione dei cardinali in francesi ed italiani e organizzazione dei padri conciliari di Costanza in 5 nazioni (italiani, francesi,  inglesi, tedeschi, snoli)


Fatti

-in Inghilterra, nel 1353, il parlamento si era opposto al dominio papale sulla chiesa nazionale anglicana e aveva attribuito al re il compito di nominare i vescovi

-in Francia, nel 1407, la chiesa gallicana rifiuta la sua obbedienza al papa avignoneseà nel 1438 il re Carlo VII emana la Prammatica sanzione a Bourges, affermando la subordinazione del papa al concilio e negandogli ogni potere di nomina sui vescovi e le abbazie francesià mai accettata dal papa, il contenzioso termina nel 1516


Il nuovo concilio ecumenico di Basilea

nel 1431 papa Eugenio IV convoca un nuovo concilio ecumenico

i padri conciliari tentano di riaffermare il principio emerso a Costanza

Eugenio IV tenta più volte di sciogliere l'assemblea


ci riesce in modo definitivo nel 1438

una parte dei padri resta a Basilea e nel novembre del 1439 elegge un antipapa:

-libere elezioni canoniche di arcivescovi e vescovi

condizione di lunga lacerazione


nel 1449 l'antipapa si dimette

riconciliazione con papa Niccolò V, favorita anche dal concordato stipulato nel 1448 con l'imperatore Federico III d'Asburgo  (riconoscimento al clero imperiale del potere di eleggere i vescovi)


A Roma

Il papa aveva battuto antipapa e concilio, impedendo però ogni processo di riforma e accettando l'esistenza di chiese nazionali che stavano portando al tramonto la chiesa universale.







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