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Le guerre puniche

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Le guerre puniche


La prima guerra punica

Dopo la morte del tiranno di Siracusa Agatocle nel 289 a.C. i Mamertini, che erano soldati mercenari campani, furono cacciati da Siracusa. Essi occuparono Messina, ma per i loro metodi molto bellicosi suscitarono il malcontento della popolazione. Cosi' Siracusa minaccio' di attaccarli. I Mamertini cosi' chiesero l'aiuto a Cartagine che invio' una piccola flotta. Siracusa decise di non attaccarli. I Mamertini pero' vollero ben presto liberarsi dell'ingombrante presenza cartaginese e chiesero aiuto a Roma. Roma dopo un'attimo di esitazione decise di intervenire nel 264 a.C. Ebbe cosi' inizio la prima guerra punica.

Innanzitutto Roma costrui' un'imponente flotta di quinqueremi.

Inviò la sua flotta che, avvistata dai Cartaginesi nelle acque di Milazzo, fu attaccata da essi sicuri della vittoria. Ma la flotta romana grazie all'espediente dei corvi, che erano ponti mobili dotati di un uncino per agganciarsi alle navi cartaginesi, riuscirono cosi' a combattere sulla terraferma e ottennero un'importante vittoria nel 260 a.C. Roma nel tentativo di attaccare cartagine in Africa subi' alcune sconfitte, ma dopo la ricostruzione della flotta ottenne la vittoria decisiva nelle isole Egadi nel 241 a.C che dichiaro' Roma vincitrice della prima guerra punica.




La seconda Guerra punica

Mentre Roma era impegnata in una serie di battaglie contro gli Illiri e i Galli nel decennio 229-l19 a.C. i cartaginesi approfittarono della situazione per conquistare la Sna. Essi tuttavia promisero a Roma di non estendersi oltre il fiume Ebro e che quei territori gli servivano per reperire nuove risorse e are l'indennita' di guerra imposta dai Romani al termine della prima guerra punica. Sorse pero' un problema. Sagunto che era una citta' snola alleata di Roma si trovava prima del fiume Ebro e quindi nella zona sotto l'influenza cartaginese.

Cosi' quando Annibale, comandante dei cartaginesi, pose sotto assedio Sagunto, Roma lancio' un ultimatum che non lasciava spazio a trattative.

Nel 218 a.C. iniziava cosi' la seconda guerra punica.

Annibale entro' in Italia con 2 obiettivi: scongere Roma militarmente e disgregare il sistema di alleanze che univano Roma con le popolazioni sottomesse. Ottenne 3 importanti vittorie: sul Ticino, sul fiume Trebbia e sul lago Trasimeno. Tuttavia non riusci' a disgregare il sistema di alleanze che univano Roma con le popolazioni sottomesse.

Nel frattempo fu nominato dittatore Quinto Fabio Massimo che viste le sconfitte a campo aperto, attuo' una tattica temporeggiatrice. Egli sosteneva che se l'esercito cartaginese fosse rimasto in Italia per lungo tempo e fosse stato controllato in modo da farlo rimanere senza rifornimenti, piano piano si sarebbe logorato inesorabilmente. Questa tattica fu attuata per tutto il 217 a.C. e siccome piu' l'esercito cartaginese rimaneva al meridione piu' rovinava i raccolti si decise di passare all'attacco. Lo scontro si tenne in puglia, precisamente a Canne nel 216 a.C. dove l'esercito romano subi' una sconfitta cosi' grave da far pensare che ormai fosse tutto perduto. Infatti 2 citta' come Capua e Siracusa si allearono con i Cartaginesi. Nel 212 a.C. i cartaginesi conquistarono Taranto. Per fortuna in breve tempo Roma supera la crisi e riconquista cio' che aveva perduto. Nel frattempo viene nominato comandante dell'esercito romano Scipione l'Africano che nel 210 a.C. parte per la conquista della Sna. Annibale invece chiese al fratello Astrubale di portare le truppe cartaginesi snole in Italia in modo da farle riunire per lanciare l'attacco finale a Roma. Non fu cosi'. L'esercito di Astrubale viene battuto e Astrubale stesso ucciso nel 207 a.C. dall'esercito di Scipione. Avendo riconquistato la Sna, Scipione rientra in Italia e propone una nuova tattica: attaccare Cartagine in Africa in modo da far tornare in Africa l'esercito di Annibale. Cosi' fu.

L'esercito romano e quello di Annibale si scontrarono a Zama nel 202 a.C. che decise la vittoria di Roma e la grave sconfitta di Cartagine. Dovette dare la sua flotta a Roma, are l'indennita' di guerra,rinunciare alla Sna, doveva chiedere il permesso a Roma per intraprendere delle guerre.


Nuove conquiste

I REGNI ELLENISTICI ALLA FINE DEL III SECOLO

I regni ellenistici del III secolo sono Macedonia, Siria, Egitto. Il regno di Macedonia era governato da Filippo V mentre quello di Siria da Antioco III.

La guerra alla Macedonia

Nel 202 a.C. giunge a Roma la voce di un accordo tra Filippo V e Antioco III ai danni dell'Egitto. Roma attuo' la tattica della guerra preventiva: una guerra che doveva servire a troncare sul nascere le mire espansionistiche di Filippo V ed evitare cosi' il pericolo che altre truppe straniere entrino in Italia.

L'esercito romano attacco' nel 197 a.C. a Cinocefale l'esercito macedone e lo sconfisse. Ma non fini' qui. Roma si scontro' contro Perseo l'imperatore di Macedonia succeduto al padre Filippo V e lo sconfisse nel 168 a.C. a Pidna. La Macedonia divento'provincia e fu divisa in 4 territori indipendenti.

La guerra alla Siria

Approfittando della sua situazione favorevole, Antioco III decise di occupare la Grecia nel 192 a.C.

I romani pero' lo attaccarono e lo sconfissero a Magnesia in Asia Minore nel 189 a.C. e Antioco fu costretto a firmare la pace.

La Terza guerra punica

Dopo la sconfitta nella seconda guerra punica, l'economia di Cartagine si stava riprendendo. Gli scambi commerciali si erano intensificati, e l'agricoltura si era sviluppata moltissimo. A Roma pero' molti componenti del Senato avevano paura di una rinascita Cartaginese e c'era chi sosteneva di applicare una guerra preventiva anche a Cartagine. Il massimo sostenitore della guerra era Marco Porzio Catone. Pero' il senato non se la senti' di dichiarare guerra senza un valido motivo.

Cosi' quando Cartagine dichiaro guerra alla Numidia, uno stato che andava ingrandendosi alle spese di Cartagine, senza chiedere il permesso a Roma infranse cosi' una clausola della pace firmata nel 202 a.C. che diceva che prima di dichiarare guerra Cartagine avrebbe dovuto prima chiedere il permesso a Roma. Avendo ormai un motivo per dichiarare guerra a Cartagine i consoli romani sbarcarono in Africa e dissero ai Cartaginesi di distruggere la citta' e ricostruirla lontano dal mare, ad almeno 15 Km.

I Cartaginesi rifiutarono e si rinchiusero all'interno delle mura della citta'. Dopo 2 anni di assedio,Cartagine fu rasa al suolo nel 146 a.C. e gli abitanti venduti come schiavi.

La distruzione di Corinto

Avendo nel frattempo trasformato in provincia la Macedonia dopo un tentativo insurrezionale anche Corinto per lo stesso motivo nel 146 a.C. venne distrutta e gli abitanti venduti come schiavi.





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