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Unità d'Italia

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Unità d'Italia

In Italia fra il 1848 e il 1860 si succedono tre guerre cruente per la conquista dell'indipendenza peninsulare da ogni ingerenza straniera. Ma prima che si giunga a questi eventi, lo spirito patriottico deve crescere e ad aiutarlo contribuiscono la rivolta a Cadice nel 1812, i moti del 1821 in Piemonte che vengono però sedati e altri fermenti e preparativi che condurranno al fatidico '48

Nel Lombardo-Veneto insorgono Venezia e Milano che danno a Carlo Alberto il motivo di dichiarare guerra all'Austria (23 Marzo 1848).Gli altri principi prima ne seguono l'esempio, poi si ritirano. Intanto si instaurano regimi repubblicani capeggiati dal triumvirato composto da Mazzini, Armellini e Saffi. Le vicende belliche sono alterne, ma l'Austria sconge Carlo Alberto a Venezia, mentre i principi tedeschi ritirano le concessioni .

Luigi Napoleone annienta la Repubblica romana e restaura in Roma il potere di Pio IX. Il re medesimo con un'abile manovra di Stato riesce a farsi incoronare imperatore dei Francesi.

Intanto, dopo altre vicissitudini, abbiamo sulla ribalta politica la ura di un nuovo e grande statista, Cavour, il quale, in previsione di mosse politiche future utili al fine unitario, forte dell'aiuto del Rattazzi, può contare su una maggioranza di deputati liberali disposti a sostenere una politica riformatrice. In politica estera mira ad assicurarsi l'alleanza della Francia per un prossimo aiuto contro l'Austria. Perciò invia un corpo di spedizione in Crimea nel 1855 in aiuto alle truppe Anglo-Francesi contro la Russia. In tal modo acquista il diritto di partecipare al congresso di Parigi del 1856 dopo le ostilità per stabilire le condizioni di pace.



Alla Russia viene precluso l'accesso al mediterraneo; il Regno di Sardegna vi ha una parte marginale, ma il Cavour coglie l'occasione per denunciare pubblicamente le indebite ingerenze dell'Austria negli Stati italiani indipendenti. Così si attira la simpatia di patrioti repubblicani, fra i quali anche Garibaldi accetta la presidenza italiana sotto casa Savoia.

Frattanto il Mazzini fonda il Partito d'Azione di stampo repubblicano.

Quindi si giunge ai patti segreti di Plombières, alleanza militare Franco-Italiana contro l'Austria, rivolta a stapparle il Lombardo-Veneto e ad annetterlo al Piemonte, il quale a sua volta dovrà cedere alla Francia Nizza e Savoia.

L'Austria, provocata a puntino, dichiara guerra al Piemonte il 1859, ma battuta ripetutamente a S. Martino e a Solforino dai Franco-Piemontesi, firma l'Armistizio di Villafranca, in virtù del quale cede la Lombardia al Piemonte. Anche la Toscana e l'Emilia si annettono al Piemonte.

A questi successi si aggiungono quelli ottenuti anche dalla forza popolare a vantaggio della monarchia sabauda: i mille vincono la lotta contro il regno di Napoli e Vittorio Emanuele II con un pretesto occupa le Marche e l'Umbria, appartenenti prima allo Stato Pontificio, poi Garibaldi gli consegna altre regioni liberate.

In tal modo nel Marzo 1861 il primo Parlamento Nazionale Italiano può proclamare il Regno d'Italia. Restano però il Lazio in possesso del Papa e il Veneto sotto il dominio asburgico.

Frattanto si delinea l'insorgenza di una nuova potenza, la Germania, sorta dal processo di unificazione di vari Stati con la Prussica a opera del cancelliere Otto Von Bismarck con la sua politica autoritaria e militaristica.

Questi si allea con l'Italia e muove guerra all'Austria, cui toglie il tradizionale primato sul mondo tedesco e la costringe nella battaglia di Sadowa del 1866 a cedere alla Prussia il dominio sui ducati Schleswig, Holstein, Lauenburg e all'Italia il Veneto con la pace di Vienna.

Nel 1860 Napoleone III dichiara guerra alla Prussia, ma é sconfitto dal Bismarck e la stessa sorte tocca al nuovo governo provvisorio. Il popolo francese non si arrende e tenta una rivalsa contro la Prussia la quale, essendosi fortificata con i 100mila prigionieri avuti in restituzione dopo Sadowa, la obbliga con la vittoria di Sedan del 1870 a firmare la pace di Francoforte e a cedere di conseguenza l'Alsazia e la Lorena alla Lorena alla Germania.

Resta dunque solo Roma all'indipendenza.

La Destra si é impegnata e ha portato quasi a termine il suo obiettivo.

Le imprese del partito d'azione con Garibaldi sono fallite, la questione romana resta aperta: ma la caduta di Napoleone III, il protettore della Santa Sede, offre al Regno d'Italia l'occasione propizia per impadronirsi dello Stato Pontificio e il 20 settembre 1870 l'esercito apre una breccia a Porta Pia e Roma conquistata diviene capitale d'Italia.






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