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1914-1915: dalla guerra-lampo alla guerra di trincea



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1914-l915: dalla guerra-lampo alla guerra di trincea

Le operazioni militari si svolsero su tre diversi fronti: occidentale, o franco-belga; orientale, o russo; meridionale, o serbo. Nel novembre del 1914 la Turchia entrò in guerra a fianco degli Imperi Centrali, estendendo così il quadro delle operazioni che giunse a comprendere la regione dello stretto dei Dardanelli e la Mesopotamia. Nel 1915 si aprirono due ulteriori fronti: quello austro-italiano, dopo l'entrata in guerra dell'Italia alleata dell'Intesa in virtù del patto di Londra firmato il 26 aprile, e quello sulla frontiera greca a nord di Salonicco, a seguito dell'intervento della Bulgaria a fianco degli Imperi Centrali nell'ottobre successivo.

Il fronte occidentale

Il piano strategico tedesco (noto come 'piano Schlieffen', dal nome del capo di stato maggiore che lo aveva elaborato già nel 1905), affidato al generale von Moltke, prevedeva una rapida guerra di movimento contro la Francia (la cui invasione doveva avvenire attraverso il Belgio) per poi volgersi contro la Russia, ma fu bloccato dall'esercito francese al comando del generale Joffre nella prima battaglia della Marna (6-9 settembre). I tedeschi, costretti alla ritirata sino al fiume Aisne, estesero il fronte fino alla Mosa, a nord di Verdun. Ne seguì una sorta di gara in velocità verso il Mare del Nord, con l'obiettivo di acquisire il controllo dei porti sulla Manica (strategicamente nevralgici poiché vi confluivano i rinforzi britannici), che vide i tedeschi frenati nella loro avanzata dall'inondazione del fiume Yser, provocata nella regione dai belgi, e da una serie di scontri con le forze inglesi, noti collettivamente come battaglia delle Fiandre. Questa segnò la fine della guerra di movimento sul fronte occidentale e portò alla guerra di logoramento, di cui furono protagonisti la trincea, l'assalto con la baionetta, l'artiglieria, e che si ridusse a una sequenza di conquiste e di perdite di pochi lembi di terreno con un costo elevatissimo di vite umane.



Nel marzo del 1915 gli inglesi tentarono, senza esito, di rompere il fronte nemico; in aprile l'esercito tedesco attaccò Ypres, occupata dalle forze inglesi, usando per la prima volta il gas di cloro, chiamato ufficialmente da allora 'iprite': fu la prima volta che la guerra chimica venne praticata su vasta scala. Successive offensive franco-inglesi portarono allo sfondamento della prima linea delle trincee tedesche, ma in termini generali nel corso del 1915 non si produssero sostanziali modifiche rispetto alle posizioni stabilite alla fine dell'anno precedente. Il fallimento della guerra-lampo portò alla sostituzione di von Moltke con il generale Erich von Falkenhayn al comando supremo delle forze tedesche.

Il fronte orientale

Nell'agosto del 1915 due armate russe attraversarono il confine orientale della Germania, ma furono fermate dalle divisioni dei generali von Hindenburg e Ludendorff che inflissero agli invasori una sconfitta decisiva nella battaglia di Tannenberg (26-30 agosto) e in quella dei laghi Masuri (6-l4 settembre). Nel frattempo altre quattro armate russe, invaso il territorio austriaco, avanzarono in Galizia senza incontrare resistenza sino ai confini con l'Ungheria (fine marzo 1915); l'azione venne però bloccata dalla controffensiva austro-tedesca che dai monti Carpazi proseguì in Polonia centrale (maggio), Lituania e Curlandia (settembre), obbligando i comandi russi a richiamare le truppe dalla Galizia.

La guerra in Serbia

Da parte loro i serbi riuscirono a respingere tre tentativi di invasione senza operarne alcuno ai danni dell'Austria-Ungheria, così che il fronte rimase inattivo fino all'ottobre del 1915. All'inizio dello stesso mese, al fine di aiutare la Serbia in caso di un attacco bulgaro, giudicato sempre più probabile, truppe anglo-francesi sbarcarono a Salonicco: a quel punto gli austro-tedeschi attaccarono nuovamente le postazioni serbe (6 ottobre), scongendole insieme al corpo di spedizione alleato sopraggiunto in soccorso dalla Grecia occidentale.



Il fronte turco

La Turchia entrò in guerra il 29 ottobre 1914, cooperando da subito con la Germania con il bombardamento navale delle coste russe del Mar Nero e l'invasione del Caucaso in dicembre; in risposta, forze navali inglesi bombardarono le fortificazioni turche sullo stretto dei Dardanelli nel febbraio del 1915, mentre tra aprile e agosto furono costituite due teste di ponte nella penisola di Gallipoli. L'obiettivo alleato di acquisire il controllo degli Stretti fallì miseramente, e fu seguito dal ritiro di tutte le truppe presenti nella regione entro il gennaio del 1916.

Il fronte italiano

L'Italia stipulò un trattato segreto, il cosiddetto patto di Londra (26 aprile 1915), con Gran Bretagna, Francia e Russia, in base al quale si impegnava a entrare in guerra in cambio di compensi territoriali in Trentino, Alto Adige, Istria, Dalmazia, Albania e nel Dodecaneso. Il 24 maggio dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, impegnando quest'ultima su un secondo fronte. Le prime quattro battaglie dell'Isonzo (29 giugno-7 luglio, 18 luglio-l0 agosto, 18 ottobre-3 novembre, 10 novembre-l0 dicembre) ebbero un esito incerto per le forze italiane, che fallirono l'obiettivo di spezzare le linee austriache e conquistare Trieste. Come per tutte le potenze belligeranti, anche per l'Italia la guerra si tradusse in un logorante conflitto di posizioni, per di più affrontato in condizioni sfavorevoli in quanto gli austriaci controllavano le postazioni più elevate nel Trentino, nel Friuli e in Carnia. Gli austriaci allentarono la pressione italiana con una violenta controffensiva in Trentino (la Strafexpedition, spedizione punitiva) i cui effetti risultarono più dirompenti sul piano psicologico e politico che non su quello militare: si spense allora la speranza ancora diffusa in Italia di un'imminente vittoria.







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