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LE INDICAZIONE MATERNE CHE PORTANO LA MADRE AL TAGLIO CESARIO

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LE INDICAZIONE MATERNE CHE PORTANO LA MADRE AL TAGLIO CESARIO

DISTOCIE DEL CANALE DA PARTO

A)     DISTOCIE DEL CANALE MOLLE

Sono patologie dei segmenti del canale molle (cervici, vaginali, vulva) che   si oppongono all'impegno e o alla progressione della parte presentata.

B)     DISTOCIE DEL CANALE OSSEO



Sono dovute a restringimenti dei bacini (viziature o stenosi pelviche) che impediscono l'impegno della parte presentata, il normale svolgersi dei fenomeni meccanici e la progressione del feto.






DISTACCO DI PLACENTA NORMALMENTE INSERTA

La placenta si distacca prima dell'espulsione del feto, durante il travaglio (distacco precoce), prima dell'instaurarsi del travaglio (distacco prematuro) e può verificarsi in qualsiasi momento della gravidanza.

Fattori associati sono la sovradistensione uterina (gravidanza gemellare e polidramnios), brevità assoluta del funicolo, manovre inconsulte e violente, traumi addominali, diabete, ipertensione. L'emorragia retroplacentare può rimanere localizzata fra la parete uterina e la placenta (emorragia interna ed occulta), può fuoriuscire attraverso il canale (emorragia esterna) oppure, può riversarsi nella cavità amniotica (emorragia endoamniotica). La gestante va incontro ad anemizzazione rapida e profonda legata all'entità dell'emorragia, a calo della pressione arteriosa fino a shock, oliguria, proteinuria, cilinduria. La terapia dipende dalla gravità della forma, dalla causa che l'ha prodotta e dall'epoca gestazionale.

Se le condizioni peggiorano diventa necessario estrarre il feto, intervenendo con il taglio cesareo d'urgenza. Nel frattempo occorre instaurare un trattamento medico causale con antischock privilegiando la terapia emotrasfusionale.

Nell'emorragia esterna, il sangue stacca la placenta e s'insinua fra la placenta o la sua membrana e la parete uterina, defluendo attraverso il collo dell'utero e la vagina. Nell'emorragia interna, l'emorragia rimane nascosta fra la placenta e la parete uterina, a causa di un'incompleta separazione della placenta.

PLACENTA PREVIA

Anomala inserzione della placenta che, nel terzo trimestre di gravidanza, si trova impiantata sul segmento inferiore dell'utero ed è quindi previa nei riguardi del feto. In base ai suoi rapporti con il canale cervicale si distinguono diverse entità di placenta previa: centrale totale, nella quale l'orifizio uterino interno è completamente ostruito; centrale parziale, nella quale la placenta chiude parzialmente l'orifizio uterino interno (dal 10 al 90 per cento), marginale o laterale, nella quale solo un piccolo margine di placenta raggiunge l'orifizio uterino interno. L'emorragia da placenta previa ha dovuto alla separazione della placenta dal segmento uterino inferiore (S.U.I.) e in genere si verifica tra la 28-34 settimana quando il S.U.I. va incontro alle modificazioni strutturali fisiologiche.

Segno fondamentale della placenta previa è l'emorragia che presenta caratteristiche particolari quali: l'epoca di sa (dalla fine del 6° mese in poi); fuoriuscita all'esterno del sangue, sa improvvisa, assenza del dolore cessa solitamente spontaneamente ma è recidivante. La quantità della perdita ematica è proporzionale all'estensione della separazione della placenta. La perdita in genere proviene dai vasi uterini. L'emorragia se copiosa induce shock emorragico materno, se scarsa ma frequentemente recidivante, induce anemia secondaria. La paziente con sospetto di placenta previa deve essere ricoverata d'urgenza in ambiente ospedaliero. Si provvederà ad emotrasfusioni e a curare l'anemia secondaria stando nell'attesa vigile fino al raggiungimento della piena maturità polmonare fetale. S'interviene quindi con il taglio cesareo che è la terapia d'elezione. Il taglio cesareo può essere praticato anche d'urgenza per l'importanza dell'emorragia.

GESTOSI / PEECLAMPSIA

Gestosi o tossiemia gravidica o preeclampsia sono sinonimi e si prestano a definire le varianti cliniche di una malattia polimorfa. E.P.H. sta a rappresentare i sintomi caratteristici edemi, proteinuria, ipertensione.

EDEMI: è l'espressione di una ritenzione idrica, visibile nella regione pretibiale, perimalleolare, mani, viso, tronco. La ritenzione idrica si manifesta per mezzo di un aumento del peso corporeo.


PROTEINURIA:

Ha significato quando i valori sono maggiori di 0.3 gr/24ore. Quando la malattia ha raggiunto lo stadio più grave caratterizzato da convulsioni e coma.

IPERTENSIONE:

Quando i valori della pressione arteriosa Sistolica (PAS) (sistole = fase di contrazione del muscolo cardiaco) sono uguali o superiori a 140mmHg, e quelli della pressione arteriosa diastolica (PAD) (diastole = fase di distensione del muscolo cardiaco) a 90mmHg. Insorge nella seconda metà della gestazione, specialmente nel terzo trimestre. Può essere anche bi o mono sintomatica. La gestosi è una malattia progressiva che può regredire a seguito dell'intervento terapeutico ma se trascurata o ribelle alle cure sfocia nelle forme d'eclampsia. Nei casi gravi si procede all'interruzione della gravidanza mediante espletamento del parto che sarà effettuata con il taglio cesareo o anche per le vie naturali quando vi sono le condizioni per un rapido espletamento dello stesso.




ECLAMPSIA

Rappresenta a tutt'oggi uno delle principali cause di mortalità materna, il decesso per emorragia cerebrale(60% dei casi).

E' caratterizzata da cefalea intensa, vomito, disturbi visivi, iperriflessia, cloni, convulsioni, coma. E' una forma di encefalopatia ipertensiva con insorgenza  acuta nelle ultime settimane di gravidanza o nelle prime 48-72 ore dopo il parto. Il danno cerebrale è sostenuta da edema, necrosi fibrinoide delle arteriole, trombosi, microinfarti, emorragie. Vi può essere un danno funzionale legato a fenomeni di vasocostrizione riflessa da regimi pressori molto elevati. Il feto e la placenta sono sempre coinvolti, ma con un ampio spettro di variabilità (dal ritardato accrescimento fetale alla morte endouterina). L'interessamento del circolo utero-placentare altera la funzione della placenta.

Le lesioni anatomiche sono costituite da depositi di fibrina, lipidi e piastrine nelle arterie spirali uterine, il cui lume risulta obliterato, è frequente il riscontro di infarti placentari, e si può verificare il distacco di placenta. La terapia è di pronto soccorso ed intensiva, da praticarsi sempre in ambiente ospedaliero attrezzato per la rianimazione materno- fetale.

S'impone terapia medica (antipertensiva, diuretica, cardiotonica, sedativo) ed ostetrica consistente nel taglio cesareo d'urgenza.
















COAGULO PATIA INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (CID)

Complicanze ostetriche chiamate in causa come eventi capaci di innescare la CID sono: distacco prematuro di placenta, ritenzione di un feto morto, infezione intrauterina, preeclampsia. La terapia della CID si pone due obiettivi principali: rimuovere rapidamente dove è consentito la causa scatenante, generalmente possibile in ambito ostetrico (taglio cesareo) e controllare i sintomi principali costituiti da emorragie più frequentemente che da trombosi e, in caso di shock, sostenere la funzione cardiorespiratorio e renali.






NEFROPATIE  

Nelle nefropatie rientrano la glomerulonefrite, la sindrome nefrosica, e la pielonefrite. Le gestanti nefrotiche, sono predisposte all'insorgenza di una complicanza ipertensiva. Quando il funzionamento renale è ridotto (presenza d'iperazotemia e ipercreatinemia) e lo sviluppo fetale è compromesso, è consigliabile protrarre la gravidanza fino ad epoche compatibili con la sopravvivenza del feto, che generalmente sarà estratta con taglio cesareo.











TURBE NEUROLOGICHE

Gravi turbe neurologiche possono aversi in corso di malattie cerebrovascolari. Queste rare vasculopatie cerebrali acute possono essere causate da lesioni ateromatose dei vari arteriosi cerebrali. Le malattie cerebrovascolari costituiscono un'indicazione al taglio cesareo.













INFEZIONI VAGINALI NELLA FASE ACUTA

Rappresentano una controindicazione al parto vaginale gravi infezioni sostenute da Herpes simplex Virus (HSV) e Human papilloma virus (HPV). Il feto, oltre che in gravidanza, può contagiarsi durante l'attraversamento del canale del parto. Per evitare il contagio intra-partium nelle gravide con lesioni attive, si ritiene indicato il taglio cesareo da eseguirsi a sacco integro e comunque non oltre sei ore dalla sua rottura.













CONCLUSIONE

Concludendo posso dire che il taglio cesareo è una tecnica ormai molto diffuso effettuata anche se non si presentano casi patologici, in quanto è un metodo non doloroso come il parto normale.











BIBLIOGRAFIA

GEDEA SCIENZA V. 13 ANAMIA MEDICINA

ATLANTE D'ANATOMIA FISIOPATOLOGIA E CLINICA

V.3 - APP. RIPRODUTTIVO COLLEZIONE CIBA - FRANK .H. NETTER.





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