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TOXOPLASMOSI



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TOXOPLASMOSI


L'gente eziologico della toxoplasmosi è il Toxoplasma gondii, un protozoo della classe delgi sporozoi a forma di mezza luna, lungo da 5 a 8 um e largo da 2 a 5 um, capace di riprodursi in modo asessuato e sessuato e di originare strutture cistiche di resistenza nelle due forme di oociste, contenente lo zigote diploide, e di ciste, corpuscolo sferico daò diametro variabile da 15 a 100 um, delimitato da un involucro molto resistente che racchiude una moltitudine di parassiti allo stato quiescente, chiamati bradizoiti. Capace di infettare bymerosi ospiti, il toxoplasma gondii svolge il ciclo assessuale nell'umo e in molte altre specie animali, quali cani, lepri, piccoli roditori, diversi uccelli, compresi i polli, e il ciclo sessuale escusivamente nel gatto.

L'uomo può cotrarre la toxoplasmosi in tre modi diversi:

-ingerendo le oocisti, eliminate con le feci dei gatti, che contaminano sopprattutto il terreno e gli alimenti vegetali;

-mangiando carne cruda o poco cotta contenenti le cisti del parassita;

-per contatto con trofozoiti attraverso la via trasplacentare e più raramente a seguito di trasfusioni di sangue e punture con materiale infetto.

In ogni caso, qualsiasi sia la modalità di contagio,, i toxoplasmi, una volta differentiatesi nella forma di trofozoiti, si moltiplicano per divisione binaria all'interno delle cellule ospiti, con predilezione per quelle del sistema reticolo-endoteliale. Quando il numero intracellulare dei parassiti diventa elevato le cellule infettate si rompono, favorendo la proazione ad altre cellule e tessuti. Se le condizioni ambientali diventano sfavorevoli, a seguito dello sviluppo della risposta immunitaria nell'ospite, le cellule infettate dai trofozoiti, in particolare quelle del cervello e dei muscoli, si trasformano in vere e proprie forme cistiche di resistenza. Il gatto si infetta mangiando roditori o uccelli parassitati dalle cisti del Toxoplasma gondii o a partire da oocisti che contaminano il terreno e i vegetali. Nell'intestino del gatto le cisti o le oocisti liberano i trofozoiti che possono molti picarsi per divisione cellulare, ma anche differenziarsi e formare gameti maschili o microgameti e gamati femminili o macrogameti. Con la fusione del macrogamete e del microgamete si forma l'oociste che, emessa con le feci, può continuare il proprio sviluppo nell'ambiente esterno, dividendosi in due sporocisti ellittiche che originano rispettivamente quattro sporotoiti. Quando le oocisti vengono ingerite dai vari animali ospiti, gli sporozoiti, liberati a seguito della degradazione dell'involucro membranoso dell'ociste, possono maturare a trofozoiti e dare l'avvio a un nuovo ciclo proliferativo.



Essendo una malattia spesso inapparente la diagnosi di toxoplasmosi, così come la sorvegliana durante la gravidanza, viene effettuata ttraverso test in laboratorio e in particolare mediante il dosaggio delle immunoglobuline di tipo igG e igM prenti nel sangue.

La Toxoplasmosi è perciò una malattia nella maggio parte dei casi benigna, caratterizata dall'assenza di manifestazioni cliniche o da una sintomatologia lieve. Solo se contratta durante la gravidanza o da alcuni ospiti particolari, quali i soggetti immunodepressi, essa può manifestare un decorso grave, anche mortale.

Nella Toxoplasmosi congenita, l'infezine del feto, che avviene per passaggio trasplacentare dei trofozoiti, può comportare, oltre l'aborto,la nascita di bambini con idrocefalia e ritardo psicomotorio, lesioni oculari, encefalopatie, ittero neonatale.

Nella Toxoplasmosi aquisita, le forme più gravi provocano encefaliti, miocarditi e polmoniti.






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