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Verificare l'azione della ptialina e della catalasi



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Verificare l'azione della ptialina e della catalasi



Materiale usato:

  • Bunsen. Il becco di Bunsen brucia un flusso continuo di gas senza rischio che la fiamma abbia un ritorno nel tubo e giunga fino alla bombola. Tipicamente il bruciatore usa gas naturale (sostanzialmente metano con piccole quantità di propano e butano). Il becco di Bunsen è composto da uno zoccolo con il tubo di adduzione nel combustibile gassoso, che presenta all'estremità finale un beccuccio; l'apparecchio è formato anche da un tubo (forato in due punti per l'accesso dell'aria), all'imboccatura del quale viene acceso il gas e di un manicotto, anch'esso munito di due buchi che possono coincidere con quelli del tubo oppure chiuderli. La regolazione del manicotto permette di ottenere una fiamma di diversa natura, ossidante o riducente, a seconda della maggiore o minore quantità di aria aspirata e miscelata al gas. La portata del gas è regolata invece da un'apposita vite. Il calore serve per velocizzare i processi chimici come nelle reazioni viste in laboratorio e altre volte perché determinate sostanze non si sciolgono a freddo ma soltanto somministrando calore.
  • Provette
  • Ossido di manganese (MnO2). Sostanza avente l'enzima catalasi che permette di scindere il perossido di idrogeno  in acqua e ossigeno secondo la seguente reazione 2H2O2 → 2H2O + O2.
  • Ptialina. Enzima digestivo contenuto nella saliva: esso ha la funzione di rompere le molecole dei polisaccaridi complessi in catene più semplici, come per l'amido che viene trasformato in maltosio.
  • Biscottino.
  • Fegato.
  • Fehling. Quando si scalda il reattivo di Fehling con una sostanza che contiene zuccheri riducenti cambia colore dal blu, al verde, al giallo e al rosso, questo avviene in base alla quantità di zucchero riducente presente.
  • Quando la sostanza assume una colorazione arancione/rossa indica che la concentrazione di zucchero riducente è molta.
  • Mortaio.
  • Pestello.






Scopo dell'esperienza:

Verificare che l'azione dell'enzima catalasi sia quella di scindere due molecole di perossido di idrogeno in due molecole di acqua e liberare ossigeno che si nota per la presenza di bollicine all'interno della provetta.

Verificare che l'azione dell'enzima ptialina sia quella di scindere macromolecole come i polisaccaridi quali l'amido in molecole più semplici come il maltosio. Così si capisce come avvenga il primo stadio dei processi digestivi.


Procedimento


PTIALINA

 


Provetta n°1

Provetta n°2


Sbriciolare ½ di biscottino nel mortaio con il pestello.

Masticare ½ di biscottino con molta saliva.


Immettere nella provetta n°1 il biscottino sbriciolato aggiungendo 2 cl di fehling (reagente).

Immettere nella provetta n°2 il biscottino masticato aggiungendo 2 cl di fehling (reagente).


Inserire la provetta n°1 nel beker pieno d'acqua (che precedentemente deve essere portata all'ebollizione con l'ausilio del bunsen e con la protezione della retina per far si che il beker non sia a diretto contatto con la fiamma).

Inserire la provetta n°2 nel beker pieno d'acqua (che precedentemente deve essere portata all'ebollizione con l'ausilio del bunsen e con la protezione della retina per far si che il beker non sia a diretto contatto con la fiamma).


Estrazione dal bagnomaria della provetta n°1 dopo 10'.

Estrazione dal bagnomaria della provetta n°2 dopo 10'.


Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'esperienza.

Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'esperienza.


CATALASI

 


Provetta n°1

Provetta n°2



Provetta n°3

Provetta n°4

Provetta n°5


Immettere un piccolo quantitativo di sabbia nella provetta n°1.

Immettere un piccolo quantitativo di ossido di manganese nella provetta n°2.

Immettere un piccolo quantitativo di fegato nella provetta n°3.

Immettere un piccolo quantitativo di fegato sminuzzato nel mortaio con il pestello misto a sabbia nella provetta n°4.

Immettere un piccolo quantitativo di fegato bollito nella provetta n°5.


Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°1.

Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°2.

Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°3.

Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°4.

Aggiungere 2 cl di perossido di idrogeno (H2O2) alla provetta n°5.


Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'

esperienza.

Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'

esperienza.

Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'

esperienza.

Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'

esperienza.

Osservazioni e conclusioni sugli sviluppi dell'

esperienza.

Conclusioni:


Ptialina:

  • Il contenuto della provetta n°1 assume solo una leggera variazione del colore verso il rosso/arancione. Questo perché il biscottino, essendo stato solamente sbriciolato, non ha subito la scissione degli zuccheri composti.
  • Il contenuto della provetta n°2 assume una colorazione decisamente tendente al rosso/arancione poiché le macromolecole del biscottino, scomposte dalla saliva, hanno reagito con il fehling dando origine, appunto, a questa colorazione.

Catalasi

  • Nella provetta n°1 non avviene niente in quanto la sabbia è un composto inorganico e non può, come tale, in nessun modo generare ossigeno.
  • Nella provetta n°2 si libera ossigeno in quanto l'ossido di manganese è una delle sostanze in grado di scomporre il perossido di idrogeno in acqua e ossigeno.
  • Nella provetta n°3 è avvenuta una reazione nel fegato crudo con acqua ossigenata: è presente la schiuma perché l'acqua ossigenata ha dato 2H2O + O2  e l'ossigeno ha reagito velocemente con il fegato crudo.
  • Nella provetta n°4 gli enzimi nel fegato crudo tagliuzzato sono ancora presenti; inoltre la velocità di reazione aumenta perché aumenta la superficie e gli enzimi entrano meglio in contatto con il loro substrato.
  • Nella provetta n°5 non avviene nessuna reazione con il perossido di idrogeno perché le proteine che compongono il fegato, essendo state bollite, sono state denaturate e perciò non contengono più nessun enzima.





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