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Cenni storici - DIRITTO COMUNITARIO

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Cenni storici - DIRITTO COMUNITARIO


Dalle origini all'Atto Unico

Il cammino per arrivare all'attuale conurazione della casa comune europea è stato lungo, contrassegnato da ampie pause di riflessione sul processo di crescita e da ostacoli non sempre facili da superare.

Nel 1941 Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi avevano tracciato il profilo di un'Europa federale nel Manifesto di Ventotene. Fu però solo dopo la guerra che la costruzione europea cominciò a muovere i primi passi sotto la spinta della necessità politica di rimuovere le cause di scontro tra i principali Paesi del Vecchio Continente rimasti al di qua della Cortina di ferro.

Nel 1949 nacque così il Consiglio d'Europa, organismo fondato da Francia, Regno Unito, Belgio e Irlanda con una funzione esclusivamente consultiva, rimasto sempre al di fuori del quadro istituzionale della Comunità europea.

Il progetto di Jean Monnet che diede vita alla Ceca (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) fu invece presentato a Parigi dal Ministro degli Esteri francese Robert Schuman il 9 maggio del 1950, giornata diventata poi Festa dell'Europa.



Quasi un anno dopo, il 18 aprile del 1951, avvenne la posa della prima pietra della costruzione comunitaria: i sei Paesi fondatori sottoscrissero il Trattato istitutivo della Ceca in base al quale, a Lussemburgo, venne creata un'Alta Autorità sovranazionale indipendente con il compito di far rispettare regole comuni fissate per la produzione e il commercio di carbone e acciaio.

Poco dopo arrivò anche la prima battuta d'arresto. Nel '52, su iniziativa della Francia, i Sei firmarono a Parigi il Trattato per la Comunità europea di difesa (Ced) che però non entrò mai in vigore a causa della mancata ratifica da parte del Parlamento francese.

Le Conferenze di Messina (1955) e quella di Venezia (1956), seguite dalla firma a Roma, nel '57, dei Trattati istitutivi della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità Europea per l'energia atomica (Euratom), ridiedero slancio all'idea di un'Europa sempre più integrata.

Successivamente, nel corso degli anni '60, il processo di integrazione compì passi in avanti attraverso la realizzazione dell'unione doganale e la firma del Trattato che unificò gli esecutivi delle tre Comunità e stabilì il principio dell'unità di bilancio.

Nel 1972, per rafforzare il coordinamento tra le politiche di gestione del cambio dei Paesi europei e garantire stabilità fissando margini di fluttuazione al fine di salvare il meccanismo dei prezzi di sostegno della politica agricola comune (Pac), prese corpo il cosiddetto 'serpente monetario'. Nel '79 il serpente monetario si trasformò in un vero e proprio accordo di cambio e assunse la denominazione di Sistema monetario europeo (Sme). Nello stesso anno, il Parlamento europeo venne eletto per la prima volta a suffragio universale.

Nel febbraio 1984 il progetto di Trattato sull'Unione europea sostenuto da Spinelli (una vera e propria prima bozza di Costituzione europea) venne approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo. Nel 1985 fu firmato l'accordo di Schengen da parte di Francia, Germania e i Paesi del Benelux per facilitare l'eliminazione dei controlli alle frontiere interne, superando le resistenze incontrate nel promuovere la libera circolazione delle persone e la cooperazione giudiziaria all'interno del quadro istituzionale della Comunità. Nel dicembre dello stesso anno, il Consiglio europeo a Lussemburgo decise di modificare il Trattato di Roma e di dare nuovo impulso al processo di integrazione europea elaborando un Atto unico europeo, firmato a L'Aia nel febbraio 1986. Oltre a realizzare importanti riforme istituzionali, l'Atto Unico europeo permise il proseguimento del cammino verso il completamento del mercato unico. Per tradurre in realtà entro il 1992 gli obiettivi fissati con l'Atto Unico, nel 1987 Jacques Delors, nella veste di presidente della Commissione europea, presentò un ambizioso programma normativo ed operativo per assicurare l'eliminazione ogni residuo ostacolo alla libera circolazione di persone, beni, capitali e servizi. La creazione dello spazio economico unificato aprì la strada alla successiva introduzione della moneta unica.

A Maastricht la Comunità diventa Unione

Sotto la spinta dei grandi mutamenti intervenuti sulla scena internazionale alla fine degli anni '80 con la 'perestroika' lanciata da Mikhail Gorbaciov e la caduta del muro di Berlino, la strada che condusse alla moneta unica e all'attuale assetto istituzionale fu imboccata dai Paesi membri della Cee nel 1990 con l'entrata in vigore della prima fase dell'Unione economica e monetaria e con l'avvio, al Consiglio europeo di Roma, delle Conferenze intergovernative sull'Unione economica e monetaria e sull'Unione politica che si sarebbero poi concluse a Maastricht nel '92 con la firma dell'omonimo Trattato.

Con Maastricht quella che fino ad allora era stata comunemente indicata come Cee (Comunità economica europea) diventò Unione europea (Ue). Istituendo un'Unione europea, destinata 'a segnare una nuova tappa nel processo di creazione di un'Unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa, in cui le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini', Maastricht ha impresso un'autentica svolta al processo di integrazione europea. L'Unione europea non ha soltanto 'incorporato' le tre Comunità storiche (CEE, CECA e CEEA), ma ne ha arricchito le già vaste competenze: ciò è accaduto sia nel tradizionale settore economico (in particolare attraverso la prevista istituzione dell'unione economica e monetaria), sia in settori quali la cittadinanza europea, la cultura, l'istruzione. Il Trattato di Maastricht ha inoltre introdotto nuove politiche e forme di cooperazione: la cooperazione nel settore della politica estera e di sicurezza e nel settore della giustizia ed affari interni. Con Maastricht quindi l'Unione si espande e si rafforza in attesa di ampliarsi agli altri Stati del Continente.

La costruzione comunitaria, attraverso i Trattati di Amsterdam e Nizza, ha poi compiuto altri importanti passi in avanti. L'accordo di Schengen è stato incorporato nel quadro normativo dell'Unione, è stato dato nuovo impulso alla cooperazione tra le forze di polizia, nel campo giudiziario e nella difesa, è stata resa più semplice la possibilità di cooperazioni rafforzate tra gruppi ristretti di Paesi Ue ed è stata istituita la ura di Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune (il cosiddetto Mr. Pesc), incarico attualmente ricoperto da Javier Solana, ex Ministro degli Esteri snolo ed ex Segretario Generale della NATO.

Dopo l'abolizione dei controlli alle frontiere interne dell'UE (1998-'99) e l'introduzione effettiva, il 10 gennaio 2002, della moneta unica, il successivo passo è stato compiuto con la definizione di un Trattato Costituzionale necessario per assicurare il buon funzionamento di un'Unione che dal 1 maggio 2004 è composta da ben 25 Paesi. Tale Trattato Costituzionale europeo è stato firmato a Roma il 29 ottobre 2004 ed è in corso di ratifica da parte degli Stati membri dell'Unione Europea. L'Italia ha ratificato in data 7 aprile 2005


Le Istituzioni

Consiglio europeo

Un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'integrazione europea è svolto dal Consiglio europeo, che non è una vera e propria istituzione comunitaria. Esso riunisce almeno due volte l'anno i capi di Stato e di Governo dei Paesi membri e ha il compito di garantire l'impulso necessario allo sviluppo dell'Unione e di definirne gli orientamenti politici generali.

Il triangolo istituzionale

Il Consiglio dell'Unione europea, il Parlamento europeo e la Commissione europea costituiscono il cosiddetto 'triangolo istituzionale' comunitario all'interno del quale si sviluppa, secondo quanto stabilito dai Trattati, il processo legislativo e decisionale dell'Ue. Un processo attraverso il quale l'Unione interviene sulle materie che rientrano tra le competenze indicate dai Trattati e sempre nel rispetto del principio della sussidiarietà, cioè facendo a livello comunitario solo quello che non può essere adeguatamente realizzato a livello di singoli Stati membri.

Solo la Commissione ha il potere di iniziativa legislativa. Ogni sua proposta deve però passare al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Ue per essere trasformata in 'legge'.

Per decidere un'azione comunitaria sul piano legislativo si seguono principalmente quattro procedure: codecisione, consultazione, parere conforme e cooperazione.

Il Consiglio europeo solitamente composto dai ministri competenti degli Stati membri, si articola in nove formazioni corrispondenti alle nove aree tematiche così come definite a seguito del Consiglio europeo di Siviglia del giugno 2002. Il calendario dei lavori del Consiglio dell'Unione è fissato dalla presidenza di turno che per sei mesi spetta a uno dei Paesi membri secondo un ordine prestabilito. Il Consiglio Ue esamina le proposte normative provenienti dalla Commissione europea e le trasmette, quando necessario, al Parlamento.


Il Parlamento europeo eletto per la durata di cinque anni dai cittadini dei Paesi membri, realizza il coinvolgimento dei popoli dell'Unione nel processo decisionale. Esso ha ottenuto nel corso degli anni poteri sempre più significativi: insieme al Consiglio, svolge la funzione legislativa dell'Unione in molti settori e adotta, in via definitiva, il bilancio comunitario.

La Commissione europea composta da 20 personalità indicate dai vari Paesi membri*, ma operanti in completa autonomia rispetto alle autorità nazionali - rappresenta il motore della macchina comunitaria. Ad essa spetta presentare proposte legislative, nonché svolgere la funzione esecutiva, difendere gli interessi generali dell'Unione ed essere la 'guardiana' dei Trattati.


Nella fase transitoria, successiva al 1° maggio 2004 e precedente l'insediamento della nuova Commissione, fissato per il 1° novembre 2004, ogni nuovo Stato membro avrà diritto ad un Commissario, che siederà nel collegio attualmente in carica. Nella Commissione che entrerà in carica il 1° novembre 2004, ciascuno Stato membro avrà un solo Commissario.


La corte di giustizia ha sede a Lussemburgo e assicura il rispetto e, in via esclusiva, l'interpretazione del diritto comunitario. La Corte è assistita dal Tribunale di primo grado, istituito nel 1989, che si occupa in particolare del contenzioso amministrativo delle istituzioni europee e delle controversie suscitate dalle regole di concorrenza comunitarie.

La corte dei conti  europea esercita competenze analoghe agli omonimi organismi nazionali. Ha infatti il compito di verificare la legittimità delle entrate e delle spese dell'Unione e la sana gestione finanziaria del bilancio dell'Ue.






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