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LITIGIOSITA' RICCHEZZA E COMPETENZA

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LITIGIOSITA' RICCHEZZA E COMPETENZA


Dall'analisi delle cause iniziate dai primi anni del novecento fino alla metà degli anni '50 si nota una riduzione della litigiosità. Ciò si è potuto notare soprattutto negli anni '50, cioè nel periodo del boom economico. Ascarelli ritenne che le due cose (diminuzione della litigiosità e boom economico) fossero connesse. Spiegazione che fu confermata dalla ssa della piccola litigiosità. Quanto è più ricco l'individuo tanto meno è disposto a litigare  soprattutto per piccole somme. Tale assunto ha una sua logica, ma non trova riscontro nella pratica. Al di fuori del contesto storico a cui si è riferito Ascarelli non abbiamo oggi alcun riscontro pratico che potrebbe farci solo intuire che vi sia un legame tra aumento della ricchezza e diminuzione delle cause. Oggi siamo senza dubbio più ricchi di cinquanta anni fa ma si è notato tutt'altro che una diminuzione delle cause civili, anzi, dati statistici alla mano, l'eccessiva litigiosità ha comportato un intasamento delle aule giudiziarie senza precedenti. Detto questo l'analisi di Ascarelli può risultare errata, ma rilevante era l'osservazione sulla diminuzione delle cause. Perciò è necessario spiegare il perché di tale diminuzione e perché proprio negli anni '50.


Innanzi tutti è da fare un appunto sull'errata valutazione compiuta da Ascarelli. Questi paragonò i dati del 1955 con quelli del 1901, dati che non potevano essere paragonati perché non omogenei. L'autore fa riferimento alle cause promosse innanzi al conciliatore, senza tenere conto che a cavallo tra l'800 e il '900 dinnanzi al conciliatore si andava prevalentemente non per le cause, bensì per i procedimenti di conciliazione ante causam: anziché stipulare i contratti innanzi ai notai i privati cittadini trovavano comodo, per motivi prevalentemente fiscali, rivolgersi al conciliatore. Quando tale stratagemma fu scoperto, ed eliminato, i procedimenti innanzi al conciliatore si ridussero drasticamente. Quindi per un'analisi più corretta del problema il paragone andava fatto con gli anni successivi alla conclusione di quel fenomeno e cioè gli anni '30.



Da tale paragone si nota come le cose non stavano affatto come diceva Ascarelli. Paragonando il numero delle cause degli anni '50 con quelle degli anni '30 si nota che le prime erano 1/3 delle seconde; se il paragone veniva fatto con gli anni '40 si nota che quelle del '50 erano i 2/3 di quelle dei '40. La riduzione c'era, ma non nel rapporto di 5 a 1 calcolata da Ascarelli partendo dal 1901.

Altra cosa che falsificò i dati di Ascarelli è il vecchio sistema processuale civile italiano che prevedeva che la medesima causa fosse iscritta a ruolo con un nuovo numero ogni volta che veniva riassunta, cosicché gran parte delle cause degli anni precedenti i '50 erano di fatto dei doppioni. La cassazione in base a ciò stabilì che il numero delle cause relative agli anni trenta andava di fatto decurtato per lo meno di 1/4.

Non venne nemmeno considerato lo spostamento delle cause nei tribunali e nelle preture, spostamento determinato dal mutato valore d'acquisto della lira non corrisposto dal mutamento di competenza per valore degli organi giudiziari. Cosicché risultava chiaro che la piccola litigiosità  era tutt'altro che diminuita, bensì era diventata di competenza dei tribunali e delle preture. Quindi nel 2° dopoguerra non sve la piccola litigiosità ma svero le cause d'innanzi al conciliatore per una dimenticanza (?) del legislatore. Da qui l'errore di valutazione di Ascarelli che riteneva il numero delle piccole cause come indice di povertà.





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