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I FATTORI DELLA PRODUZIONE E LORO REMUNERAZIONE



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I FATTORI DELLA PRODUZIONE E LORO REMUNERAZIONE



Per soddisfare i bisogni che generano il consumo ( distruzione o diminuzione dell'utilità accumulata nei beni) e necessario produrre. La produzione è l'attività economica che ha la funzione di accrescere l'utilità dei beni; produzione e consumo sono pertanto due attività fra loro collegate: il consumo fa nascere domanda di beni e questa fa da stimolo alla produzione.

Il risultato di un'attività produttiva si chiama prodotto, e può essere tanto un bene di consumo quanto un altro mezzo di produzione, pronto ad essere usato in successivi processi produttivi; il risultato può essere un bene materiale ma anche immateriale, cioè un servizio.

Per produrre sono necessari alcuni fattori che, combinati in un giusto rapporto, costituiscono l'azienda, coordinati fra loro e fatti agire, danno vita all'impresa. Detti fattori produttivi sono:



beni naturali;

lavoro;

capitale;

organizzazione.


I beni naturali: il fattore natura è l'insieme della terra e delle risorse naturali preesistenti all'attività dell'uomo, intrasferibili e irriproducibili, di cui l'uomo può disporre senza che vi abbia concorso la sua opera. Si definisce rendita la remunerazione spettante al proprietario ( o al titolare di altri diritti reali, o al possessore) dei beni naturali impiegati in una qualche unità produttiva. I beni naturali sono stati però in gran parte modificati dall'uomo per essere resi più funzionali; gli agricoltori hanno investito sulla terra capitali e lavoro per un suo più redditizio sfruttamento e analoghi investimenti sono stati fatti su beni naturali destinati ad altre attività produttive (estrazione di minerali).

Quando sui beni naturali vengono investiti stabilmente capitali per esaltarne la produttività, il reddito derivante al proprietario viene chiamato beneficio fondiario ( rendita che remunera il fattore natura + interessi che remunerano il capitale investito).


Il lavoro: è l'attività dell'uomo, fisica o mentale, volta alla produzione. Tradizionalmente viene fatta distinzione fra lavoro manuale, che è quello esecutivo di operazioni materiali, e lavoro intellettuale, che è quello adibito all'amministrazione, al comando, al controllo.

Tale divisione, basata sulla prevalenza dell'impegno manuale o intellettuale nella prestazione, porta a distinguere tra loro operai, impiegati e classe dirigente, ed è legata non solo al diverso tipo di preparazione professionale  fra le categorie di lavoratori, ma anche a un diverso sistema di retribuzione. Sono chiamati salari le retribuzioni degli operai e stipendi quelle degli impiegati e dei dirigenti.

Un' altra distinzione del lavoro è quella fra lavoro subordinato (o dipendente) e lavoro autonomo; nel primo caso il lavoratore da le sue prestazioni nel rispetto delle modalità tecniche e organizzative dell'impresa, e riceve in cambio la retribuzione ata dal datore di lavoro. Nel secondo caso il lavoratore è più libero nelle proprie scelte però non ha le garanzie di una retribuzione periodica fissa, al pari dell' imprenditore egli subisce il rischio delle proprie iniziative.


Il capitale: è un bene materiale prodotto in precedenti attività, risparmiato e destinato al reimpiego  in cicli produttivi futuri; il capitale può presentarsi sotto la forma indifferenziata di denaro e sotto quella differenziata di mezzo tecnico. I capitali differenziati si distinguono nuovamente dal punto di vista fisico, in mobili e immobili, e dal punto di vista economico in fissi e circolanti.



Sono immobili il suolo e tutti quei beni naturalmente o artificialmente incorporati al suolo 8 sorgenti, corsi d'acqua), sono mobili tutti i beni che possono essere trasportati.

Sono fissi quelli che possono servire ad un uso ripetuto, conservando immutata la loro utilità o perdendola gradualmente; sono circolanti quelli la cui utilità si esaurisce in un solo atto produttivo.

I capitali fissi, con l'uso continuato nel processo produttivo e con il trascorrere del tempo, si logorano fisicamente, oppure diventano economicamente vecchi, cioè tecnicamente superati ( il fenomeno di invecchiamento si chiama obsolescenza).

Un imprenditore che si procura un capitale fisso, sa che dovrà provvedere a mantenerlo in efficienza con interventi di manutenzione, proteggerlo contro  i rischi e sostituirlo dopo un certo tempo legato alla sua durata fisica; per un capitale circolante dovrà badare soltanto a pararne i rischi di distruzione o ssa fino al momento dell'impiego.

La quota di manutenzione è la spesa media annua che di deve sostenere per mantenere in efficienza i capitali;  comprende le spese di manutenzione ordinaria e una parte di quelle straordinarie.

Il compenso spettante alla persona economica che presta i capitali è detto interesse


L'organizzazione: è l'attività volta al coordinamento dei fattori produttivi; con la sola presenza dei fattori natura, lavoro, capitale non si perviene ad alcun risultato, se essi non vengono combinati fra loro in modo opportuno e se la loro combinazione non viene messa in movimento. L'organizzazione è attuata dall'imprenditore, che prime costituisce e poi gestisce l'impresa. La finalità economica dell'iniziativa imprenditoriale è esplicitata nella stessa definizione giuridica di imprenditore " chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi" .

E' imprenditore chi, attraverso combinazioni sempre diverse di risorse naturali, capitali e forze lavoro, produce nuovi beni, realizza nuovi metodi di produzione, trova nuovi mercati, scopre nuove fonti di approvvigionamento di materie prime, aspetta il momento più opportuno per immettere il bene nel mercato.Le decisioni che deve prendere sono tante e diverse, in funzione di queste decisioni egli si assume un rischio, che è ciò che caratterizza la sua ura.

Si chiama profitto il compenso che spetta all'imprenditore per le sue capacità di organizzazione e gestione dell'azienda e per la sua volontà di affrontare rischio e incertezza. Il profitto non è un compenso sicuro, poiché il risultato dell'impresa potrebbe essere addirittura una perdita in caso di scelte sbagliate. L'imprenditore deve sempre remunerare tutti i fattori della produzione, e il profitto è quanto gli rimane del ricavo dopo che ha ato tutte le spese.













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