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La Banca di Francia

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La Banca di Francia


Durante tutto il XVIII secolo, dunque, i progressi dell'economia e del grande commercio e le necessità finanziarie dello Stato determinarono la progressiva organizzazione di una più articolata struttura bancaria e creditizia che nei piccoli centri si basava sulla presenza e sulle attività di banchieri locali che scontavano gli effetti commerciali, assicurando la necessaria circolazione monetaria per finanziare le diverse imprese commerciali ed industriali. Nelle grandi città - Lyon, Bordeaux, Saint-Malo e Parigi - operavano i grandi banchieri, cattolici e protestanti, giunti anche da altri paesi. Le loro attività sono molteplici: finanziamenti commerciali internazionali, crediti ai sovrani europei, interventi nella Borsa, partecipazione ai grossi affari (armamenti, assicurazioni marittime, imprese industriali). La Caisse d'Escompte, fondata dal ministro Turgot nel 1776, era amministrata da questi potentissimi banchieri privati e diventa una vera e propria impresa che conosce una reale prosperità durante il decennio prerivoluzionario.

Il periodo rivoluzionario non fu certamente positivo per l'intero sistema creditizio e bancario francese. Le guerre contro l'Europa, la fuga di capitali e l'ostilità della popolazione nei confronti di coloro che maneggiavano soldi portarono al fallimento di molti banchieri privati. La caduta di Robespierre ed il colpo di stato di Napoleone riproposero l'urgenza delle necessità finanziarie per consolidare il potere del generale francese. Le piccole banche di emissione di provincia non erano adatte agli obiettivi di Napoleone che si accordò con i più potenti banchieri parigini per dar vita alla Banca di Francia, la cui principale attività iniziale era quella di scontare effetti e di fare anticipazioni al governo tramite biglietti di banca che era autorizzata ad emettere. Le guerre napoleoniche, tuttavia, ritardarono l'avvio più completo delle operazioni bancarie che la nuova Banca di Francia era in grado di fare.



La caduta di Napoleone portò ad una riorganizzazione della Banca  che durante l'Impero si era trasformata in uno strumento personale dell'imperatore. Il governatore provvisorio, il banchiere privato Jacques Lafitte, rinunciò al monopolio dell'emissione e ordinò la chiusura delle filiali della Banca a Lione, Rouen e Lilla. Contemporaneamente fu data la possibilità di emissione alle banche locali di Rouen, Nantes e Bordeaux. Tra il 1835 e il 1838 fu consentito a sei nuove banche di stabilirsi a Lione, Marsiglia e Tolosa che contribuirono ad ampliare la struttura bancaria francese che, comunque, poteva contare sull'attiva presenza della Haute Banque privata.





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