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Il deserto
Il termine deserto indica un territorio con bassa o tendenzialmente nulla disponibilità idrica.
Infatti in questo ecosistema, la scarsità d'acqua è il fattore ecologico principale che influenza la vita, sia vegetale sia animale.
In un ambiente così inospitale, tutti gli esseri viventi devono essere altamente specializzati: per ovviare alla scarsa presenza di acqua, si sono evolute le più svariate forme di adattamento anche se la biodiversità è comunque bassa.
I deserti possono essere suddivisi in: deserti caldi (presenti nelle zone continentali, come quello del Sahara in Africa, ma anche in Australia ed America); deserti freddi (in Canada, Asia settentrionale e Argentina); deserti edifici e deserti salati.
Un'oasi si forma generalmente dove una falda freatica è più vicina alla superficie terrestre, così da consentire l'affioramento dell'acqua necessaria alla vita.
La vegetazione presente in questi ambiente è solitamente composta da palme da dattero e da ridotte piantagioni di ortaggi, frutta, cereali. Queste necessitano di acqua, che viene canalizzata e distribuita ai vari orti. L'oasi necessita della presenza e delle cure dell'uomo, altrimenti rischia di sire sommersa sotto la sabbia che gradualmente si deposita durante le tempeste. Solo nei luoghi più ricchi si sono adottate delle cinture protettive, mentre altrove le oasi sono protette da barriere costruite con i rami delle palme.
Piante annuali
Le annuali sono tutte quelle piante, principalmente erbacee, il cui ciclo di vita dura meno di un anno, come, per esempio, il Panicum turgidum che è una pianta sempreverde quando cresce nei suoli alluvionali più umidi, mentre nei suoli aridi diventa deciduo, cioè perde le foglie.
Piante effimere
Le piante effimere sono quelle che nascono solo dopo le sporadiche piogge e si riproducono e muoiono prima della nuova siccità; sono quindi caratterizzate dalla rapidità del loro ciclo di vita.
Piante perenni
Le piante perenni devono, invece, essere in grado di sopravvivere in
condizioni di aridità, riducendo al minimo la perdita di acqua durante i
periodi più caldi. Normalmente queste piante sono xerofite, cioè
presentano foglie coriacee, rivestite di pellicola cerosa e stomi chiusi per
ridurre la traspirazione e l'evaporazione. Molte piante hanno ridotto la
superficie fogliare, oppure hanno modificato le foglie in spine soprattutto per
evitare la perdita di liquidi (ma anche per avere una protezione da eventuali
erbivori). Hanno la capacità di concentrare grandi quantità di liquidi di
riserva all'interno dei tessuti: è il caso delle piante grasse o succulente, rappresentate dai cactus
(cactacee) americani e dalle euforbie (euforbiacee) afro - asiatiche. In
entrambi i casi, le piante hanno trasformato le foglie in spine, e la
fotosintesi è trasferita nel tessuto del tronco che, per questo motivo, appare
colorato di verde grazie al pigmento fotosintetico.
Le piante perenni del deserto presentano generalmente uno sviluppo molto lento
a causa delle sfavorevoli condizioni ambientali, e una vita molto lunga per
ovviare alle difficoltà di rigenerazione. Un esempio strabiliante è quello
della Welwitschia mirabilis, pianta primitiva parente delle
conifere, endemica
del deserto del Namib, che ha una crescita lentissima, oltre ad essere molto
longeva: il più vecchio esemplare noto ha 1500 anni! Questa pianta possiede un
tronco piccolo e legnoso dal quale spuntano solo due foglie nastriformi che
crescono in modo lento e continuo, strisciando sul terreno sabbioso. All'età di
dieci anni le foglie misurano solo pochi centimetri. Le due estremità di questa
pianta si disfano dando l'impressione che la pianta possegga molte foglie. Al
centro crescono delle infiorescenze con fiori femminili di colore verde e
maschili rossi.
Le piante che crescono nelle oasi sono particolari e sono dette freatofite perché
hanno lunghissime radici che raggiungono l'umidità proveniente dalla falda
acquifera. E' il caso della Palma da dattero delle oasi del Sahara e del Medio
Oriente.
Gli animali del deserto
Anche nel mondo animale si trovano sorprendenti adattamenti a questo
habitat inospitale dove il caldo e la siccità sono i principali fattori
limitanti per lo sviluppo della vita, e determinano anche una scarsa
disponibilità di cibo.
Alcuni animali del deserto durante l'estate o nel caso di siccità
particolarmente prolungata vanno in "estivazione", riducono, cioè, le proprie
attività, riparandosi sotto le rocce o nel sottosuolo, esattamente come avviene
in inverno nelle latitudini temperate, quando molti esseri viventi si ibernano
o entrano in letargo. Tra gli animali che vanno in estivazione ci sono, per
esempio, alcune specie di rettili e le chiocciole del deserto, che sono attive
solo subito dopo le piogge: quando l'umidità diminuisce, si ritirano nella
conchiglia aspettando le nuove precipitazioni in uno stato di torpore che può
durare cinque anni.
Anche farfalle, coleotteri e blatte del deserto sincronizzano i propri cicli
vitali con i periodi piovosi: le larve emergono dalle uova solo quando, grazie
alle piogge, aumenta la disponibilità alimentare.
Una diminuzione delle attività si riscontra anche durante la giornata,
soprattutto nelle ore centrali più calde, in cui tutti gli animali cercano
riparo all'ombra.
Alcuni grandi animali come mammiferi ungulati, carnivori, uccelli e insetti
volanti per spostarsi dalle aree più calde e aride a quelle più ospitali si
disperdono (erratismo) o intraprendono vere e proprie migrazioni.
Ad esempio, le ganghe e le grandule, uccelli simili alle pernici, si spostano
ogni giorno per andare ad abbeverarsi nelle oasi, o ovunque possano trovare
acqua. Questi volatili riescono addirittura ad abbeverarsi con acqua salmastra.
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